Tratto da La birra nel mondo, Volume III, di Antonio Mennella-Meligrana Editore
Vista, California/USA
Daniel Love, sales manager in una multinazionale della telefonia, già da diversi anni praticava l’homebrewing insieme al figliatro, Kamnon Khannakhjavani. Al Great American Beer Festival del 2008 conobbe Lee Chase che, da head brewer di Stone Brewing, era passato a fare il consulente per i nuovi birrifici, fondando anche la Blind Lady Ale House, a San Diego, con l’annesso birrificio Automatic Brewing.
Fu un incontro fatale. Nel 2010, all’età di 50 anni, Daniel Love realizzava le proprie ricette, sotto la supervisione di Lee Chase, nei locali di Thibodo Road, a Vista, con l’apertura anche di un negozio per homebrewing e una piccola taproom.
Nel 2012 avvenne il trasferimento in una sede molto più ampia, a Main Street; ma, nei locali di Thibodo Road, rimanevano in attività il piccolo impianto produttivo e la taproom.
Infine, nel 2016, veniva inaugurato a Nampa, appena fuori Boise (nell’Idaho, uno stato con maggiore disponibilità di risorse idriche e dai costi immobiliari molto più bassi rispetto alla California), il nuovo stabilimento dal potenziale annuo di 100 mila ettolitri con annessa sala di degustazione.
Mother Earth Boo Koo, india pale ale di colore dorato e dall’aspetto lievemente velato (g.a. 6,5%); tipica West Coast IPA, abbondantemente luppolizzata. La carbonazione è da media a vivace; la spuma, bianca come la neve, abbondante, cremosa, durevole. L’aroma, di buona intensità, regala persistenti profumi di malto, agrumi, miele, caramello, frutta tropicale, aghi di pino, luppolo piccante. Il corpo tende al sottile, in una consistenza piuttosto oleosa. Nel gusto, la dolcezza dei cereali e l’amaro del rampicante si esaltano con il loro equilibrio ai limiti della perfezione; e sotto l’egida di una pulizia, a dir poco, maniacale. Il finale, resinoso e vegetale, preannuncia le lunghe impressioni retrolfattive, fruttate e agrumate, secche e amare.