Tratto da La birra nel mondo, Volume IV, di Antonio Mennella-Meligrana Editore
Baltimora, Maryland/USA
Terminato il college nella nativa Baltimora, Brian Strumke si portò in Europa facendo il DJ di musica techno per i locali.
Stufo della musica, nel 2004 ritornò a Baltimora per lavorare nell’ambito dell’Information Technology. Contemporaneamente, iniziò l’homebrewing in casa, sfogando la passione per la birra belga che gli era rimasta nel sangue. Anche i lieviti preferiti erano saison che peraltro, secondo lui, gli consentivano di fare la birra pur con le temperature estive abbastanza elevate.
Il debutto avvenne nel 2010, con la Stateside Saison, realizzata presso la Pub Dog Brewing Company di Westminster (nel Maryland). L’anno successivo la beer firm Stillwater Artisanal figurava tra i “Migliori nuovi birrifici nati nel 2010”.
In poco tempo il suo portfolio si arricchì di numerose produzioni, tutte definite da Brian “farmhouse ale”, cioè saison, anche se il più delle volte esse non sono di facile catalogazione. A parte il fatto che, trattandosi di birre occasionali, quasi mai ripetute e in piccoli lotti, risulta impossibile valutare l’effettiva capacità del loro artefice. È comunque costante il condizionamento in bottiglia per migliorare la stabilità. Mentre quasi tutte le bellissime etichette sono realizzate dall’amico Lee Verzosa, tatuatore e graphic designer.
Nel 2011 venne inaugurata la Import Series di Stillwater, ovvero collaborazioni con birrai europei prodotte in origine nel nostro continente e poi replicate anche negli Stati Uniti.
E, mentre lui è sempre in giro per il mondo, impegnato in produzioni e collaborazioni, a Baltimora la sorella Brenda si occupa del resto.
Sempre a Baltimora, dal 2012 il pub-ristorante di proprietà Of Love & Regret serve le birre della casa, compresa qualche ospite, ma, volutamente, nessuna IPA.
La produzione invece, per l’aumento dei volumi, dalla Pub Dog Brewing Company di Westminster si è spostata presso la Two Roads Brewing Company di Stratford, nel Connecticut.
Stillwater Stateside Saison, saison di colore dorato carico e dall’aspetto a malapena velato (g.a. 6,8%). È una saison di tradizione europea, che utilizza malti europei, lievito farmhouse, ma luppoli freschi americani e neozelandesi. La carbonazione è elevata; la schiuma bianca, sottile, compatta, cremosa, di sufficiente tenuta e allacciatura. Straordinaria la complessità con cui si propone l’olfatto: pepe e coriandolo, in primo piano e in secondo, fiori, frutta, agrumi; in sottofondo, crosta di pane, lievito, cereali; mentre l’atmosfera è ricca di sfumature acidule, rustiche, anche terrose. Il corpo, medio-leggero, ha una consistenza abbastanza acquosa. Nel gusto, la dolcezza della frutta, del pane, del miele, viene man mano scalzata dall’acidità, dalla secchezza, dal carattere frizzante della birra, in attesa di un finale brusco e perentorio, apportatore di un amaro così intenso da mettere in discussione l’apparente equilibrio. Un amaro proveniente da erbe, anche officinali, e dalla scorza di agrumi. Tendono invece piuttosto alla speziatura dei soliti pepe e coriandolo e alla citronella le lunghe suggestioni del retrolfatto.
Stillwater Why Can’t IBU?, belgian ale di colore dorato pallido tendente all’arancio e dall’aspetto nebuloso (g.a. 5,7%). La carbonazione è decisa; la schiuma bianca, abbondante, densa, pannosa, di buona persistenza ma piuttosto scarsa allacciatura. Al naso domina la frutta dolce, con esteri sottostanti di lievito belga; e, man mano che la birra si riscalda, emergono sentori agrumati e floreali, terrosi e speziati. Il corpo medio mostra una consistenza piuttosto grassa. Nel gusto, la dolcezza iniziale del miele e del biscotto s’intensifica con l’ingresso della pesca, dell’albicocca, della polpa d’arancia; ma è anche il principio della fase discendente in cui salgono in superficie, si studiano e si fondono note rustiche, amare, piccanti, acide. La secchezza del finale si tira dietro un’ondata di luppolo speziato. Scorza d’agrumi, resina, erbe amare, caratterizzano la discreta persistenza del retrolfatto.
Stillwater As Follows, belgian strong golden ale di colore arancio spento e dall’aspetto velato (g.a. 9%). Fu elaborata nel 2012 per festeggiare il secondo anno di attività. Il nome originario, Escathological Ale, invitava a riflettere sul destino dell’uomo dopo la morte, dal momento che i Maya avevano profetizzato la fine del mondo entro il 2012 appunto. Poi, non essendosi avverata la profezia, il nome fu cambiato. La carbonazione è moderata; la schiuma bianca, fine, compatta, cremosa, tenace. Frutta acerba e scorza d’agrumi, da una parte e dall’altra, miele e canditi, intonano un armonico, gradevole, aroma, appoggiati da sentori di lievito belga e semi di coriandolo che spirano più da lontano. Il corpo medio presenta una consistenza cremosa di scorrevolezza abbastanza agevole. Agrumi canditi, miele e biscotti, col supporto dal fondo di frutta fresca e sciroppata, allestiscono una solida base per un piacevole sapore che però, nella seconda parte del lungo percorso, comincia a essere contrastato per terminare poi fagocitato dall’amarore di un deciso luppolo agrumato. Intanto che l’alcol agisce con discrezione, riscaldando senza minimamente infastidire. Nella secchezza detergente del finale compare una rinfrescante punta acida che cede presto il passo alle lunghe impressioni retrolfattive di frutta sciroppata infervorate da un etanolo meno riguardoso.
Stillwater Of Love & Regret, saison di colore dorato e dall’aspetto lievemente velato (g.a. 7,2%); un prodotto primaverile. Fu la prima collaborazione, con Jef Goetelen della belga ’t Hofbrouwerijke di Beerzel. A malti tedeschi, frumento e luppoli erbacei, fu aggiunta una miscela di piante aromatiche (camomilla, erica, tarassaco, lavanda). Le stesse spezie vennero poi utilizzate da Goetelen per la sua Flower Sour; mentre, col nome della birra, fu battezzato il pub-ristoranre Stillwater di Baltimora. La carbonazione è molto spinta; la schiuma bianchiccia, fine, soffice, cremosa, di tenuta discreta. L’aroma floreale, in cui si esaltano maggiormente camomilla e lavanda, è fomentato dal pepe e dai semi di coriandolo; dal sottofondo invece spirano sentori di erbe officinali e miele d’acacia, con appena una sfumatura di scorza d’arancia candita. Il corpo medio ha una consistenza leggermente sciropposa. Il lungo percorso gustativo si propone con diverse connotazioni divergenti, che faticano abbastanza prima di raggiungere un compromesso per amore di un accettabile equilibrio. Subito si fa avanti la componente dolce, a base di malto, biscotti, canditi, miele d’arancio; arriva quindi prepotentemente la speziatura, seguita a ruota da un’acidità che si lascia inesorabilmente travolgere dall’ondata di amarore, terroso e di erbe officinali. Soprattutto nel finale si nota distintamente lo sbilanciamento verso la speziatura, esaltata peraltro dall’etanolo che ha cominciato a sbrigliarsi. Così come risalta maggiormente la terrosità nelle lunghe sensazioni del retrolfatto.
Stillwater/Brewe’s Art Débutante, bière del garde di colore dorato intenso con riflessi ramati (g.a. 6,5%). È una collaborazione con il brewpub Brewer’s Art di Baltimora, che ha contribuito a promuovere il movimento della birra belga negli Stati Uniti. Utilizza farro e segale, nonché una miscela di erbe (erica, caprifoglio e issopo). Con una moderata effervescenza, la schiuma bianca sbocca abbondante e sottile, compatta e cremosa, stabile e aderente. Pane, biscotto, caramello e miele, in primo piano e in secondo, croissant, marmellata d’arancia, zucchero candito e lievito fruttato, allestiscono un gradevole bouquet olfattivo sotto l’egida di sentori delicati di spezie e aspri di erbe officinali. Il corpo medio ha una consistenza leggermente sciropposa. Con l’alcol che agisce con discrezione, apportando un piacevole tepore, il gusto va snodandosi in una componente maltata che si avventura in campo floreale prima di finire travolta da un’ondata amara di terra ed erbe officinali. La secchezza del finale asciuga compiutamente la bocca, predisponendo la discreta persistenza retrolfattiva alle sue suggestioni moderatamente dolci ed equilibrate.
In collaborazione con Luigi d’Amelio di Extraomnes (vedi), conosciuto durante la crociera “Un Mare di Birra 2012”, nacque invece la Stillwater/Extraomnes Migdal Bavel. Il nome, in ebraico, “Torre di Babele”, è una metafora sull’importanza della comunicazione in qualsiasi campo.