Tratto da La birra nel mondo, Volume III, di Antonio Mennella-Meligrana Editore
Thalmässing/Germania
Birrificio bavarese di Pyras, villaggio della Media Franconia nel comune di Thalmässing.
Nel 1749 il ventunenne Johann Adam Bernreuther acquistò la fattoria di Pyras e v’impiantò la taverna Zum Angerwirt. Mentre la birra veniva fornita dal birrificio di Offenbau, acquistato nel 1649 da Hanns Bernreuther.
Nel 1870 tutta la regione fu infestata dalla falena monaca, farfalla che si nutre di legno. Per bloccare la diffusione, vennero tagliati i boschi, con invasione conseguente di legna senza il minimo valore commerciale. Accortamente, Adam Bernreuther la utilizzò come materiale da costruzione e mise su una fabbrica di birra per il proprio locale.
Oggi, sfruttando una sorgente a 105 metri di profondità nel sottosuolo roccioso e integrando i procedimenti tradizionali con le moderne attrezzature, la Pyraser produce 190 mila ettolitri l’anno, tra birra (40%) e bevande analcoliche. È stata anche una delle prime aziende della regione a trattare le acque reflue per ridurre l’impatto ambientale e a adottare criteri di notevole risparmio energetico. E, dal 2015, è membro dell’iniziativa Die Freien Brauer, un’associazione di birrerie private di medie dimensioni, in particolare tedesche e austriache.
Le birre, biologiche e non pastorizzate, nonché commercializzate in bottiglie a rendere con un particolare tappo a vite, rappresentano le principali tipologie della tradizione tedesca. Mentre, all’interno del birrificio, è presente una piccola zona destinata alla degustazione.
Pyraser 6-Korn Bier, speciality grain di colore marrone cupo con riflessi rosso rubino e dall’aspetto opaco (g.a. 4,6%); a fermentazione alta e non filtrata. È un capolavoro del mastro birraio Helmut Sauerhammer, che ha realizzato l’unica birra in terra tedesca con sei cereali: orzo, frumento, spelta, segale, farro, avena. Con una carbonazione piuttosto alta, la schiuma ocra erompe abbondante, cremosa, duratura e aderente. L’olfatto, che ha in dotazione un’elevata intensità e una finezza attraente, schiude subito i suoi profumi di malto, caramello, biscotto, pane, cereali (in particolare, mais e avena), caramella mou; aggiunge quindi sentori di frutta secca, lievito, bacche rosse; cala il sipario esalando richiami di torba, ossidazione, legno, terra, erba bagnata. Il corpo leggero presenta una consistenza squisitamente acquosa. Nel gusto, gli elementi olfattivi si allineano, prima, in due direzioni opposte, amari, da una parte e dall’altra, dolci; poi, trovano il compromesso e allestiscono in fretta e furia un eccellente equilibrio, lasciando anche un minimo spazio per una rinfrescante acidità. Nel finale si leva un delicato amarore erbaceo, che lascia al corto retrolfatto il compito riequilibratore, con suggestioni amabili di malti tostati.
Pyraser Hopfenpflücker Pils, pilsener di colore giallo scarico con riflessi verdognoli (g.a. 5%); non pastorizzata. Viene prodotta una volta all’anno, con il luppolo fresco raccolto a fine agosto nel piccolo luppoleto di proprietà accanto al birrificio. La carbonazione è piuttosto sostenuta; la schiuma bianca, abbondante, fine, cremosa, stabile. All’olfatto il malto si limita a una presenza minimale, lasciando campo libero a sentori di frutta, agrumi, luppolo floreale, lievito, erba fresca, pane tostato, fieno, cereali. Il corpo, da leggero a medio, ha una consistenza pressoché acquosa. Nel gusto invece il malto allestisce una solida base sulla quale scorrono in armonia equilibratrice note di luppolo floreale, erbe, scorza di agrumi, resina, terra. La corsa, abbastanza regolare, si chiude bruscamente, e in assoluta secchezza. Rimangono le suggestioni piacevolmente amarognole di un discreto retrolfatto.