Tratto da La birra nel mondo, Volume II, di Antonio Mennella-Meligrana Editore
Sonthofen/Germania
Piccola impresa nel cuore dell’Allgäu bavarese, con alle spalle una storia pluricentenaria. Der Hirsch vuol dire “il cervo”.
Nata nel lontano 1657, nel 1859 passò nelle mani della famiglia Höss. Durante i bombardamenti del 1945 rimase completamente distrutta, ma fu ricostruita. E, dal 2008, è guidata da Claudia Höss Stückle, con, a mastro birraio, Jörg Weinberger.
Con una produzione che non raggiunge i 25 mila ettolitri all’anno, offre una gamma che sintetizza le principali birre di tradizione bavarese.
Hoss Doppel-Hirsch, doppelbock di un mogano chiaro con riflessi rossicci (g.a. 7,2%). Tipica allgäuer doppelbock, con la bottiglia chiusa da tappo meccanico e, in etichetta, non il solito doppio caprone, bensì un doppio cervo che si collega appunto al nome del birrificio. La carbonazione è moderata; la spuma, di un bel colore crema, minuta, pannosa, sufficientemente durevole. L’olfatto regala gradevoli profumi di frutta secca e sotto spirito, melassa, pane di segale, malto, caramello, miele, spezie leggere. Il corpo medio presenta una trama cremosa pressoché appiccicosa. Il gusto è delicatamente segnato dal malto, che lascia però ampio spazio per note di pane nero, melassa, caramello, toffee; mentre l’alcol, sì ben nascosto, svolge il suo ruolo degnamente, con un cordiale, carezzevole, riscaldamento. Il finale arriva secco, in una consistenza croccante di nocciola. Nella lunga persistenza retrolfattiva si esalta un piacevolissimo amarognolo dal “subdolo” accento di malto.
Neuschwansteiner Castle Cru, belgian strong ale di colore aranciato e dall’aspetto leggermente velato (g.a. 10,5%). È l’unica birra della casa che si discosti dalla tradizionale produzione bavarese. Viene fermentata con lieviti trappisti e messa in commercio, nel periodo invernale e in edizione limitata, in una bottiglia da 75 cl con tappo di plastica riutilizzabile. La schiuma color ocra, non abbondante, cremosa e di rapida dissoluzione, è gestita da una vivace effervescenza. Lieviti speziati e, a seguire, sentori di frutta sotto spirito, zucchero d’orzo, malto, caramello, polvere, quercia, caratterizzano l’olfatto. Il corpo pieno ha una consistenza abbastanza appiccicosa. La pronunciata dolcezza del gusto trova nell’alta carbonazione e nella buona secchezza l’adeguato bilanciamento, durante la lunga corsa all’insegna di note di malto, caramello, albicocca secca, lievito speziato, luppolo erbaceo. Il finale appare piuttosto amabile in una tessitura fruttata. Il retrolfatto ostenta tutta la forza alcolica che anima il suo morbido calore. Si tratta di un prodotto che può essere tranquillamente sottoposto a invecchiamento.