Tratto da La birra nel mondo, Volume IV, di Antonio Mennella-Meligrana Editore
Steinfurt/Germania
Birreria regionale della Renania Settentrionale-Vestfalia.
Fu fondata, nel 1820, da Alexander Rolinck, clarinettista di corte e coppiere del conte del Sacro Romano Impero Ludwig di Bentheim e Steinfurt.
Venduto il birrificio, nel 2007, alla Krombacher, la gestione fu affidata a Thomas Bressem, responsabile della produzione da lungo tempo. Sicché la birreria di Steinfurt, che già godeva di un’ottima reputazione nel nord-ovest della Germania, non avrebbe non potuto trarre enormi vantaggi sotto un’azienda del calibrio della Krombacher.
Rolinck Pilsener Premium, pilsener di un brillante colore giallo dorato intenso (g.a. 4.8%); il prodotto di punta, risalente al 1875. Con una vivace effervescenza, la schiuma bianca, enorme, densa, cremosa, dura e aderisce al vetro. Cererali, fieno e luppolo alle erbe armonizzano con un morbido malto caramellato a comporre un gradevole bouquet olfattivo, con il generoso contributo dal fondo di un buon fruttato di agrumi. Il corpo, da leggero a medio, presenta una trama decisamente acquosa. A loro volta, cereali acerbi, agrumi amari e luppolo acido sfruttano la solida base di malto per ergersi a equilibratori del frizzante, rotondo gusto di una pils di razza. Il finale fortemente amaro, ai limiti dell’astringenza, si smorza in un corto retrolfatto aspro, secco, pulito.
Eichener Brauerei/Eichen
Birrificio della Renania-Palatinato, fondato nel 1888 da Gustav Schweisfurth. Nel 2002 Karl Wilhelm e Wieland Schwisfurth, per motivi economici, furono costretti a vendere la fabbrica alla Krombacher. Infine, nel 2014, poiché necessitavano incenti investimenti per continuare a gestire gli impianti di produzione, il birrificio fu addirittura chiuso. Mentre i marchi Eichener Pils e Eichener Gold venivano trasferiti alla Rolinck, appartenente anch’essa alla Krombacher.
Eichener Gold, export di un limpido colore dorato chiaro (g.a. 5,4%). La carbonazione rimane nella media; la schiuma bianca, ricca, fine, cremosa, mostra notevole allacciatura e non certo minore stabilità. L’olfatto si esprime gradevolmente nella sfera del cereale, dell’erbaceo, del floreale, dell’agrumato; con qualche sentore, spirante dal fondo, di malto, burro, caramello, tostature. Il corpo medio tende al leggero, in una consistenza spiccatamente acquosa. Il gusto non si rivela così succube del malto, e di conseguenza il luppolo può far emergere più liberamente l’asciuttezza di base. La corsa, più che regolare, si chiude tra note croccanti, secche, pulite. Mentre le sfuggenti suggestioni del retrolfatto portano un’amabile impronta fruttata.