Karlsberg Brauerei

Tratto da La birra nel mondo, Volume II, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Homburg/Germania
La Karlsberg Brauerei GmbH è una società del Saarland all’interno della Karlsberg Holding GmbH Homburg, in precedenza Karlsberg Brauerei KG Weber.
Fu fondata nel 1878 dal commerciante locale e droghiere Christian Weber, comprando all’asta la Brauerei Jacoby. All’epoca il circondario del Saarpfalz faceva parte del Regno di Baviera. E il nuovo birrificio prese il nome di Bayerische Bierbrauerei zum Karlsberg, dal vicino Castello Karlsberg.
Nel 1884 fu costruita, alla periferia di Homburg, una nuova fabbrica che, nel 1896, si dotò di una macchina del ghiaccio per assicurarsi il raffreddamento tutto l’anno. Nel 1897 l’azienda divenne società per azioni. Nel 1898 la fabbrica aveva una capacità produttiva annua di 90 mila ettolitri.
Nel 1956, a evitare confusione con la danese Carlsberg, con accordo giudiziale la Karlsberg prendeva il nome di Karlsbrau nell’attività di esportazione.
Verso la fine del secolo, alla crescita costante dell’azienda, seguì la lunga serie di acquisizioni che portò una modesta birreria regionale a diventare uno dei più importanti gruppi birrari della Germania, con ben 16 fabbriche.
Nel 2003 la Brau Holding International entrò nel gruppo di Homburg acquistando una quota del 45%. Una partecipazione che durò soltanto sei anni perché, nel 2009, la Karlsberg Holding tornò nuovamente di proprietà esclusiva della famiglia Weber, impersonata dal nipote del fondatore, Richard. Rimase comunque in piedi il partenariato per la distribuzione in Germania, da parte del gruppo Karlsberg, dei marchi Pschorr Brau e Heineken; e, dal 2014, si aggiunse anche la distribuzione dei prodotti della Privatbrauerei Bischoff di Winnweiler.
Oltre che nel proprio Land, la Karlsberg Holding opera su buona parte del territorio tedesco; in Francia, con la Brasserie Licorne di Saverne, che peraltro consente al gruppo di appartenenza la quarta posizione nel proprio Paese (Karlsberg France); e, da qualche anno, nel Canada francofono, dove una filiale dell’azienda francese commercializza la linea di prodotti a marchio Boris. Ma i suoi interessi raggiungono diversi mercati internazionali. Una notevole capacità innovativa e di ricerca l’ha portata a trattare, in particolare, bevande esclusive e di tendenza (vedi il marchio Mixery), diffuse col supporto di comunicazioni dal forte impatto e di sponsorizzazioni in ambito culturale e sportivo.
Sicché oggi, con i suoi 4 milioni di ettolitri annui, la Karlsberg si pone al 40° posto tra i grandi produttori mondiali, con una quota di mercato dello 0,1%.
Brauerei Becker/St. Ingbert
La Brauerei Groß’sche era una delle più antiche fabbriche di birra nel Saarland. Di grandi dimensioni, aveva una capacità produttiva annua di 800 ettolitri. Nel 1877 fu comprata all’asta dai fratelli Friedrich, Karl e Georg Becker che la ripristinarono e ribattezzarono Brauerei Gebrüder Becker.
Negli anni 1925-31 fu costruita la Torre Becker con una nuova sala di cottura.
Nel 1954 fu rilevata la Thunderbrew Saarlouis, così ribattezzata dopo la seconda guerra mondiale, ma fondata nel 1898 come Actienbrauerei Saarlouis. Nel 1978 la sua produzione fu trasferita a St. Ingbert.
Seguì, nel 1967, l’acquisto della Brauerei Paqué di St. Wendel (fondata nel 1836 da Michael Paqué), con spostamento della sua produzione a St. Ingbert.
Nel 1989 la Brauerei Becker fu rilevata dalla Karlsberg Brauerei che, 1997, trasferì la sua produzione a Homburg.
Königsbacher Brauerei/Coblenza
Fondata nel 1689 come Koblenzer Brauerei, nel 1900 divenne Königsbacher Brauerei.
Nel 1992 la Königsbacher Brauerei fu rilevata dalla Karlsberg Brauerei che, nel 2010, vendette al gruppo Bitburger i diritti di distribuzione e commercializzazione nazionali dei marchi Königsbacher e Nette Edel Pils, riservandosi la proprietà di tali marchi e il diritto di commercializzarli a livello internazionale.
Infine, nel 2012, la fabbrica di Coblenza fu acquistata da due avvocati della città.
Brasserie Licorne, Saverne/Francia
È una fabbrica di birra alsaziana, nel dipartimento del Basso Reno, risalente al secolo XVIII. La sua fondazione ufficiale è del 1845, allorché Henri Schweickhardt comprò da Florent Ebener la sua fabbrica di birra di Saverne.
Dal 1898 Henri Schweickhardt venne affiancato dal marito della figlia, Louis Gerber. Nel 1895, per sostenere il crescente peso della produzione, fu costruito un nuovo impianto sul retro della vecchia fabbrica. Nel 1912 si rese indispensabile la costruzione addirittura di una nuova fabbrica, su ampi terreni con vista sulla città. La fabbrica, che è giunta ai giorni nostri e che prese il nome di Brasserie Licorne, adottando l’emblema di Saverne, ovvero l’unicorno.
Nel 1973 la famiglia Gerber trovò un accordo con la tedesca Brauerei Becker di St. Ingbert e, sotto la sua egida, la produzione, da 28 mila ettolitri del 1972, salì a 150 mila nel 1988.
Nel 1989, come abbiamo visto, la Karlsberg rilevò il gruppo Becker. Ma, l’anno prima, aveva comprato la Brasserie Amos di Metz, fondata nel 1868 da Gustave Amos. Sicché nel 1993 chiuse quest’ultima fabbrica e trasferì la sua produzione a Saverne.
Altre acquisizioni.
Privatbrauerei Emrich/Kusel
Fu rilevata dalla Karlsberg nel 1998.
Brauerei Saarfürst/Merzig
Fondata nel 1864, dopo un fallimento fu rifondata nel 1888 come Aktienbrauerei Merzig. Brauerei Saarfürst dal 1953, nel 1979 fu rilevata dalla Karlsberg e la sua produzione sospesa nel 1987.
Löwenbrauerei/Treviri
Fu rilevata dalla Karlsberg nel 1997.
Brauerei Gross/Riegelsberg
Fondata nel 1882 da Wilhelm Gross, fu rilevata dalla Karlsberg nel 1997.
Schlossbrauerei Neunkirchen
Fondata nel 1838 da Jacob Christian Schmidt, fu rilevata dalla Karlsberg nel 1988 e la sua produzione sospesa nel 1997.
Ottweiler Brauerei/Ottweiler
Fondata nel 1888, fu rilevata dalla Karlsberg nel 1981.
Walsheim-Brauerei/Walsheim
Fu fondata nel 1848 da Friedrich Christian Schmidt. Con la distruzione della fabbrica sotto i bombardamenti nel 1945, l’anno dopo la Karlsberg comprò il marchio Walsheim per l’esportazione.
Alcuni marchi di queste fabbriche rimasero in produzione come birre speciali. Anche se qualcuno, col tempo, s’è perduto per strada, ad esempio, la Saarfürst Bier-Eiche della Brauerei Saarfürst di Merzig, un’interessante kellerbier regionale, dal naso finemente luppolizzato e dal sapore piuttosto secco di malto. Fu elaborata originariamente per una festa delle querce. Il nome infatti voleva dire “birra della quercia”.
Altri marchi sono venduti presso vari discount come birre a basso costo. Mentre le fabbriche sopravvissute sono soltanto quelle di Coblenza e di Saverne, che operano insieme allo stabilimento di Homburg.
Karlsbräu, pilsener di colore giallo oro e dall’aspetto limpido (g.a. 5%). L’effervescenza moderata genera una schiuma a grana minuta, sufficientemente stabile e aderente. L’olfatto dispensa freschi e acuti profumi erbacei, di cereali, luppolo floreale, caramello, lievito, fieno, pane: sotto l’egida di un malto dominante. Il corpo medio tende al leggero, in una consistenza acquosa. Il soffice gusto di malto defluisce a proprio agio, arrotondato dal fioco amarore del luppolo. Il finale è secco, e piuttosto breve. Più lungo, ma non di tanto, il retrolfatto esala impressioni resinose di un piacevole, stuzzicante, amarognolo.
Karlsberg Mixery Bier+Cola+X, radler del colore della cola e di aspetto confuso (g.a. 3,1%). È una recente creazione che comnbina birra di fermentazione bassa (60%) e cola (40%), in perfetto equilibrio gustativo, per soddisfare l’appassionato di entrambe le bevande. Data la funzione specificatamente dissetante, si è portati a non aspettarsi granché da tal miscela. Invece un attento consumatore può riscontrare in essa tutte le caratteristiche di una vera lager. La carbonazione è vivace; la schiuma, di un bianco sporco, sottile, cremosa, di rapida dissoluzione. L’aroma si apre a base di cola, limone, calce, sciroppo, frutta fresca, arancia, gomma da masticare. Il corpo, da leggero a medio, ha una trama decisamente acquosa. Il gusto, dopo l’imbocco dolce di cola, prende note di birra, spostandosi presto su un amarognolo a tratti astringente. Il finale appare piuttosto appiccicoso. L’evanescente retrolfatto richiama le erbe aromatiche, non senza una suggestione metallica.
Karlsberg Pils, pilsener di colore paglierino chiaro e dall’aspetto trasparente (g.a. 4,8%). L’effervescenza è abbastanza alta; la schiuma bianca, sottile, cremosa, di media ritenzione. L’aroma, a base di sentori floreali ed erbacei, si libera leggermente asciutto e quasi tagliente. Il corpo, medio-sottile, presenta una consistenza tra grassa e acquosa. Il gusto, inizialmente morbido di malto, prende via via una connotazione di luppolo moderatamente amara e croccante. Il finale si rivela piuttosto breve, il tempo di ripulire il palato. Il discreto retrolfatto è decisamente luppolizzato, ma di un piacevolissimo amarore.
Karlsberg Weizen, hefe weizen di colore giallo arancio e dall’aspetto torbido (g.a. 5,3%). Con una morbida effervescenza, la spuma si leva bella cremosa e di lunga durata. Albicocca, banana, frumento, lievito, agrumi, malto, frutta, erbe, abete, chiodi di garofano, allestiscono un bouquet di elevata intensità e gradevole finezza. Il corpo, da leggero a medio, ha una tessitura cremosa tendente all’acquosa. Il gusto si snoda fresco, asciutto, con delicate note di frumento, lievito, esteri di banana, chiodi di garofano, scorza di agrumi; e non senza una lieve punta citrica. Il finale ostenta un eccellente equilibrio agrodolce nella sua secchezza. Suggestioni di pane, lievito, cereali, caratterizzano un retrolfatto alquanto granuloso.
Karlsberg Weizen Dunkel, dunkel weizen di un bruno rossastro e dall’aspetto leggermente velato (g.a. 5,3%). Con una media effervescenza, la spuma, color crema, emerge sottile, durevole e di buona allacciatura. L’aroma di frumento sembra un po’ pungente, tra acri tocchi di agrumi e una blanda speziatura. Il corpo medio presenta una trama fra acquosa e cremosa. Il gusto, all’imbocco maltato, prende molto presto note di lievito, per avviarsi al traguardo infervorato dai chiodi di garofano. Il finale, un po’ secco e acido, prelude a un discreto retrolfatto asprigno.
Karlsberg Weizen Kristall, kristall weizen di colore dorato e dall’invitante aspetto limpido (g.a. 5,3%). Il corpo e la pastosità non vengono compromessi più di tanto dal filtraggio e dalla chiarificazione. Con una morbida effervescenza, la spuma bianca si leva abbondante, soffice, vivace, palesando anche una discreta persistenza. L’aroma fruttato combina elegantemente con i delicati sentori di caramello, grano, malto secco, chiodi di garofano. Il corpo medio ha una consistenza acquosa. Il gusto è alquanto neutro, a malapena ispirato al malto di frumento e ai lieviti. Al finale asciutto e pulito, tiene dietro un breve retrolfatto di luppolo amaro.
Beckers Pils, pilsener di colore paglierino scarico e dall’aspetto limpido (g.a. 4,9%). Con una vivace effervescenza, la schiuma emerge di grana molto minuta, compatta, duratura. I profumi che si sprigionano all’olfatto hanno l’eleganza di un luppolo pregiato. Il corpo, medio-leggero, presenta una consistenza parecchio acquosa. Il gusto defluisce piacevolmente amaro. Il finale asciutto eroga una punta di fresca acidità. Dall’evanescente retrolfatto esala un’impressione resinosa dall’accento metallico.
Löwenbrauerei Trier Edelpils, pilsener di colore giallo dorato (g.a. 4,7%). La carbonazione tende a essere spinta; la spuma bianca erompe spessa, enorme, durevole, aderente. L’olfatto propone un intenso e persistente profumo di lievito che non soffoca il tenue sentore di pane. Il corpo, medio-leggero, ha una consistenza tra grassa e acquosa. Il gusto scorre pieno ed equilibrato con fresche, croccanti, note di luppolo. La corsa, piuttosto lunga, termina secca e amara. Nel retrolfatto rimangono piacevoli sensazioni erbacee e resinose.
Ottweiler Pils, pilsener di colore giallo paglierino (g.a. 4,5%). L’effervescenza decisa sviluppa una schiuma compatta, di notevole durata e aderenza, anche un po’ appiccicosa. L’olfatto mostra un’esaltante finezza di luppolo, con accenni di malto, erbe, fieno, vaniglia, pane dolce. Il corpo, da leggero a medio, è di una trama fra oleosa e acquosa. Un deciso gusto luppolizzato si distende a proprio agio, col supporto di un discreto malto in sottofondo. La corsa, di media durata, termina tra sottili note di erbe aromatiche. Suggestioni secche e resinose caratterizzano la corta persistenza retrolfattiva.
Saverne Licorne Black, dunkel di colore marrone scuro con riflessi scarlatti (g.a. 6%). La carbonazione, da bassa a media, genera una schiuma beige sottile, vivace e di sufficiente ritenzione. La gradevole finezza olfattiva dona un profumo di tostature, liquirizia e cioccolato fondente che esala sofficemente intenso e amaro, imbaldanzito dai toni caldi dell’etanolo. Il corpo, da medio a leggero, presenta una tessitura grassa pressoché appiccicosa. Nel gusto si avvertono, in lenta progressione, piacevoli, croccanti, note di caramello, frutta secca, caffè, melassa, zucchero di canna. Un pizzico di acidità arriva, nei pressi del traguardo, da parte delle tostature. Il finale sa lievemente di fumo. Sensazioni di frutta sotto spirito infervorano la discreta persistenza del retrolfatto.
Saverne 8,8 Premium, imperial pils/strong lager di colore dorato chiaro e dall’aspetto brillante (g.a. 8,8%). Con una carbonazione piuttosto pesante, la spuma esce scarsa e di breve durata. L’aroma propone insistenti profumi di malto e di luppolo, con qualche richiamo di frutta, mais, etanolo. Il corpo medio presenta una tessitura oleosa alquanto appiccicosa. La ricca gamma di sapori è infervorata da un calore alcolico ben sviluppato, discreto e per nulla invadente. Il finale è di un morbido fruttato, dall’accento fiorito ed erbaceo. Nel retrolfatto si esaltano lunghe, secche, suggestioni amarognole e cordiali.
Conto terzi
Original Burgerbräu Premium Pils, pilsener di colore giallo paglierino chiaro (g.a. 4,9%); prodotta per Sankt Wendeler Brauereihaus di Sankt Wendel. Con una carbonazione medioalta, la spuma sgorga copiosa, spessa, tenace. L’aroma erbaceo si sprigiona fresco e attraente. Il corpo, piuttosto leggero, ha una consistenza tra grassa e acquosa. Il delicaro gusto di malto ostenta note altrettanto raffinate di luppolo. Il breve finale s’ispira ai cereali. La comparsa dell’amaro nel retrolfatto è quasi sfuggente.