Tratto da La birra nel mondo, Volume III, di Antonio Mennella-Meligrana Editore
Buenos Aires/Argentina
La Quilmes Industrial SA, più comunemente nota come Quinsa, è una holding lussemburghese che, attraverso la sua filiale principale, domina la produzione e la vendita di birra in Argentina, Bolivia, Paraguay e Uruguay. La stessa controllata partecipa anche a una joint venture che produce e commercializza acqua minerale nel Paese. Una filiale di questa controllata controlla, a sua volta, i due maggiori imbottigliatori e produttori di bevande PepsiCo in Argentina. La produzione annua di birra ammonta a circa 17 milioni di ettolitri, a parte gli 8 milioni di ettolitri di altre bevande.
Sebbene sia stata costituita in Lussemburgo, Quinsa è amministrata da Buenos Aires, dove mantiene i suoi uffici esecutivi.
Ma “Roma non fu fatta in un giorno”.
Quilmes è una città della provincia di Buenos Aires che, nell’estinta lingua cacán, voleva dire “tra i monti”. Qui, arrivò nel 1850 il tedesco Peter Frederick Otto Bemberg.
Entrato, per matrimonio, nella famiglia Ocampo, ben inserita nel tessuto sociale, Bemberg poté partecipare alle interessanti iniziative per lo sfruttamento delle ricche risorse naturali della giovane nazione. Del resto il tedesco non era uno sprovveduto, bensì un finanziere che, nel 1888, insieme al figlio, Otto Sebastian, incorporerà l’attività a Parigi. Nel 1890 invece, sempre insieme al figlio, fondò la Cervecería Quilmes.
Presto la Quilmes prese a dominare il mercato della birra in Argentina, con filiali nelle città principali. Rilevò anche diversi birrifici, tra cui Schlau, a Rosario (1907), e Palermo, a Buenos Aires (1916).
Nel 1921 l’impresa produsse il primo malto con orzo argentino, finendo per rifornire, non solo le birrerie della società, bensì l’intera industria della birra nazionale. Contemporaneamente, fondò, sempre a Quilmes, la prima fabbrica argentina di tappi per bottiglie sostituendo quelli di sughero.
Negli anni ’40 acquistò la Norte, a Tucumán, e Maltería de Los Andes, a Mendoza.
Le aziende associate producevano ghiaccio, gas carbonico e bevande analcoliche. Tra le bibite gassate, è da menzionare una bevanda arancione molto popolare, Naranja Bilz, che scomparirà negli anni ’70.
Ma le bevande erano solo una parte delle attività del gruppo Bemberg, che comprendeva anche una grande banca, ferrovie, linee di tram, fabbriche di pane e formaggio, industrie tessili, allevamenti di bestiame, stazioni forestali: ben 33 società. Mentre Otto Sebastian Bemberg era rimasto a Parigi, e i suoi cinque figli avevano trovato moglie in Francia.
Nel 1947-48, sotto il dominio autoritario di Juan Domingo Perón, i birrifici e le altre proprietà familiari di Bemberg furono confiscati. Secondo i danneggiati, si trattò di una ritorsione, in quanto era stata snobbata Evita, la first lady dell’Argentina, in occasione della sua visita a Parigi, e con la pretesa di essere ospitata nella villa Bemberg.
Nel 1955 Perón fu rovesciato da una giunta militare e, nel 1959, tutte le proprietà furono restituite a Bemberg.
Cervecería y Maltería Quilmes SA divenne quindi un’unità di Enterprises Quilmes SA, una holding controllata da Bemberg fondata nel 1952 e registrata in Lussembugo. Nei due decenni successivi diversi birrifici Quilmes furono chiusi, tra cui Palermo nel 1977 e Schlau nel 1978; mentre la birra bevuta in Argentina diminuiva di quasi due terzi pro capite.
Nel 1980 Cervecería y Maltería Quilmes SA, che deteneva circa il 70% del mercato nazionale della birra, iniziò una campagna pubblicitaria radiofonica e televisiva, incentrata sulla musica, allo scopo di persuadere gli argentini – in particolare i giovani – a bere la birra tutto l’anno, anziché solo durante l’estate.
Nel 1984 Quilmes vendette a Heineken NV una quota del 15%. Il contante aiutò la società a finanziare un rinnovamento delle fabbriche di birra Norte e Andes e a costruire un nuovo stabilimento a Corrientes.
In questo periodo, Cervecería y Maltería Quilmes e altre tre unità di bevande in Uruguay e Paraguay erano filiali di Quilmes International (Bermuda) Ltd., la divisione industriale di Enterprises Quilmes.
Nel 1989 gli interessi di produzione di Quilmes furono scorporati dal resto degli interessi commerciali, che erano principalmente finanziari, e fu costituita Quilmes Industrial (Quinsa) SA, incorporata in Lussemburgo, come società a capitale indipendente. Tutte le filiali operative di Quinsa continuarono a essere detenute tramite Quilmes International (Bermuda).
Nel 1991 fu costruito e messo in produzione un birrificio a Santiago del Cile. L’anno seguente entrò in produzione un grande birrificio a Zarate, a Buenos Aires, che sarà ampliato nel 1994 per raddoppiare la capacità. Sempre nel 1994, iniziarono la produzione una nuova fabbrica di malto e una nuova fabbrica di acqua minerale.
Nel 1995-96 Quinsa acquistò due birrifici in Bolivia, e, l’anno dopo, Cervecería Bieckert SA, la più antica fabbrica di birra argentina. Nel 1997 cominciò a produrre la Heinken che prima importava per la distribuzione e la vendita; e continuerà a farlo fino al 2003, quando sarà riscattata la quota di partecipazione. Nel 1998 iniziò a esportare nell’Unione Europea e, l’anno dopo, negli Stati Uniti.
Intanto, nel 1992, la Companhia Cervejaria Brahma del Brasile aveva cominciato a esportare la sua birra Brahma in Argentina. Nel 1994 aveva addirittura costruito il proprio birrificio in Argentina, con una massiccia campagna di marketing e forti sconti sul prezzo. La Compañía de las Cervecerías Unidas SA (CCU), una società cilena alleata con un birrificio tedesco, dopo aver acquisito diversi birrifici argentini locali e regionali, nel 1996 aveva iniziato a produrre e distribuire Budweiser su licenza. Anche la tedesca Warsteiner Brauerei era entrata nel mercato argentino con due birre premium, Isenbeck e Warsteiner.
A quel punto, Quinsa cercò di correre ai ripari. Nel 1999 coinvolse Perrier Vittel SA come partner nella propria impresa di acque minerali, Eco de los Andes, e prese a importare e distribuire i suoi marchi Perrier e Nestlé Purezza Vital. Nello stesso anno acquistò il 51% di Buenos Aires Embotelladora SA (Baesa), la più grande catena di imbottigliamento e distribuzione PepsiCo in Argentina; accaparrandosi quindi anche la distribuzione di acqua minerale Baesa, Glaciar. Nel 2000 acquistò il secondo più grande franchising di imbottigliamento argentino di PepsiCo, Embotelladoras del Interior SA (Edisa), aggiungendo un altro marchio di acqua minerale, Villa Arroyos. E aumentò, nello stesso anno, la quota di Baesa al 98%.
Ma la concorrenza straniera era ormai diventata insostenibile. Dalla fusione, nel 1999, della Companhia Cervejaria Brahma con la Companhia Antarctica Paulista, era nata la AmBev, subito il terzo produttore di birra più grande al mondo.
Come se non bastasse, la crisi finanziaria asiatica del 1998 aveva causato una fuoriuscita di capitale che era sfociata nella recessione culminata nella crisi economica argentina del novembre 2001.
I proprietari di Quinsa allora – ancora principalmente Bemberg, Montalembert e De Ganay, eredi del fondatore – dovettero rivolgersi alla rivale AmBev vendendole, nel 2003, la quota potenzialmente controllabile del 38,6%. Nel 2006 la InBev aumentò la quota a oltre il 91% e prese il pieno controllo della Quinsa.
Quilmes Cristal, lager di colore giallo dorato tenue (g.a. 4,9%); conosciuta anche come Quilmes Cerveza e Quilmes 120th Anniversary Edition. Realizzata con malto proveniente dalla Heineken, è indiscussa leader di mercato nei paesi di produzione. Con una media effervescenza, la spuma bianca viene fuori piuttosto grossolana e si dissolve lentamente senza lasciare segni di allacciatura al bicchiere. L’intensità olfattiva è leggera, con aromi granulosi di cereali succedanei e di luppolo a base di erbe che non vanno al di là di un’ordinaria finezza. Il corpo tende decisamente al sottile, in una consistenza molto acquosa. Tipica lager sudamericana, sa essere soltanto leggera e rinfrescante: il suo gusto amabile di malto defluisce in sufficiente equilibrio con l’amaro del rampicante all’insegna dell’asciuttezza. Il finale risulta brusco, corto, amarognolo. Dalla sfuggente persistenza del retrolfatto spuntano suggestioni pulite, fresche e dissetanti.
Quilmes Stout, stout di colore nero inchiostro con riflessi rosso rubino e dall’aspetto opaco (g.a. 4.8%). Con una carbonazione piuttosto bassa, la schiuma moca viene fuori densa, tenace, abbastanza aderente al bicchiere. L’olfatto, di elevata intensità, regala gradevoli profumi di caramello e malto tostato, caffè e cioccolato, frutta secca scura e zucchero caramellato; nonché lievi sentori di avena e lattosio, vino secco e luppolo erbaceo. Il corpo presenta una leggera consistenza cremosa alquanto appiccicosa. In assenza di acidità e amarore, il gusto può esprimersi a proprio agio, ma nel pieno rispetto del bilanciamento, retto molto bene da malto torrefatto, caffeina, melassa, cioccolato fondente, liquirizia, cenere, pane tostato, caramello, zucchero bruciato. Nel finale persistono dolci note di malto, che lasciano nel corto retrolfatto cremose suggestioni di caffè forte.
Quilmes Bock, dunkel bock di colore marrone scuro con lieve tonalità rosso rubino (g.a. 6,3). La schiuma beige, gestita da una moderata effervescenza, si versa fine, densa, per dissolversi lentamente lasciando un buon pizzo intorno al bicchiere. La tenue dolcezza di malto che dà il benvenuto all’aroma si diversifica subito dopo, con crescente intensità, in caldi sentori di caramello, nocciola, frutta rossa, zucchero di canna, pasta di pane, vaniglia, melassa. Il corpo medio ha una consistenza piuttosto acquosa. Anche il gusto, intessuto di venature fruttate, palesa una certa tendenza all’amabilità; fluisce comunque vivace, gradevole. La stucchevolezza è tenuta sotto controllo da note di fumo e di luppolo terroso, con il supporto di una buona acidità erogata dalle tostature. Il finale si snoda asciutto e pulito nella sua briosa lungaggine. Impressioni caramellate, amarognole e piccanti caratterizzano la discreta persistenza di un retrolfatto abbastanza complesso.
Patagonia Amber Lager, lager di colore dorato scuro tendente all’ambra (g.a. 4,5%). La carbonazione è da leggera a media; la schiuma che si forma, bianchiccia, abbastanza minuta, cremosa, sufficientemente stabile e aderente. L’aroma si esprime con una certa semplicità, pur nella sua consistenza piuttosto complessa: può insomma contare sui freschi e puliti sentori di malto, agrumi, biscotto, frutta, legno, pane, bacche rosse, a loro volta, appoggiati in sottofondo da miele, caramello, e da un alito di alcol. Il corpo appare abbastanza leggero, in una trama schiettamente acquosa. L’ottimo bilanciamento tra cereale e amaricante conferisce piacevolezza, bevibilità; mentre non stanno certo a guardare le delicate note di frutti rossi, vaniglia, erbe, nocciola. La secchezza del finale è farcita di toni piccanti e amarognoli. Il retrolfatto si dilegua in fretta con le sue peraltro labili impressioni di malto caramellato.