Oakham Ales

Tratto da La birra nel mondo, Volume III, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Peterborough/Inghilterra
Licenziato dalla compagnia di assicurazioni, John Wood, che da almeno 20 anni praticava l’homebrewing, aprì nel 1993 a Oakham (nella contea del Rutland), la Oakham Ales appunto.
Due anni dopo, nonostante i riconoscimenti nei festival regionali della CAMRA, Wood vendette l’attività a Paul Hook, proprietario del Charters Bar di Peterborough. Mentre in sala cottura rimaneva il birraio John Bryan, che era stato collaboratore di Wood.
Nel 1998, per la solita incapacità di soddisfare la crescente domanda di mercato, avvenne il trasferimento nel pieno centro di Peterborough (nella contea del Cambridgeshire), nell’edificio della vecchia borsa valori. Adiacente al birrificio, venne anche aperto un pub, The Brewery Tap.
Nel 2002 fu acquistato The Bartons Arms di Aston (un quartiere di Birmingham), uno dei più bei pub del Paese (architettura vittoriana). Seguì una terza inaugurazione, nel 2008, a Peterborough. Infine, nel 2013, fu rilevata la Bellwether Winos, azienda distributrice di vini.
Oakham Citra, american pale ale di colore oro con riflessi arancio e dall’aspetto alquanto intorbidito (g.a. 4,2% in botte, 4,6% in bottiglia). Si tratta di una single hop, con ossia l’americano Citra utilizzato per la prima volta nel Regno Unito proprio da Oakham Ales nel 2009. E il favore dei consumatori la portò, nel 2011, a entrare nel novero delle birre stabili. La carbonazione è piuttosto bassa; la schiuma bianca, non così ricca, ma fine, cremosa, di apprezzabile durata. Al naso, subito un’esplosione, peraltro molto fresca e pulita, di agrumi e frutta tropicale, che si tirano dietro, a poca distanza, sentori di uva spina, malto granuloso, luppolo floreale. Il corpo, da leggero a medio, ha una morbida consistenza oleosa. Nel gusto, l’attacco è di cereali e malto biscotto; segue la dolcezza della frutta tropicale, nella quale già s’insinua qualche aspra nota vegetale; il resto del percorso è sotto l’egida del luppolo erbaceo, che porta a un finale secco e amaro. Nel corto retrolfatto si leva una lieve astringenza da scorza di pompelmo e resina di pino.