Tratto da La birra nel mondo, Volume IV, di Antonio Mennella-Meligrana Editore
Mossautal/Germania
Birrificio in un piccolo comune dell’Assia.
Nel 1780 Nikolaus Schönberger produsse la sua prima birra per la Brauerei-Gaststätte di Ober-Mossau che prese così il nome di Schönberger Gut.
Nel 1895 il birrificio divenne Johann Gottlieb Schumucker-Brauerei. Rilevato, nel 1921, da Friedrich Gottlieb Schmucker, fu continuamente ampliato e non produceva più soltanto per il proprio ristorante.
Superata la crisi delle due guerre mondiali, nel 1958 fu il primo birrificio in Germania a costruire un impianto di trattamento delle acque reflue. E proseguì in ulteriori innovazioni tecniche; non tralasciando ovviamente il raddoppiamento della capacità produttiva nel 1964 e inaugurando addirittura una nuova fabbrica nel 1985. Ma gli alti investimenti finirono per metterlo in difficoltà finanziarie, tanto che nel 2006 veniva rilevato dalla Brau Holding International.
Da ricordare che, nei locali della birreria, ogni anno si svolge la Schmucker Hoffest.
Schmucker Meister Pils, pilsener di colore giallo molto pallido (g.a. 4,8%). Con la carbonazione decisa, si genera una schiuma bianca alta, soffice, quasi cremosa, di ottima allacciatura e persistenza. Luppolo a base di erbe e, in secondo piano, un malto granuloso caratterizzano l’olfatto; sentori di agrumi, frutta acerba, lievito speziato spirano dal fondo; alitano invece in lontananza richiami di pane, grano, paglia, fieno. Con il corpo un po’ più leggero della media e una consistenza spiccatamente acquosa, l’invito a bere per rinfrescarsi e dissetarsi diventa irresistibile. E infatti il gusto, pulito, secco, misuratamente amaro, compie una corsa regolare che si chiude lasciando in bocca un non so che di inappagato. Ma lo sfuggente retrolfatto riesce ad apportare quel piacevole tocco di amarognolo ancora mancante.
Schmucker Hefe-Weizen Dunkel, dunkel weizen di colore marrone scuro e dall’aspetto torbido (g.a. 5%); realizzata con oltre il 50% di malto di frumento. Con una forte effervescenza, la schiuma cachi sprizza enorme, minuta, compatta, durevole. L’aroma, forte e tostato, propende per una piacevole dolcezza, peraltro infervorata da un blando sentore di spezie. Il corpo, da leggero a medio, ha una consistenza pressoché acquosa. Anche il gusto presenta una certa dolcezza granulosa che scivola su adeguata base sottilmente amara e acidula. Nel finale, un cremoso malto torrefatto che va pian piano asciugandosi sfocia bruscamente tra le sfuggenti sensazioni fruttate e speziate di un retrolfatto segnato dal lievito.