Tratto da La birra nel mondo, Volume II, di Antonio Mennella-Meligrana Editore
Tahoe City, California/USA
Già da studente Keith Hilken jr. cominciò a dedicare il suo tempo libero alla produzione della birra casalinga. Dopo numerosi lavori nei birrifici e nei pub/birrifici della California, si portò a Monaco di Baviera. Qui, fece un periodo di apprendistato presso la Paulaner e la Kleine Brauhaus im Luitpold Park del principe Luitpold; si diplomò, in scienza e tecnologia della birra, all’Accademia Doemens di Gräfelfing.
Tornato in patria, aprì nel 1993 un microbirrificio. Dopo soli due anni la sua Hell Lager vinse la medaglia d’oro ai World Beer Championships del Beverage Testing Institute.
La produzione, che contempla solo birre a bassa fermentazione di tipo bavarese, elaborate secondo il Reinheitsgebot, avviene oggi, su licenza, presso la August Schell Brewing Company di New Ulm, nel Minnesota.
Heckler Hell Lager, lager tipo münchner hell, di colore dorato (g.a. 4,9%). Con un’effervescenza piuttosto contenuta, la schiuma bianca emerge sottile, di medie dimensioni e con un’allacciatura appena sufficiente. Malto, luppolo floreale, burro, mais, vaniglia, miele, compongono, in sinergia, un bouquet di estrema finezza. Il corpo è alquanto leggero e di trama acquosa. Un notevole equilibrio gustativo esalta la durata media della corsa, regalando fresche e morbide note di malto, frutta, miele, luppolo fiorito. Non da meno, il finale, energico e di sufficiente ampiezza, mette in bella mostra un’armonia dolceamara. Impressioni fruttate e moderatamente alcoliche caratterizzano il retrolfatto.
Heckler Oktoberfest, oktoberfest/märzen di colore bronzo ramato (g.a. 6%). La carbonazione è quasi piana; la spuma beige, moderata e di lenta dissoluzione. Al naso, i toni caldi del malto torrefatto recano evidente l’accento dolce di noce, lievito, caramello, pane. Il corpo, da leggero a medio, presenta una tessitura tra oleosa e sciropposa. Un gusto singolare e scorrevole scandisce armonicamente le varie fasi della corsa: dall’inizio di malto, passa al centro luppolizzato e si avvia al traguardo di nuovo con la dolcezza del cereale. Il finale, sorretto da erbe aromatiche, si rivela abbastanza asciutto e un tantino piccante. Nella discreta persistenza retrolfattiva emerge tutta la delicatezza dell’amaricante, con punte di limone, pane abbrustolito.
Heckler Doppel Bock, doppelbock di colore rubino vellutato (g.a. 7,2%). Il bel cappello di schiuma crema è gestito da un’effervescenza vivace. L’attraente finezza olfattiva elargisce profumi di frutta, malto biscotto, caramello, noci, liquirizia. Il corpo, piuttosto sottile, ha una consistenza leggermente appiccicosa. Il gusto si propone pieno, denso, vigoroso, con le sue note dolci di malto, toffee, caramello, melassa, in perfetto equilibrio con il morbido amarore di luppolo secco. Il finale arriva impetuoso, ma delicatamente amabile. La lunga persistenza retrolfattiva è infervorata dal calore alcolico che si nasconde tra fragranti suggestioni amarognole di torrefazione a malapena astringenti.