Will-Bräu-Hochstiftliches Brauhaus in Bayern

Tratto da La birra nel mondo, Volume V, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Motten/Germania
Antico birrificio bavarese, nel distretto della Bassa Franconia.
In Baviera, si sa, ogni villaggio o piccola città di mercato ha una locanda con il suo birrificio. Il villaggio di Motten invece, che tuttora non arriva a 2 mila abitanti, sorse attorno alla taverna e al birrificio creati dal clero di Fulda nel secolo IX.
Nel 1791, quel piccolo birrificio di villaggio, chiamato all’epoca Hochstiftliche Fuldische Amtsbraurei, fu acquistato da Johann Georg Will, diventando Will-Bräu e arrivando, alla metà degli anni ’60 del secolo XX, a essere uno dei più grandi birrifici privati della Baviera.
Alla morte di Helmut Will, nel 1987, l’azienda fu rilevata da Hochstiftliches Brauhaus Fulda e divenne Will-Bräu-Hochstiftliches Brauhaus in Bayern.
La produzione comprende una ventina di birre realizzate secondo la più rigorosa tradizione tedesca.
Will-Bräu Original Bayerisch Hefe Weizen, hefe weizen di colore giallo arancione e dall’aspetto torbido (g.a. 5,3%). Con un’effervescenza più che elevata, la schiuma biancastra prorompe enorme, spessa, cremosa, di ottima tenuta e allacciatura. Il piacevole aroma di banana, lievito e pane è accompagnato da sentori, più tenui ma non men persistenti, di grano tostato, malto, esteri fruttati e agrumi, peraltro fomentati da un sottofondo di coriandolo e chiodi di garofano. Il corpo medio mostra una certa tendenza alla leggerezza, in una consistenza decisamente acquosa. Il sapore si snoda dolciatro di malto e banana con sottili note di luppolo, agrumi e spezie, mentre, poco prima del traguardo, sa abilmente erogare una rinfrescante acidità fruttata. Il percorso, di durata tra media e lunga, si chiude con un finale lievemente speziato in cui si distingue chiaramente uno spunto di vaniglia. Le sensazioni retrolfattive si propongono blandamente dolci, amare e secche.
Will-Bräu Bayerisch Original Ur-Bock, helles bock/maibock di un bel colore ambra dorato e dall’aspetto intorbidato dai sedimenti di lievito (g.a. 6,2%). La carbonazione è moderata; la schiuma biancastra, ampia, sottile, cremosa, ma non così tenace e aderente. L’aroma si esprime con piacevoli sentori di malto, vaniglia, miele, caramello, frutta matura, anice, che spirano in armonia con un sottofondo di legno, fumo, luppolo erbaceo, verdure a foglia verde. Il corpo medio ha una tessitura quasi sciropposa. Lievemente alcolico e intensamente maltato; con alcune note secche di luppolo, grano appena raccolto e fiore di trifoglio, nonché un tocco di amaro e una punta di acidità, il gusto sa essere denso, pulito, appagante, in una consistenza che può apparire burrosa. Il finale si rivela alquanto aspro, con un amarore piccante e di terra. Un blando quanto sfuggente retrolfatto lascia comunque una patina zuccherina sulla parte posteriore del palato.