Tratto da La birra nel mondo, Volume V, di Antonio Mennella-Meligrana Editore
Copenaghen/Danimarca
Si trova nel Kødbyen, non lontano dal quartier generale di Mikkeller. Fu aperto infatti nel 2015 da quest’ultimo insieme al birrificio Three Floyds di Munster, nell’Indiana (USA), dopo diverse collaborazioni.
D’estate, con un ampio spazio all’aperto, il brewpub dispone di circa 300 posti a sedere.
L’impianto da 10 ettolitri ha una capacità annua di 250 mila litri. L’acqua di fabbricazione viene trattata per replicare quella del lago Michigan utilizzata dai Three Floyds.
Il birraio, l’americano Kyle Wolak dei Three Floyds, a settembre del 2017 rientrò negli Stati Uniti e fu sostituito dalla sua assistente, Lan-Xin Foo, che in precedenza operava sugli impianti pilota dove Mikkeller testa le proprie ricette per poi produrle altrove su grande scala. Mentre al barbecue è addetto lo chef Andrew Hroza, che vanta esperienze professionali di tutto rispetto.
Il numero delle birre è in inarrestabile aumento, più di una nuova per settimana. Sono ovviamente comprese le collaborazioni con birrifici americani e quelle prodotte per la beer firm Mikkeller. Ma le stesse ricette danesi vengono realizzate anche negli Stati Uniti, presso la Great Central Brewing di Chicago e la Wisconsin Brewing (Verona), nel Wisconsin appunto.
Warpigs Youfuckedmeup & Imfurious, stout di colore marrone molto scuro tendente al nero e dall’aspetto quasi opaco (g.a. 6%). La prima birra scura della casa, debuttò nel 2015. Utilizza vaniglia, avena e caffè della Coffee Collective di Copenaghen. La commercializzazione avviene in una splendida bottiglia da 75 cl con etichetta scritta a mano. Il nome invece vuol dire “Mi hai fottuto e sono furioso”. La carbonazione è molto bassa; la schiuma beige carico, enorme, densa, compatta, cremosa, di ottima tenuta e allacciatura. L’olfatto si estrinseca ricco, complesso e pulito, col caffè a dominare la scena e, al suo servizio, malto scuro, caramello, orzo tostato, melassa, zucchero di canna, vaniglia, nocciola, cioccolato al latte, liquirizia, fichi canditi, mirtilli secchi; e, dal sottofondo, qualche indizio di alloro ed erbe appena falciate. Il corpo medio ha una consistenza più cremosa che oleosa. Morbido e intenso, il gusto si destreggia con eleganza tra note di caramello, vaniglia, lattosio, da una parte e dall’altra, di caffè, tostature, cioccolato fondente. La lieve astringenza del finale si scioglie presto tra la rinfrescante acidità dei malti scuri. Nella sua lunga persistenza il retrolfatto si esibisce con un pot-pourri di sensazioni, dal caffè a malapena zuccherato alla vaniglia, dalla liquirizia al cacao in polvere.
Warpigs Ominous Drip, imperial stout di colore nero ebano e dall’aspetto opaco (g.a. 11,4%). Degli ingredienti speciali vengono annoverati soltanto zucchero di canna, avena e zucchero candito belga. Fu commercializzata per la prima volta all’inizio del 2017. La carbonazione oscilla tra la bassa e la media; la schiuma nocciola sbocca non così generosa, ma fine, compatta, cremosa, di ottima tenuta e aderenza. Sia pure non tanto pulito, il bouquet olfattivo si esprime con profumi intensi, avvolgenti, ricchi di calore etilico, dal malto tostato al caramello bruciato, dal caffè al cioccolato, dallo zucchero candito allo zucchero di canna, dalla melassa al fruit cake, dalla frutta secca alla liquirizia; intanto che dal sottofondo si levano tenui sentori erbacei, terrosi, acidi di grano. Il corpo medio tende decisamente al pieno, in una densa consistenza oleosa. La dolcezza degli elementi aromatici ritorna con prepotenza nel gusto, opportunamente bilanciata dalle forti note tostate che hanno anche il compito di erogare un’incisiva punta di rinfrescante acidità. Da parte sua, l’alcol si guarda bene dal compromettere la scorrevolezza della bevuta, nonostante la sua forza che faceva temere il peggio. Nel finale fa la comparsa il luppolo, rimasto sin ad allora alla finestra, e le sue note si fanno via via pungenti per cedere il campo alle sensazioni retrolfattive di caffè e tostature.