Sharp’s Brewery

Tratto da La birra nel mondo, Volume IV, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Rock/Inghilterra
Nacque nel 1994, come microbirrificio, in un villaggio di pescatori costieri della Cornovaglia. Fu opera di William (“Bill”) Sharp che, nel 2003, lo vendette alla R&B Foods, rimanendo però azionista di minoranza.
Bruciando le tappe, già nel 2005 la Sharp’s Brewery produceva 25 mila barili, e non poteva non finire, a lungo andare, tra le grinfie della Molson Coors che, con 20 milioni di sterline, nel 2011 ne fece una propria filiale. Mentre, oggi, la produzione è salita a 100 mila barili annui.
Sharp’s Doom Bar, special bitter ale di colore ambrato con sfumature ramate (g.a. 4,3%). È la versione pastorizzata, prodotta a Burton upon Trent dalla Molson Coors UK e commercializzata in una bottiglia trasparente. La versione in fusto invece (g.a. 4%), senz’altro migliore e più morbida in bocca, viene fabbricata dalla Sharp’s Brewery, di cui risulta la flagship, occupando circa il 70% della produzione e risultando la birra alla spina più venduta nel sud-ovest dell’Inghilterra. A sua volta, il nome è quello del banco di sabbia alla foce del fiume Camel, sulla costa settentrionale della Cornovaglia, contro la quale naufragarono centinaia di navi. La carbonazione è parecchio contenuta; la schiuma bianca che si forma, sottile, compatta, cremosa, duratura. All’olfatto s’impongono i profumi del caramello e del malto tostato; con sentori di luppolo a base di erbe, dal sottofondo, e solo sfumature floreali. Il corpo medio tende al leggero, in una consistenza piuttosto acquosa. Nel gusto, il luppolo, un po’ aspro e speziato, si avvale della solida base di malto caramellato in sinergia con un delicato fruttato, per tenere in piedi un piacevole equilibrio che non dà mai segni di cedimento, sino al finale, allorché si leva un intenso amarore erbaceo che poi si stempera pian piano tra le impressioni tostate del discreto retrolfatto.