Tratto da La birra nel mondo, Volume IV, di Antonio Mennella-Meligrana Editore
Böblingen/Germania
Nel 1823 Karl Gottfried Dinkelacker fondò a Böblingen (nel Baden-Württemberg) la Brauerei Dinkelacker, rilevata nel 1860 dai figli, Christian e Wilhelm.
Per insanabili disaccordi circa la gestione e lo sviluppo dell’azienda, nel 1873 Wilhelm comprò la quota del fratello che andò ad aprire la Brauerei Dinkelacker a Stoccarda. E, per evitare confusione tra i due birrifici, i Dinkelacker di Böblingen cancellarono la c dal loro nome, quindi, Dinkelaker.
Nel 1898 Wilhelm cedette l’azienda ai figli, Wilhelm e Hermann, che nel 1906 la ribattezzarono Schönbuch Bräu, dal nome della vicina area forestale di Schönbuch.
Nel 1991 il birrificio cominciò a produrre anche birre di frumento; mentre, nel 2009, prese l’attuale denominazione.
La produzione, di 40 mila ettolitri annui, viene commercializzata nel raggio di 50 chilometri: si tratta di birre non pastorizzate, alcune neanche filtrate.
Infine, la sesta generazione dei Dinkelaker di Böblingen gestisce anche un ristorante, Platzhirsch, e una birreria all’aperto; organizza il festival all’aperto “Rock’n’Bräu” e sponsorizza la “Notte polare” di Böblingen.
Schönbuch Pils, pilsener di colore giallo dorato e dall’aspetto nebuloso (g.a. 4,8%); non filtrata. La carbonazione è decisa; la schiuma bianca, abbondante, fine, cremosa, sufficientemente stabile ma di minima allacciatura. Un luppolo fresco a base di erbe prende subito il sopravvento nel bouquet olfattivo, relegando in secondo piano malto, cereali e agrumi, nonché una sfumatura floreale. Il corpo medio tende al leggero, in una consistenza decisamente acquosa. Una buona miscela di cereale e amaricante, con il sacrificio di un generoso agrumato, rende il gusto pulito e asciutto, croccante e speziato. Una lieve terrosità segna il corto finale, foriero di uno sfuggente retrolfatto aromatico, erbaceo e resinoso.