Tratto da La birra nel mondo, Volume II, di Antonio Mennella-Meligrana Editore
Budapest/Ungheria
Fabbrica costruita nel 1854 in un sobborgo di Budapest per sfruttare il freddo naturale delle colline. Fu opera di Schmidt Péter, che aveva imparato a fare la lager a Monaco di Baviera. Nel 1862 la birreria fu rilevata dal celebre birraio viennese Anton Dreher che morì l’anno successivo; ma il figlio ne fece la più grande birreria del Paese, la Dreher Sörgyár.
Le fusioni, nel 1933, con le concorrenti locali Reszveny e Haggenmacher e, un anno dopo, con la Fovarosi, portarono la Dreher a controllare il 70% del mercato nazionale.
Poi arrivò la nazionalizzazione del 1948. Il nuovo regime sciolse ogni legame con il nome tedesco, mentre non volle rischiare di sovvertire i collaudati metodi produttivi. Le diverse fusioni portarono, nel 1959, alla costituzione nazionale della Magyar Országos Söripari Vállalatot. Nel 1981 si ebbe l’autocostituzione della Kőbányai Sörgyár che, nel 1992, diventò società per azioni e, l’anno dopo, fu rilevata dalla SAB.
Cambiava quindi il nome, Dreher Sörgyár; e veniva recuperata l’eredità Dreher, distintivo delle birre premium.
La Dreher Sörgyár rimane comunque la principale fabbrica di birra ungherese. Continua l’elaborazione sia delle vecchie ricette, con l’impiego di un’alta percentuale di malto, sia di alcune lager prodotte durante il periodo comunista.
Kőbányai Sör, lager di colore dorato (g.a. 4,3%, in precedenza 4,5%). Fu una delle poche birre disponibili in Ungheria nel periodo dal 1945 al 1990. Tuttora è la birra giornaliera per i lavoratori. Con una carbonazione piuttosto sostenuta, la schiuma bianca emerge sottile, di giusta allacciatura ma di rapida dissoluzione. Il naso è marcato debolmente dal malto; ancora più tenui si rivelano i sentori di luppolo, mais, erbe, pane, fieno. Il corpo è sottile e di consistenza acquosa. Dopo l’inizio maltato, il gusto si orienta decisamente verso il secco amarore del luppolo. Pure il breve retrolfatto, che tiene dietro a un brusco finale acidulo, si mostra asciutto e amaro.
Arany Ászok, lager di colore giallo paglierino (g.a. 4,5%). È un prodotto dal carattere internazionale, appena più alcolico della Kőbányai Sör. Con un’effervescenza vivace, la schiuma bianca erompe abbondante ma si dilegua in fretta. L’aroma si propone piuttosto tenue, comunque fresco, a base di malto, luppolo fiorito, pasta di pane, grano, fieno, mais, erbe. Il corpo appare parecchio sottile, e di consistenza tra oleosa e acquosa. Il gusto risulta lievemente improntato al malto, con solo un accenno di amaro floreale. Il finale, abbastanza asciutto, introduce un corto quanto blando retrolfatto di cereali.
Dreher Bak, dunkel bock di colore marrone e dall’aspetto intorbidito (g.a. 7,3%); in perfetto stile tedesco. Con una moderata effervescenza, la spuma beige emerge sottile, cremosa, ma di rapida dissoluzione. L’olfatto è dominato dai malti torrefatti dolci, col supporto generoso di caramello, lievito, cioccolato, tabacco, frutta secca, zucchero di canna, noci tostate, frassino, toffee, fumo. Il corpo, da medio a pieno, presenta una trama densa, cremosa, appiccicosa. Anche il gusto è amabilmente caratterizzato dal malto, con più tenui però sentori di torrefazione e un buon apporto di calore alcolico. Il finale sa tanto di un legnoso piccante. La discreta persistenza retrolfattiva propone aspre sensazioni di tostature, con lontani richiami di caramello, alcol, toffee.