Mad Hatter Brewing Company

Tratto da La birra nel mondo, Volume III, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Liverpool/Inghilterra
Sull’esempio del fratello maggiore che produceva birra in casa vendendola nelle feste, ad amici, a conoscenti, anche Gareth (“Gaz”) Matthews cominciò dall’homebrewing in garage, intanto che studiava criminologia.
L’idea di aprire un birrificio fu della moglie, Sue Starling, che, a sua insaputa, prese in affitto dei locali in Upper Parliament Street. Nacque così, nel 2013, la Mad Hatter Brewing Company che, nel 2017, con la crescita della domanda, si trasferì nella sede attuale, all’incrocio tra Jamaica e Watkinson Street. Fu anche aperta una piccola taproom che però chiuse dopo non molto.
Perché Mad Hatter? Un nome che vuol dire “il cappellaio matto”. Perché Gareth era consapevole di una certa sua pazzia nel voler mescolare innovazione e tradizione, ovvero la Craft Beer Revolution americana e la tradizione inglese della real ale.
Mad Hatter Nightmare On Bold Street, sweet stout di colore marrone scuro, quasi nero, e dall’aspetto torbido (g.a. 5,3%). La carbonazione è molto delicata; la schiuma nocciola, minuta, cremosa, tenace. Al naso dominano i frutti rossi, con la loro asprezza, e la mela; sotto le loro tonalità invece, aleggiano caffè, cioccolato al latte, resina, liquirizia, caramello, vaniglia, lattosio, malto bruciato. Il corpo medio ha una consistenza cremosa e piuttosto viscosa. Nel gusto, la dolcezza complessiva (uva passa, lattosio, pane di segale, vaniglia, frutta scura, cioccolato al latte) è bilanciata dall’amaro dei fondi di caffè supportati da note di carbone di legna; mentre, in prossimità del traguardo, dopo un lungo percorso, le tostature erogano un’opportuna punta di acidità a ripulire il palato. A un bel finale amarognolo, secco e luppolizzato, tiene dietro un corto retrolfatto dalle vaghe impressioni dolcemente cioccolatose.