Tratto da La birra nel mondo, Volume II, di Antonio Mennella-Meligrana Editore
Bad Köstritz/Germania
Azienda fondata nel 1543 e specializzata nella produzione della schwarzbier. Con l’occupazione sovietica nel 1945 della Turingia, inclusa l’anno dopo nella Germania Est, la Köstritzer scomparve dietro la “cortina di ferro”; e la sua scura veniva prodotta solo quando gli impianti non erano impegnati con la birra “normale”.
Nel 1991 fu rilevata dal gruppo Bitburger. Ingenti investimenti in nuove apparecchiature e tecnologia, nonché la riorganizzazione della rete commerciale secondo criteri moderni, le restituirono prestigio e competitività.
Oggi le birre Köstritzer vengono distribuite su tutto il territorio nazionale ed esportate in 22 paesi.
Köstritzer Schwarzbier, schwarzbier di colore marrone scuro con screziature rossastre e dall’aspetto quasi opaco (g.a. 4,8%). È il prodotto principale, famoso da secoli per le sue proprietà ricostituenti: pare che Goethe si sostenesse con questa birra appunto nel periodo di malattia in cui non poteva mangiare. Rispetto alla münchner dunkel, presenta un corpo più leggero e un gusto più secco e deciso. Con un’effervescenza medioalta, la spuma, di un attraente color nocciola, emerge fine, compatta, duratura, ma non così abbondante. L’aroma si apre con tenui ma persistenti sentori di malto tostato, cioccolato fondente, caffè bruciato, burro, frutti scuri, caramello, anice. Il corpo, tra leggero e medio, presenta una trama cremosa un po’ appiccicosa. Nel gusto, un amarore da cacao e liquirizia inaugura l’imbocco; seguono lunghe note di malto amabile; chiude la corsa un finale asciutto di torrefazione. Nella discreta persistenza retrolfattiva si esibiscono con garbo suggestioni di caramello superficialmente bruciato.
Köstritzer Edel Pils, pilsner di colore giallo paglierino (g.a. 4,8%). Il distintivo Edel intende certificare la qualità. L’effervescenza è di media intensità; la spuma bianca, alta, pannosa, piuttosto durevole. I profumi di luppolo erbaceo, in particolare, ma anche di paglia, miele, fieno, cereali, agrumi, si sprigionano con raffinatezza. Il corpo medio tende al leggero, in una trama da acquosa a oleosa. Il gusto, piuttosto neutro e secco fino a metà della lunga corsa, prende poi “belle” note di luppolo floreale. Il finale arriva avvolto in una consistenza piacevolmente amarognola. Il retrolfatto persiste a sufficienza con le sue morbide impressioni resinose ed erbacee.