Licher Privatbrauerei Jhring-Melchior

Tratto da La birra nel mondo, Volume III, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Lich/Germania
Società nel land dell’Assia.
Nel 1854 Johann Heinrich Jhring fondò la J.H. Jhring Brauerei a Lich am Hardtberg, dove poteva disporre, non solo di una sorgente naturale, bensì anche di una cantina per il raffreddamento scavata nella roccia.
A sua volta, nella vicina Butzbach, Christoph Jakob Melchior nel 1858 cominciò a produrre birra nella sua locanda “Zum goldenen Stern” (“Alla Stella d’Oro”). Tre anni dopo iniziò la costruzione della Gambrinus-Brauerei C.J. Melchior.
Le disastrose conseguenze della prima guerra mondiale si protrassero ancora per qualche anno: difficoltà nel reperire le materie prime e carenza di personale limitavano paurosamento lo sviluppo delle due birrerie. Nel 1922 iniziarono rapporti di cooperazione tra due fabbriche del resto a 18 chilometri di lontananza tra loro; anche per un matrimonio tra le famiglie avvenuto nel 1919. Con effetto retroattivo dal primo ottobre 1922, il 17 febbraio 1923 nasceva la Licher Privatbrauerei Jhring-Melchior, con sede a Lich.
Rilevata in parte nel 1999, questa società finì in seguito interamente nelle mani della Holstein-Brauerei. Con il passaggio poi, nel 2004, alla Carlsberg, il gruppo di Amburgo fu obbligato a cedere, per i vincoli antitrust, alcune delle sue aziende al Bitburger Braugruppe, e, tra queste, la Licher Privatbrauerei Jhring-Melchior.
Licher Pilsner, pilsener di colore paglierino chiaro (g.a. 4,9%). Impegna per la maggior parte la produzione aziendale, che sfiora un milione di ettolitri l’anno. Viene pubblicizzata con lo slogan “Dal cuore della natura”. Con una vivace effervescenza, la spuma bianca prorompe alta, soffice, sufficientemente stabile. Una fine luppolizzazione segna l’olfatto con sentori, un po’ più lontani, di fieno, malto piccante, erbe aromatiche, grano, lievito. Il copo medio tende al sottile, in una tessitura decisamente acquosa. Il gusto, pieno, pulito, scorrevole, esalta l’ottimo equilibrio tra cereale e amaricante. In prossimità del traguartdo, si leva una nota secca leggermente acida. Il corto finale sa tanto di luppolo. Ed è ancora il rampicante a marcare moderatamente il discreto retrolfatto.
Licher Export, export di colore paglierino chiaro (g.a. 5,4%). La carbonazione è piuttosto sostenuta; la schiuma bianca, bassa, sottile, duratura. L’aroma si avvicina molto a quello tedesco classico: cereali, erba verde, crosta di pane, lieve dolcezza di miele, malto granuloso, burro, luppolo in fiore, mela, limone. Il corpo, da leggero a medio, presenta una trama alquanto oleosa. Il gusto ostenta buon equilibrio: dopo l’imbocco di malto dolce, note secche e croccanti spianano la strada a un piacevole amarore da luppolo. Il finale offre con gentilezza pane bianco, biscotti, mais dolce, zucchero candito. La situazione si capovolge nel discreto retrolfatto, dove si ergono a protagoniste ruvide, aspre, suggestioni erbacee.