Klosterbrauerei Mallersdorf

Tratto da La birra nel mondo, Volume III, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Mallersdorf/Germania
Il monastero di Mallersdorf fu fatto costruire nel 1109 dal vescovo Ottone di Bamberga. Ovviamente l’immensa struttura pervenuta ai nostri giorni è il frutto di progressivi ampliamenti nel tempo.
Finalmente, dopo periodi di splendore, per gli studi che vi venivano compiuti, e di dissolutezza, per la presenza contemporanea di frati e suore, nel 1595 riprese a fiorire, con l’arrivo dei benedettini dalla vicina Egersberg. Dal 1623 è anche documentata la produzione di birra.
Con l’avvento di Napoleone, nel 1802 lo Stato bavarese confiscò i beni della Chiesa, e il convento rimase deserto. Finché, nel 1869, fu acquistato dalla Congregazione delle Francescane di Pirmasens che vi trasferì la casa madre. Nel 1881 venne costruita una piccola fabbrica e riprese l’attività brassicola.
Dal 1976 la produzione fu affidata a suor Doris Engelhard (il cui ritratto compare sul sigillo di garanzia delle caratteristiche bottiglie a tappo meccanico), formatasi, da monaca, presso la Scuola Tecnica di Ulma.
Fino al 1990 il birrificio disponeva di un impianto di maltaggio proprio, che dovette essere chiuso per i cambiamenti climatici che non assicuravano più il freddo necessario.
La gamma comprende solo birre chiare di bassa fermentazione, elaborate tuttora con metodi artigianali, come la cottura a fuoco diretto. Caratteristica comune è quella della fermentazione “un pochino sotto il limite”, col risultato di un carattere più abboccato e del contenuto alcolico meno sostenuto.
Oltre ai 3 mila ettolitri di birra annui, la Mallersdorf ne fabbrica 800 mila di bevande analcoliche. L’annessa birreria viene invece gestita da laici.
Klosterbräu Mallersdorf Vollbier Hell, zwickelbier di colore giallo dorato chiaro e dall’aspetto alquanto torbido (g.a. 5%); il prodotto di punta. Con una carbonazione moderata, la schiuma bianca fuoriesce spessa, cremosa, attenuandosi però in modo non proprio uniforme. L’aroma si apre con una certa raffinatezza, a base di malto, cereali, biscotti, fieno, agrumi, luppolo erbaceo; e non senza qualche richiamo fruttato. Il corpo, da medio a leggero, presenta una trama setosa, quasi cremosa. Il gusto, vivace e armonioso, si snoda piacevolmente amaro, con qualche sentore di acido lattico. Il finale appare asciutto e di gran pulizia. Nel corto retrolfatto granuloso si mescolano sensazioni di orzo, terra, erbe di campo, luppolo secco.
Klosterbräu Mallersdorf Doppelbock, doppelbock di colore oro sfumato e dall’aspetto nebuloso (g.a. 7%); disponibile, come da tradizione, durante la Quaresima. Con un’effervescenza piuttosto bassa, la spuma biancastra emerge enorme, soffice, a malapena duratura. L’aroma propone un delicatissimo malto, con sentori floreali, di biscotti, erbe, agrumi, e solo un accenno di chiodi di garofano. Il corpo, medio-pieno, mostra una tessitura oleosa alquanto appiccicosa. Un buon sapore di malto, asciutto e pulito, oltre a nascondere bene l’alcol, si avvale dell’apporto di un’insinuante dolcezza di miele selvatico; ma si tiene assolutamente lontano dalla stucchevolezza, grazie all’opportuno amarore del luppolo, a una moderata asprezza e a un tocco di pasta acida. Anche nel finale dolceamaro persiste l’ostinato luppolo fruttato. Malto biscotto, burro e caramello rendono il retrolfatto asciutto e croccante.