Tratto da La birra nel mondo, Volume III, di Antonio Mennella-Meligrana Editore
Neer/Paesi Bassi
Piccola azienda a conduzione familiare del Limburgo, a nord di Roermond.
Fu fondata nel 1870 da Willem Geenen, un agricoltore e produttore di sciroppo che tre anni prima era andato a imparare il mestiere del birraio in Germania, a Worms.
Willem Geenen costruì il birrificio accanto alla sua casa, dove esisteva da almeno 80 anni un tiglio (lindeboom). Oggi le birre si chiamano Lindeboom’s Bier, ma fino a una trentina di anni fa erano conosciute come Geenen’s Bier.
Da annotare che all’epoca nel villaggio di Neer, che non arrivava a un migliaio di abitanti, esistevano non meno di quattro fabbriche di birra. Chiaramente erano aziende agricole che producevano birra poche volte l’anno, di solito in inverno, quando non c’era da lavorare la terra.
La Lindeboom fu uno degli ultimi birrifici a convertirsi alle lager, nel 1924. Nel 1996 la qualità delle sue birre le valse il titolo di “fornitore della famiglia reale”. Nel 2001 ritornò alle ale, e rilevò dalla De Leeuw la produzione della Venloosch Alt.
Tramite i suoi 50 mila ettolitri l’anno, propone oggi un’apprezzabile selezione di referenze.
Lindeboom Pilsener, pilsner di colore giallo dorato e dall’aspetto cristallino (g.a. 5%); in produzione dal 1870. Con una carbonazione decisa, la schiuma bianca prorompe generosa, fitta, sottile, un po’ ruvida ma di buona aderenza. Il profumo di cereali che imprime l’olfatto appare quasi attraente, supportato da sentori di malto, limone, luppolo secco, erbe aromatiche, caramello, paglia, metallo. Il corpo, da leggero a medio, ha una consistenza abbastanza acquosa. Il gusto, misuratamente luppolizzato, fluisce pressoché asciutto su solido fondo di malto, sfociando in un corto finale pulito e amarognolo. Dalla discreta persistenza retrolfattiva si levano non certo sgradevoli impressioni agrodolci.
Lindeboom Herfstbock, dunkel bock di colore bruno rossastro (g.a. 7%); un’offerta autunnale. Viene realizzata, già in estate, a bassa fermentazione e con malto chiaro e scuro. L’effervescenza è abbastanza contenuta; la schiuma beige, fine, cremosa e di buona ritenzione. L’aroma, distintamente segnato dal malto scuro, reca tenui sentori anche di caramello, uva passa, zucchero di canna, frutti scuri. Il corpo rotondo, di consistenza oleosa, non può celare più di tanto la forza alcolica che avvolge il palato. Il gusto, dopo l’impatto abboccato, assume pian piano una strutturazione amarognola, prima, a contrastare, poi, a tenere in piedi l’equilibrio che tende allo sbilanciamento verso la dolcezza. Nel secco finale le note amare addirittura si accentuano. Dalla sufficiente persistenza retrolfattiva si levano fresche, croccanti, sensazioni di caramello bruciato, inseguite da un’impressione acida di caffè leggero.
Lindeboom Venloosch Alt, altbier di colore ambrato scuro (g.a. 5%); a fermentazione alta e una delle poche altbier nei Paesi Bassi. Elaborata con un tipo di malto chiaro e due tipi di malto scuro, viene aromatizzata con agrumi e coriandolo (originariamente invece, si utilizzavano fichi e uva passa). Questa birra risale al 1753; ma viene documentata dal 1896, allorché fu fatto per la prima volta il nome di un caffè con birreria a vapore al Grote Kerkstraat di Venlo, La Belle Alliance. Durante la seconda guerra mondiale, la città di Venlo fu quasi rasa al suolo, e si persero le tracce sia della birra che della fabbrica. Soltanto nel 1983, trovata l’antica ricetta, riprese la produzione il bar De Gouden Tijger, sempre di Venlo. Alla fine del secolo XX il bar De Gouden Tijger vendette la ricetta alla De Leeuw di Valkenburg che prese a produrre la birra a fermentazione bassa. Infatti la De Leeuw sosteneva che fosse “l’unica alt a fermentazione bassa di tutta l’Olanda”. Poi, nel 2000, la De Leeuw fu rilevata dalla belga Haacht che trasferì, nel 2006, la sua produzione a Boortmeerbeek. Ma, nel 2001, la Lindeboom era riuscita ad accaparrarsi la Venloosch Alt. Con una moderata effervescenza, la schiuma ocra fuoriesce piuttosto scarsa per dissolversi rapidamente senza lasciare il minimo segno di allacciatura. L’aroma dolce, per lo più di mais e caramello, elargisce anche sentori di lievito, frutta scura, malto, pane, uvetta, bacche, vino, coriandolo. Il corpo, da leggero a medio, ha una consistenza un po’ acquosa. Il gusto, abbastanza pieno, vivace, si esprime, nella sua lunga durata, con una sottile quanto piacevole dolcezza dall’accento tostato, supportata da leggere note acide e speziate, di agrumi e lievito fruttato. Il finale sopraggiunge asciutto, pulito, e si spegne in un corposo retrolfatto amarognolo con qualche richiamo metallico.