Tratto da La birra nel mondo, Volume IV, di Antonio Mennella-Meligrana Editore
Dunedin/Nuova Zelanda
Birrificio nell’Isola del Sud. Fu fondato nel 1876 da James Speight, Charles Greenslade e William Dawson nel sobborgo interno di Dunedin City Rise.
Nel 1880 fu costruita una nuova fabbrica e, sette anni dopo, Speight’s diventava il più grande birrificio del Paese.
Nel 1923 la minaccia del proibizionismo indusse Speight’s e altri nove produttori a costituirsi in New Zealand Breweries che, nel 1977, adottarono il nome di Lion Breweries per passare, nel 2009, sotto il controllo della giapponese Kirin Holdings.
La produzione, sia di alta che di bassa fermentazione, è molto ampia e diversificata.
Speight’s Gold Medal Ale, ordinary bitter ale di colore ambra e dall’aspetto lievemente velato (g.a. 4%). Sinonimo di “Orgoglio del Sud” dal 1876, sicuramente è la meno dolce di tutte le birre neozelandesi: ciò che le consente però di esprimere tutto il sapore del malto e del luppolo. La carbonazione si mantiene nella media; la schiuma bianca sbocca enorme, solida, cremosa, sufficientemente stabile. Anche l’aroma si esprime con moderazione intensiva; mentre i sentori di malto dolce, luppolo legnoso, caramello, pane chiaro e tostato, cracker, torta, mela, mostrano pulizia ed eleganza, infervorati peraltro da toni di cannella che accompagnano il fresco floreale esalato dal fondo. Il corpo tende allo scarno, in una scorrevole consistenza acquosa. Il gusto possiede tutto quanto necessario per poter vantare un buon equilibrio: blanda dolcezza caramellata con accenti di malto torrefatto, lieve amarore da luppolo terroso, delicata acidità fruttata. Il finale arriva asciutto, erbaceo, abbastanza amaro. Suggestioni di frutta, caramello e lievito contrasatano, nel corto retrolfatto, un’asprezza vegetale con qualche tocco metallico.
Speight’s Porter, porter di colore nero con riflessi rossastri e dall’aspetto opaco (g.a. 5%). Molto popolare in Nuova Zelanda, conserva la ricetta risalente al 1929. La carbonazione è abbastanza leggera; la schiuma, di un marrone chiaro, si solleva in un’imponente corona pannosa di buona durata e allacciatura spessa. Una “sapiente” miscela di malto tostato, lievito, vaniglia, cioccolaro, grano arrostito, caffè espresso, liquirizia, toffee, caramello bruciato, salsa di soia, pane nero, frutta scura, allestisce un bouquet olfattivo complesso, ricco di fumo, acre di torba, e con una sfumatura di salamoia. Il corpo, da medio a pieno, presenta una leggera consistenza cremosa. Il sapore, tostato e asciutto, reca una gradevole venatura di cioccolato e liquirizia, con un buon caffè che preferisce rimanere in sottofondo. La corsa è abbastanza lunga, e si chiude in una secchezza attenuata da un acidulo di straordinaria freschezza. La discreta persistenza retrolfattiva propone suggerimenti di torrefazione avvolti in un caldo e dolce alone etilico.