Ratsherrn Brauerei

Tratto da La birra nel mondo, Volume IV, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Amburgo/Germania
La Elbschloss Brauerei di Amburgo, risalente al 1881, produceva le migliori birre della città. Il suo marchio più famoso, Ratsherrn Pils, creato nel 1952, nel 1978 aveva raggiunto il picco di vendite, 150 mila ettolitri. Rilevata però dal gruppo nazionale Brau und Brunnen, era stata chiusa nel 1997, con il conseguente smantellamento dell’impianto industriale.
Nel 2005 il marchio Ratsherrn fu comprato dal Gruppo Nordmann, uno dei più grossi distributori tedeschi di bevande.
Nel 2010 riprese la produzione del marchio Ratsherrn presso terzi, a Flensburg e Stralsund. Nel 2013 venne invece inaugurato, ad Amburgo, un microbirrificio da 50 ettolitri, la Ratsherrn Brauerei, affiancata dal brewpub con cucina Altes Mädchen Braugasthaus e dal Craft Beer Store.
La gamma delle classiche birre tedesche è rimasta inalterata. Grazie invece al birraio americano Ian Pyle, “ambasciatore” della Craft Beer Revolution americana appunto, è in continua crescita la produzione di birre stagionali e one-shot che spaziano dagli stili anglosassoni a quelli belgi.
Ratscherrn Kaventsmann Baltici Porter, baltic porter di colore marrone molto scuro, quasi nero, e dall’aspetto opaco (g.a. 6,6%); prodotta con aggiunta di frumento tostato. Con una carbonazione mediobassa, la schiuma moca, minuta, soffice e cremosa, ostenta buona allacciatura e notevole durata. L’aroma si libera intenso e pulito, a base di malto tostato, frutta scura secca, caramello, pane di segale, liquirizia, foglie di tabacco, lievito, luppolo erbaceo; e con tenue sottofondo di caffè, cioccolato al latte, vaniglia, melassa. Il corpo tende decisamente al leggero, in una consistenza alquanto acquosa. Il gusto si snoda secco, legnoso, tostato, ammorbidito da caramello, uva passa, ciliegia, sciroppo d’acero; mentre una nota tardiva di liquirizia anticipa l’acidità dei malti scuri. Nel finale compaiono cenere, fumo e un tocco amaro di luppolo floreale. Caffè, pane tostato e caramella mou segnano invece la discreta persistenza retrolfattiva.