Tratto da La birra nel mondo, Volume III, di Antonio Mennella-Meligrana Editore
Fort Bragg, California/USA
Quella che oggi è un’azienda di prestigio, nella Mendocino County ricca di birrifici, nacque nel 1988 come brewpub ricavato da una ex chiesa presbiteriana con annesso obitorio, nel centro della città. Soprattutto, fu uno dei pionieri della Craft Beer Revolution americana.
Gli artefici, furono tre soci. Mark Ruedrich si era avvicinato alla birra durante un soggiorno in Inghilterra e aveva cominciato a far pratica in casa come homebrewer. Gli ottimi risultati ottenuti lo avevano pian piano convinto che non era poi malvagia l’idea di aprire un’attività commerciale in un paese che peraltro non aveva una birra “vera”, ossia fatta artigianalmente come una volta. Gli altri due? Un costruttore, che finanziò e realizzò le opere di edilizia, Joe Rosenthal; e Tom Allen, il quale portò la sua esperienza di ristoratore.
Nel 1994 la North Coast fu trasformata in società per azioni; mentre, dall’altra parte della strada, sorgeva un nuovo stabilimento (con ristorante/grill annesso) per soddisfare le crescenti richieste di mercato.
Nello stesso anno furono acquisiti i diritti sul marchio Acme, una vecchia quanto famosa birra californiana.
Sotto la guida del mastro birraio Mark Ruedrich, la North Coast ha sviluppato una solida reputazione per la qualità dei suoi prodotti, oggi distribuiti in 22 stati americani e che hanno mietuto un’infinità di medaglie d’oro e d’argento ai World Beer Champioships e al Great American Beer Festival.
Per la maggior parte, la produzione riguarda la fermentazione alta. La gamma, che non va al di là di una ventina di offerte, è da considerare piuttosto povera rispetto a quella dei tanti birrifici più in voga attualmente e tenendo conto dei 30 anni di attività.
Ma la filosofia della North Coast non è quella di inondare il mercato di novità, di birre one-shot o stravaganti esperimenti; bensì quella di raggiungere, sempre e a qualsiasi costo, la qualità. E la strada per arrivare alla qualità non è così agevole, come tanti credono. Il vero birraio, che non abbia ovvero la presunzione e la convinzione di saper tutto (lasciamo perdere questi “geni”!), è colui che non si stanca mai di imparare, di migliorarsi con umiltà, di mettersi in discussione ogni giorno; che è capace di ascoltare, di condividere le esperienze altrui.
North Coast Old Rasputin Russian Imperial Stout, imperial stout di colore nero pece con tonalità rossastre e dall’aspetto opaco (g.a. 9%). Porta il nome del famoso monaco siberiano Grigorij Efimovič Rasputin introdotto a corte per la sua fama di taumaturgo e che, pare, amasse proprio questo tipo di birra. Una birra che ha peraltro ottenuto un’infinità di medaglie d’oro nei vari concorsi in giro per il mondo. Con una media effervescenza, la schiuma, beige/marrone chiaro, emerge minuta, cremosa, tenace e di un’allacciatura pressoché appiccicosa. L’aroma non appare così pronunciato, ma sa esprimersi con eleganza e pulizia: in una sequenza senza soluzione di continuità si esibiscono sentori di agrumi e frutti di bosco, di malti e anacardi tostati, di caffè espresso e cioccolato fondente, di noci e nocciole, di caramello scuro e pane di segale, di prugna e uva sultanina, di vaniglia e liquirizia. Il corpo, medio-pieno, presenta una morbida trama leggermente oleosa. Il gusto è denso, pastoso, complesso, con note che vanno dall’orzo tostato al caffè nero, dal cacao amaro al malto torrefatto, dal carbone di legna alle noci tostate, dallo zucchero di canna ai frutti di bosco scuri: uno straordinario equilibrio tra dolce, amaro e acido; con l’alcol che riscalda senza farsi minimamente notare. La corsa dura abbastanza, piacevole, appagante, e si chiude in “bella” secchezza. Restano, nel retrolfatto, lunghe impressioni di caffè e tostature, calde e deliziosamente amarognole.
Acme California Pale Ale, american pale ale di colore dorato intenso tendente all’ambra (g.a. 5%). Viene elaborata con malto d’orzo americano a due file, una piccola percentuale di malto inglese e luppolo Cascade. Con una media effervescenza, la schiuma bianca emerge fine, con buona allacciatura al vetro, ma di breve durata. L’aroma propone malto dolce, lievito, caramello, biscotto, miele, agrumi, frutti di bosco, resina di pino. Il corpo, da leggero a medio, ha una consistenza piuttosto cremosa. Il gusto è dolciastro, senza però il minimo accenno di stucchevolezza che possa compromettere le caratteristiche di una ale di ottima bevibilità: malto, frutta, biscotto, grano, caramello, da una parte e dall’altra, erbe aromatiche, luppolo floreale, menta piperita, si fondono armonicamente creando un notevole equilibrio al palato. Nel finale, compare una connotazione decisamente votata alla secchezza, preludio a un lungo retrolfatto piacevolmente acidulo e amarognolo.
Acme California Brown Ale, brown ale di colore marrone rossastro e dall’aspetto opaco (g.a. 5,6%). La carbonazione è piuttosto bassa; la schiuma beige, enorme, cremosa, aderente. All’olfatto, si avvertono, lievi ma ben distinti, i sentori di malto scuro e del luppolo tedesco delle varietà Tettnang e Hallertau con le quali la birra viene aromatizzata. Il corpo, da medio a pieno, ha una consistenza leggermente grassa. Anche il gusto e il suo amarore risentono della predilezione americana per il rampicante delle Urticacee, che tiene a bada, magari con una certa prosopopea, le note di malto tostato, caramello, pane scuro, cereali, frutti di bosco, cioccolato, zucchero di canna. Non manca ovviamente una rinfrescante punta di acidità, erogata in chiusura del lungo percorso gustativo dalle solite tostature. Nel retrolfatto si esaltano piacevoli suggestioni di nocciola sulla scia di un delicato luppolo floreale.
North Coast Blue Star, wheat ale di colore giallo oro e dall’aspetto intorbidato dai lieviti in sospensione (g.a. 4,5%). Con una vivace effervescenza, la schiuma bianca prorompe ricca, cremosa, di sufficiente durata. L’aroma prevalente è quello della crosta di pane, che lascia comunque ampio spazio per sentori floreali, di lievito, malto granuloso, esteri fruttati, fieno, grano, scorza di limone, semi di coriandolo. Il corpo, più scarno che leggero, ha una consistenza parecchio acquosa. Il sapore, pulito, un po’ aspro, estremamente dissetante, si snoda all’insegna degli agrumi, del lievito, del grano, di un luppolo a malapena percepibile. Il finale, dopo l’immancabile nota acida, diventa fresco, dolce, fruttato. Nel retrolfatto, le sfuggenti suggestioni di grano hanno una squisita delicatezza che ne fa subito avvertire la nostalgia. Il produttore consiglia il consumo con una fetta di limone.
North Coast PranQster, belgian strong golden ale di colore dorato pallido e dall’aspetto torbido (g.a. 7,6%). Con una carbonazione piuttosto attiva, la schiuma bianchiccia erompe molto sottile, non tanto generosa, e si dissolve rapidamente senza lasciare alcun pizzo al vetro. L’intensità olfattiva appare abbastanza elevata, e di gradevole finezza, con persistenti profumi floreali, fruttati, di malto, limone, caramello, lievito belga, pasta di pane, miele, paglia, grano, chiodi di garofano. Il corpo, medio-pieno, ha una tessitura leggermente oleosa. Il gusto, rotondo, armonico, pastoso, è quasi dominato dal lievito belga, che comunque consente una sorta di espressione controllata a note di malto, banana matura, biscotti, erba, pane tostato, agrumi, frutta secca, spezie sottilmente incisive. Nel finale il sapore mostra un evidente orientamento al dolce; ma il fruttato aspro di fondo lo stempera e gli permette di portare a termine la corsa in assoluta secchezza. Nella lunga durata del retrolfatto, il solito lievito belga diventa quasi terroso, e cede malvolentieri il campo a suggestioni amarognole pressoché astringenti.
North Coast Red Seal Ale, american pale ale di un bel colore rosso brunastro (g.a. 5,5%). Con una carbonazione moderata; la schiuma, di un beige sbiadito, ampia, cremosa, rimane per tutta la durata della degustazione, lasciando un pizzo a ogni sorsata. La finezza olfattiva è attraente, a base di malto tostato, pino, caramello, agrumi, terra, foglie, pane, erbe, pompelmo, luppolo lievemente speziato. Il corpo medio tende al leggero, in una morbida consistenza cremosa. Il gusto ha morbidezza, intensità: parte con note di caramello e malto biscotto, prosegue col fruttato del mango e del pompelmo, sfocia in un finale asciutto e impresso da un delicato luppolo erbaceo. Nel retrolfatto rimangono impressioni terrose, nonché tracce di resina e frutta secca.
North Coast Scrimshaw, pilsener di colore oro pallido (g.a. 4,4%); aromatizzata con luppolo tedesco delle varietà Hallertau e Tettnang. Scrimshaw è l’intaglio fatto tradizionalmente dai marinai nelle conchiglie o nei pezzi di avorio. Con una carbonazione alquanto decisa, la schiuma bianchiccia trabocca sottile, pannosa, aderente. L’aroma si schiude fresco e delicato, con profumi di malto e luppolo erbaceo, nonché qualche lontano richiamo di caramello, pane, fieno, grano. Il corpo, da leggero a medio, presenta una tessitura tipicamente acquosa. Il gusto, fluido, pulito, effervescente, ha un dolce imbocco di malto; ma risente sempre di più la forte luppolizzazione, sino a diventare molto asciutto nel brusco finale. Suggestioni di caramello e cereali camuffano il deciso, persistente, amarore retrolfattivo di un luppolo fiorito.
North Coast Old No. 38 Stout, dry stout di colore marrone profondo, quasi nero, con riflessi rossastri e dall’aspetto opaco (g.a. 5,6%). Il No. 38 è quello della locomotiva a vapore (riportata peraltro in etichetta) che una volta partiva da Fort Bragg, sede dell’azienda, per Willis. Con una morbida, leggera, carbonazione, la schiuma nocciola sgorga fine, densa, stabile. L’aroma si libera con toni caldi e avvolgenti, a base di malto torrefatto, fondi di caffè, caramello, pino, cioccolato nero, bacche rosse, marmellata di prugne, vaniglia, esteri di frutta scura, nocciola, liquirizia. Il corpo medio tende al pieno, in una consistenza tra cremosa e grassa. Il sapore si accosta al palato in maniera carezzevole, asciutto, pulito, ricco di malto, melassa, frutta scura, caramello; mentre il bilanciamento viene dal sottofondo a malapena amaro, di luppolo, caffè, tostature, con una fresca nota di acidità in prossimità del traguardo. Il finale risente parecchio la secchezza del rampicante; ma fa presto a levare l’incomodo, lasciando al retrolfatto il non certo gradito compito della raffazzonatura che, comunque, riesce a regalare qualche piacevole suggestione di cioccolato fondente.