Private Landbrauerei Schönram

Tratto da La birra nel mondo, Volume IV, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Schönram/Germania
Birrificio nel comune di Petting, in Alta Baviera.
Nel 1780 il contadino Franz Jakob Köllerer fondò un Braugasthof con scuderie per i vetturini dei trasporti postali tra Salisburgo e Monaco di Baviera.
Il birrificio rimase nelle mani dei Köllerer fin verso il 1938, allorché Elisabeth sposò Alfred Oberlindober. E oggi il birrificio appartiene a Helga e Alfred Oberlindober, discendenti di Alfred; è invece del 2012 l’attuale denominazione.
Stranamente, in terra bavarese il mastro birraio è un americano, Eric Toft, venuto a diplomarsi all’Università di Weihenstephan, dopo qualche soggiorno in Belgio e in Inghilterra.
E, da buon birraio americano, Toft non poteva non portarsi dietro la passione per le birre molto luppolizzate. Si sa che i tedeschi, quanto alle loro tipologie tradizionali, sono insuperabili, legati come sono al Reinheitsgebot. Ma Eric ha voluto dimostrare che non si contravviene certo all’intransigente editto della purezza usando in maniera quantitativamente diversa gli stessi ingredienti. Fatto sta che, con il suo arrivo e le sue idee americaneggianti, la produzione del birrificio è quanto meno raddoppiata (oltre 100 mila ettolitri annui); mentre, è un dato di fatto, in Germania, da molti anni il consumo di birra è in calo costante.
Schönramer India Pale Ale, india pale ale di colore ambrato e dall’aspetto velato (g.a. 7,8%). È una nuova ricetta, del 2015, con esclusivo luppolo tedesco. La precedente (g.a. 8%) utilizzava luppoli internazionali e bavaresi. La carbonazione è abbastanza sostenuta; la schiuma ocra, abbondante, fine, cremosa, di lunga durata. L’aroma si apre ricco di luppolo floreale, abete rosso, frutta trpicale, agrumi, seguiti, a ruota ma in toni minori, da malto, caramello, miele. Il corpo medio ha una morbida consistenza oleosa. Nel gusto, malto biscotto e caramello allestiscono una solida base per l’attraente passerella di frutta tropicale che cede man mano il campo a un intenso amaro resinoso. La secchezza del finale asciuga compiutamente il palato, e introduce lunghe sensazioni retrolfattive in cui si equilibrano a meraviglia un fruttato esotico e l’erba fresca.
Schönramer Pils, pilsener di colore dorato (g.a. 5%); tradizionale pils tedesca. La carbonazione appare fin troppo delicata; la schiuma bianca sottile, compatta, cremosa, mostra ottima durata e aderenza. L’olfatto è fresco, pulito, con piacevoli profumi di luppolo fiorito che armonizzano a meraviglia con più tenui, ma ugualmente persistenti, sentori sottostanti di fieno, miele, erbe, crosta di pane, e con una non trascurabile sfumatuta di agrumi. Il corpo medio tende al leggero, in una scorrevolissima consistenza acquosa. Nel gusto, l’attacco aspro fruttato e agrumato non dura più di tanto, il tempo che entri in scena una dolcezza di miele, pane e cracker; poi è dominio assoluto di una speziatura floreale di luppolo, nei limiti però tesi a conferire equilibrio, senza ovvero alcuna velleità prevaricatrice. Una lieve astringenza citrica chiude una corsa più che regolare. L’amarore delle impressioni retrolfattive reca una rinfrescante punta di acidità.
Schönramer Imperial Stout, imperial stout di colore nero impenetrabile (g.a. 9,5%). La carbonazione è bassa; la schiuma beige, sottile, compatta, cremosa, di buona durata e allacciatura. L’aroma richiama il malto tostato, che si destreggia a proprio agio tra sentori di mirtilli, liquirizia, fruttas secca, torba, cioccolato fondente, crosta di pane, melassa, zucchero di canna. Il corpo medio ha una consistenza a chiazza di petrolio. Il gusto si snoda intenso, pastoso, con ottimo equilibrio tra il delicato amarore del luppolo e le note armoniose del malto dolce supportate dal tepore etilico. Il finale sembra quello di una tipica bitter, anche con qualche suggerimento terroso. Nel retrolfatto compare un’invitante suggestione di liquirizia che, però, non si trattiene più di tanto.