Røros Bryggeri og Mineralvannfabrikk

Tratto da La birra nel mondo, Volume IV, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Røros/Norvegia
Microbirrificio in una delle più antiche città dagli edifici in legno d’Europa, nella contea di Sør-Trøndelag.
Nel 1900 Oliver Langen fondò la Røros Mineralvannfabrikk, una società per azioni per la produzione di soda, bevande analcoliche e acqua minerale. Nel 1937 ebbe inizio anche la produzione di birre “leggere”.
Nel 1963 la Røros cessò la produzione e prese a operare come distributore; finché non chiuse addirittura, nel 1981.
La società venne quindi rilevata dalla E.C. Dahls Bryggeri, a sua volta acquisita dalla Ringnes, che nel 1990 passò sotto il controllo della Carlsberg.
Nelle mani di una multinazionale, la Røros si vide la fabbrica chiusa, ma con i marchi sempre in produzione a opera di terzi.
Alla fine, nel 2011, Jørn Ketil Sandbakken, azionista della vecchia Røros, comprò gli impianti dismessi e li sistemò nel seminterrato dell’hotel, ristorante e brewpub Vertshuset.
Ovviamente il piccolo birrificio, che si considera la continuazione della vecchia Røros Mineralvannfabrikk, fornisce soltanto il locale sovrastante. Le bottiglie invece distribuite nei supermercati escono dal birrificio Atna Øl di Atna, nella contea di Hedmark.
Røros Hovistuten, india pale ale/münchner di colore ramato chiaro e dall’aspetto opaco (g.a. 4,7%). Si tratta di uno stile indefinibile: in etichetta si legge infatti “ispirata alle india pale ale e alle münchener”. Utilizza diversi malti e luppoli, nonché frumento. Con una media effervescenza, la schiuma bianchiccia emerge sottile, compatta, di sufficiente durata. Malto tostato, legno, caramello, pompelmo, miele, resina di pino, fieno, biscotti, caffè torrefatto, cereali, terra, erbe speziate, allestiscono un bouquet olfattivo di elevata intensità ma debole finezza per via soprattutto di un lievito troppo invadente. Il corpo appare decisamente leggero, e di consistenza acquosa. Il gusto, lievemente aspro, reca anche un amarore astringente e un’incisiva nota acida. Il corto finale sa tanto di erbe secche piccanti. Dallo sfuggente retrolfatto si leva una suggestione di mandorla amara.