Marble Brewery

Tratto da La birra nel mondo, Volume III, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Manchester/Inghilterra
Birrificio creato nel 1997 come ultimo tentativo per risollevare le sorti del pub The Marble Arch Inn. Fu opera del suo proprietario, Vance Debechval, e del manager Mark Dade. Tre anni dopo, Mark si ritirò per fondare la Boggarts Brewery, sempre a Manchester. Prese il suo posto il birraio James Campbell.
Fino al 2011 il birrificio rimase nello stabile dell’ex pub, poi si spostò a 500 metri di distanza.
Nel 2013 diede le dimissioni anche James Campbell che, insieme al socio Paul Jones, aprì l’anno successivo la Cloudwater Brewery.
Si avvicendarono altri due birrai, Dominic Driscoll e Colin Stronge. Infine, all’inizio del 2016, arrivò il neozelandese James Kemp, con esperienze presso diverse fabbriche, in particolare la Fuller’s.
In ogni modo, possiamo constatare con piacere che il Marble Arch Inn a tutt’oggi è sempre aperto; mentre il birrificio ha altri due locali di proprietà, la Beerhouse, nel sobborgo di Chorlton, e il piccolo 57 Thomas Street, nella zona nord di Manchester. Oltre a proporre infine un’ampia gamma di birre, la Marble Brewery è impegnata anche in diverse collaborazioni, tra cui la Earl Grey IPA con l’olandese Emelisse.
Da annotare che nel 2000 la produzione della Marble Brewery divenne rigorosamente biologica, quindi, nello stesso anno, strettamente vegana. E, nonostante non sia più usata per la chiarificazione la colla di pesce (ricavata di solito dalla vescica natatoria dello storione), raramente la birra risulta torbida.
Marble Manchester Bitter, ordinary bitter ale di colore dorato lievemente sfumato (g.a. 4,2%). Un omaggio all’indimenticabile Boddingtons Bitter della Strangeways Brewery di Manchester, oggi prodotta a Samlesbury da AB InBev. La carbonazione appare un po’ sopra le righe, per una bitter da pub; la schiuma, comunque, si rivela minuta, cremosa, stabile. L’aroma, alquanto pulito, regala profumi di malto, agrumi, caramello, pane, erbe, luppolo floreale. L’intensità lascia un po’ a desiderare, rimedia la gradevole finezza. Il corpo, molto leggero, ha una trama pressoché acquosa. Nel gusto, l’imbocco dolciastro di cereali viene presto fagocitato dalle note amare di erbe fresche, scorza di agrumi, paglia bagnata. Il finale, breve e secco, reca un tocco di quercia, seguito da una punta di acidità. Lo sfuggente retrolfatto luppolizzato è più aspro che amaro.
Marble Chocolate Marble, porter di colore marrone molto scuro, quasi nero (g.a. 5,5%). Il nome è un voluto riferimento improprio al “tortino marmorizzato” (Chocolate Marble), in quanto viene utilizzato il malto chocolate, e non il cacao o il cioccolato. La carbonazione è da piatta a media; la spuma beige, fine, cremosa e di pregevole durata. L’aroma si apre con eleganza, pulizia, intensità, a base di caffè espresso, frutta scura, caramello, orzo tostato, cioccolato fondente, liquirizia, luppolo erbaceo e terroso. Il corpo mostra una straordinaria leggerezza, nella sua tessitura piuttosto acquosa. Il gusto richiama le sensazioni avvertite al naso e con una sola variante: l’iniziale sapore di cioccolato al latte si scioglie via via in una dolcezza di malto. Il finale secco apporta la tipica acidità dei malti scuri. Nel retrolfatto si fondono armonicamente impressioni di liquirizia e di vaniglia, di caffè torrefatto e di cioccolato amaro.
Marble Lagonda IPA, india pale ale di colore dorato (g.a. 5%); dedicata a Lagonda, marchio inglese di automobili di lusso, fondato nel 1906 da Wilbur Gunn e rilevato nel 1947 da David Brown, per essere infine abbandonato nel 1965. Con una media effervescenza, la spuma bianca, sottile e cremosa, si rivela durevole e aderente. L’olfatto denota una certa complessità, con i suoi intensi e ostinati profumi floreali, agrumati, tropicali, fruttati, erbacei, di lievito e di malto. Il corpo medio tende al leggero, in una consistenza piuttosto acquosa. Su solida base di malto, a supporto della dolcezza della frutta tropicale, si distende un sapore amaro di resina fresco e piacevole. Il lungo finale asciutto è quasi un sondaggio per l’ingresso di un discreto retrolfatto di luppolo fruttato.