Tratto da La birra nel mondo, Volume III, di Antonio Mennella-Meligrana Editore
Longmont, Colorado/USA
Nacque, nel 1997 a Lyons (sempre nella contea di Boulder nel Colorado), col nome di Oskar Blues Original Grill & Brew Restaurant, a opera di Dale Katechis e di sua moglie, Christi. Due anni dopo, cominciò a produrre birra nel seminterrato.
Nel 2002 decise di rendere disponibili le proprie birre anche al di fuori del brewpub, e in una maniera relativamente originale. Fu ovvero uno dei primi rappresentanti della Craft Beer Revolution americana a distribuire la birra in lattina. Seguirono, nel 2012, i contenitori di alluminio richiudibili; e, nel 2013, arrivò addirittura la lattina da 568 ml (una pinta reale).
Quella che sembrava una novità aleatoria si rivelò un successone, tanto che si rese necessario affiancare al brewpub di Lyons un altro impianto produttivo a Longmont e un birrificio satellite a Brevard (nella Carolina del Nord).
Oskar Blues Gubna Imperial IPA, double IPA di colore arancio con riflessi ramati e dall’aspetto velato (g.a. 10%); la prima imperial IPA al mondo disponibile in lattina. Utilizza soltanto tre tipi di malto e una varietà di luppolo. La carbonazione è contenuta; la schiuma bianca, sottile, cremosa, stabile. L’aroma si libera pulito, con eleganza, a base di pompelmo, in primo piano; a seguire, malto, resina, agrumi, frutta tropicale, aghi di pino. Il corpo medio ha una consistenza oleosa un po’ untuosa. Nel gusto, l’amaro, l’acidità e il piccante di un deciso luppolo floreale dominano la scena; ma senza il minimo segno di squilibrio, con caramello, frutta, grano, malto biscotto a far da solida base; intanto che l’alcol si tiene discretamente nascosto. Scorza di pompelmo, resina, pepe, erbe amare, portano il finale a un’astringenza quasi pungente. Nel lungo retrolfatto il calore dell’alcol, oltre a riscaldare, attenua l’amarore con la propria dolcezza.
Oskar Blues Ten Fidy, imperial stout di colore nero ebano impenetrabile (g.a. 10,5%). Utilizza malto da orzo a due file, malto cioccolato, orzo tostato e fiocchi di avena. La carbonazione è quasi piana; la schiuma moca, soffice, non ricca, ma di buona tenuta. L’aroma si rivela intenso, e abbastanza pulito, a base di malto torrefatto, caffè, luppolo, mirtilli, cacao amaro, cereali tostati, frutti rossi, vaniglia, nocciola, liquirizia, liquore al cioccolato. Il corpo pieno presenta una vellutata trama cremosa. Nel gusto, l’alcol si fa sentire, eccome, dall’inizio alla fine, riscaldando piacevolmente le note di caffè, malto bruciato, tabacco, orzo torrefatto, frutta, pane bruciato, melassa; mentre, verso il termine della lunga corsa, compaiono, prima, un amaro resinoso da luppolo, poi, una leggera acidità da tostature. Il finale si rivela lungo nella sua secchezza ripulente. Dal persistente retrolfatto esalano calde suggestioni di prugne e torta alle noci.