Tratto da La birra nel mondo, Volume II, di Antonio Mennella-Meligrana Editore
Trutnov/Repubblica Ceca
Piccolo birrificio nella regione di Hradec Králové.
Nel 1260 il re di Boemia Venceslao I fondò, sulle rive del fiume Úpa, un insediamento per sviluppare il raccolto agricolo. Trattandosi di una città reale dunque, Trutnov fin dalla sua creazione godette del privilegio di fabbricare birra. Privilegio, ribadito nel 1340 dal re ceco Giovanni di Lussemburgo.
Fino al secolo XVI la birra veniva prodotta in singole abitazioni, secondo un ordine prestabilito. E il numero di queste case, 149, rimase invariato fino al 1582, quando i birrai locali unirono le proprie forze per iniziare la produzione in comune.
Dalla fine del secolo XVIII la fabbrica divenne una società i cui proprietari erano cittadini. Poi, dopo la seconda guerra mondiale, fu nazionalizzata. Nel 1994 infine prese il nome di Krakonoš, dal leggendario spitito della montagna.
La produzione annua, di oltre 100 mila ettolitri, è destinata principalmente al mercato locale. Si tratta di una serie di birre a bassa fermentazione secondo la migliore tradizione ceca.
Fanno parte della fabbrica un grosso complesso turistico, Hotel Krakonoš, e lo spaccio aziendale.
Krakonoš Svĕtlé Výčepní 10°, pilsner leggera di colore dorato chiaro (g.a. 4%). Con una media effervescenza, la spuma bianca esce densa, cremosa, ma si dilegua rapidamente. L’aroma si apre tenue, delicatamente luppolizzato, con qualche accenno di mais, erbe, malto, fiori, miele, burro. Il corpo, da leggero a medio, ha una consistenza tra oleosa e acquosa. Il gusto, iniziale di malto, prosegue con note fruttate, si conclude con luppolo amaro. Il finale apporta un fresco tocco di acidità. Il retrolfatto non dura tanto, il tempo di erogare una non sgradevole suggestione resinosa.
Krakonoš Svĕtlý Ležák 11°, pilsner di colore dorato (g.a. 4,3%); appena più forte della precedente. Con una media effervescenza, la schiuma bianca si leva abbondante, fine, cremosa. L’aroma è di un delicato luppolo floreale, quasi non volesse intimidire i labili sentori di malto, pane, frutta, burro, fieno, caramello. Il corpo, da leggero a medio, ha una consistenza oleosa pressoché appiccicosa. Il gusto appare piuttosto neutro, con un vago accenno all’amaricante. Il finale resinoso reca qualche nota di terra e di foglie. Il corto retrolfatto si rivela evanescente e polveroso.
Krakonoš Svĕtlý Ležák 12°, pilsner di colore oro chiaro (g.a. 5,1%). La carbonazione moderata sviluppa una bella schiuma cremosa di scarsa allacciatura ma di buona durata. L’aroma si effonde leggermente luppolizzato, e non qualche accenno ancora più debole di malto, fieno, erbe, cereali, fiori. Il corpo, da leggero a medio, presenta una trama, prima, setosa, poi, acquosa. Un gusto amaro, sempre di luppolo, prende subito quota con tenui note burrose su solida base di malto; ma porta a termine la lunga corsa con una secchezza piuttosto aspra. Il finale si propone agrodolce, con sensazioni di malto ed erbe aromatiche. La sufficiente persistenza retrolfattiva richiama il luppolo, che non tarda a erogare una fresca punta di acidità.