Tratto da La birra nel mondo, Volume IV, di Antonio Mennella-Meligrana Editore
Makimachi/Giappone
Microbirrificio nella prefettura di Niigata, una zona di sakè, nella parte nordoccidentale dell’isola principale. Si trova nel pub Echigo (dal vecchio nome della regione).
Fu opera di Seiichiro Uehara, di una famiglia produttrice appunto della tipica bevanda giapponese; ma convertito alla birra dalla moglie tedesca, un’artista di libri illustrati di Ratisbona, che aveva conosciuta a Roma quando faceva l’attore teatrale dalla fine degli anni ’70 agli ’80.
Koshihikari Echigo Beer, lager di colore giallo molto chiaro e dall’aspetto confuso (g.a. 5%); prodotta con un riso super premium a chicco corto, chiamato Koshihikari e coltivato nella prefettura di Niigata. La carbonazione è abbastanza sostenuta; la schiuma avorio che si forma, ampia, soffice, di decente durata e lieve allacciatura. L’aroma si libera con tenui ma persistenti odori di grano, riso, malto, luppolo, cereali, lievito, erbe, fieno, agrumi. Il corpo, medio-leggero, ha una consistenza acquosa quanto basta. Anche il gusto mostra una certa discrezione nell’estrinsecare le sue dolci note di mais, orzo perlato, malto di riso, grano, miele, zucchero bianco, che peraltro, nel corso di una corsa regolare, vengono equilibrate da luppolo floreale, lievito piccante, acidità fruttata. Il finale, croccante, fresco, abbastanza pulito, prelude alle sensazioni piacevolmente amarognole del corto retrolfatto.