Tratto da La birra nel mondo, Volume IV, di Antonio Mennella-Meligrana Editore
Masham/Inghilterra
Birrificio nel North Yorkshire, fondato nel 1827 da Robert Theakston e John Wood. Divenutone nel 1832 unico proprietario, nel 1875 Theakston passò il controllo al figlio Thomas. E fu quest’ultimo a costruire, sui Paradise Fields, la fabbrica giunta ai nostri giorni.
Nel 1919 la Theakston acquisì, per subito chuderla, la concittadina Lightfoot Brewery.
L’espansione continuò nel 1974, con l’acquisto della Carlisle State Management Brewery, nazionalizzata nel 1916.
Nel 1984 però la Theakston fu acquistata dal birrificio Matthew Brown, rilevato, a sua volta, tre anni dopo dalla Scottish & Newcastle.
Con la chiusura, nel 1987, della Carlisle, la produzione di alcune sue birre passò al birrificio Tyne della Scottish & Newcastle. La stessa sorte toccò, nel 1991, alla Matthew Brown.
Nel 2004 quattro fratelli Theakston acquistarono dalla Scottish & Newcastle una partecipazione di maggioranza nella T & R Theakston. In attesa di apportare gli importanti lavori di sviluppo alla fabbrica, affidarono alla John Smith’s Brewery di Tadcaster la produzione della Theakston Best Bitter. Nel 2009 anche la Theakston Best Bitter prese a uscire dal birrificio di Masham.
Da ricordare che Paul Theakston (managing director dal 1968) nel 1988 lasciò la Theakston per fondare nel 1992 la Black Sheep Brewery nella vecchia Lightfoot Brewery.
Oggi la T & R Theakston è il 16° produttore di birra del Regno Unito per quota di mercato e il 2° di proprietà familiare, dopo la Shepherd Neame.
La gamma di offerte è vasta e verte su prodotti da degustazione e stagionali.
Theakston Old Peculier, old ale di colore marrone scuro (g.a. 5,6%, 5,7% fino al 2010). La più celebre ale scura di tradizione inglese, con ampia diffusione alla spina, rappresenta il cavallo di battaglia dell’azienda. Il nome deriva dal Peculier Court of Masham, risalente al secolo XII. Con una bassa effervescenza, la schiuma beige emerge non così abbondante, ma fine, compatta, cremosa e di buona durata. L’aroma si esprime intenso e complesso, a base di malto tostato, fichi, cacao, mandorla, caramello bruciato e una punta asprigna da uvetta: il tutto insufflato di sentori ossidati e di una diffusa percezione di liquirizia. Il corpo medio presenta la tipica consistenza oleosa. Il gusto, morbidamente dominato dal malto torrefatto e dal cioccolato al latte, reca sottili note di ciliegia e banana; mentre una punta acidula e un sobrio luppolo hanno il compito di tenere in piedi un decente bilanciamento. Nella secchezza del finale si esaltano il ribes nero e l’uva sultanina. Suggestioni di liquirizia, avvolte in una nuvola di fumo, connotano la discreta persistenza retrolfattiva.
Theakston Best Bitter, ordinary bitter ale di colore dorato scuro (g.a. 3,8%, 3,6% fino al 2004). È un prodotto dal profilo complesso ma delicato, dovuto all’utilizzo di cinque varietà di luppolo in combinazione con una solida componente maltata. La carbonazione è stilisticamente bassa; la schiuma biancastra, generosa, compatta, cremosa, di ottima persistenza. All’olfatto si esalta la freschezza, a tratti pungente, del luppolo, che si destreggia abilmente tra sentori dolci di malto, frutta, caramello. Il corpo tende decisamente allo scarno, nella sua consistenza oleosa. Il sapore iniziale quasi neutro, avvolto in un alone fragrante con richiamo da vicino della noce, viene man mano sopraffatto da un luppolo citrico e speziato e, avvalendosi della secchezza di base, vira verso un deflusso armonioso e rinfrescante, piacevole e appagante. Il finale inizia la votazione all’amaro che, nel retrolfatto, si estrinseca con suggestioni resinose, vegetali e terrose.
Theakston Lightfoot Bitter, ordinary bitter ale di colore paglierino molto pallido (g.a. 4,1%). La versione in bottiglia è pastorizzata. Porta il nome della Lightfoot Brewery, rilevata e chiusa nel 1919 dalla Theakston. Utilizza un malto speciale per produrre una componente pronunciata simile all’aroma e al sapore della pesca, nonché una miscela di luppolo tradizionale inglese (Fuggle, Golding e Bramling Cross). Benché piana, la carbonazione risulta alquanto aggressiva. La schiuma biancastra, sottile e abbondante, compatta e cremosa, ostenta durata e aderenza. Un particolare mix di pesca matura e delicato luppolo floreale delizia l’olfatto; senza ovviamente contrastare i sentori di fondo, costituiti da malto burroso, lievito, frumento, erbe, biscotti digestivi. Il corpo, da leggero a medio, presenta una spiccata tessitura acquosa. Subito dopo l’imbocco dolce di malto, il gusto fa un rapido tuffo nella succosa polpa della pesca, per evolversi via via in una consistenza luppolizzata secca e amara. Il finale si rivela alquanto astringente, con una nota aspra di scorza di limone/pompelmo che prosegue imperterrita anche nel retrolfatto.