Tratto da La birra nel mondo, Volume II, di Antonio Mennella-Meligrana Editore
Karlovac/Croazia
Birreria, nel nord-ovest del Paese, fondata nel 1854 dal barone Nikola Vranyczany-Dobrinovic in Dubovac, parte vecchia della città, dove si trova tuttora. Mentre, stando ai libri fiscali di Karlovac, già nel 1779 il birraio e mercante Georg Purstl possedeva in Dubovac una fabbrica di birra e un negozio.
All’inizio del secolo XX, arrivarono mastri birrai austriaci e tedeschi. Negli anni Settanta la fabbrica iniziò la sua modernizzazione. Nel 1984 veniva invece inaugurato il Karlovac Beer Festival, che si tiene tuttora alla fine di agosto e che costituisce uno degli eventi più popolari, non solo di Karlovac, bensì di tutta la Croazia.
Privatizzata nel 1992, due anni dopo passò al Luksic Group, una compagnia cilena con a capo Andróniko Luiksic, di origine croata. Nel 2003 infine una sua quota di maggioranza fu comprata dalla Heineken International che, dopo 10 anni, la ribattezzò HEINEKEN Hrvatska.
Secondo produttore ma primo esportatore croato, ha una produzione annua di oltre 100 mila ettolitri di birra. Impiega una particolare varietà di luppolo, moderatamente aromatica e piacevole.
Karlovačko Pivo, lager di colore giallo paglierino e dall’aspetto cristallino (g.a. 5% dal 2011). Fu lanciata con la gradazione alcolica del 5,4%, ridotta al 5,2% tra la fine del 2009 e l’inizio 2010. Con una vivace effervescenza, la spuma si alza sottile, compatta e aderente. Un delicato malto dolce imprime l’aroma. Il corpo, da leggero a medio, ha una tessitura un po’ cremosa tendente all’acquosa. Il gusto richiama indistintamente i cereali e compie una corsa regolare che sfocia in un lungo e brioso finale amaro. Una gradevole sensazione amarognola anima la sfuggente persistenza retrolfattiva.
Karlovačko Crno, dunkel di colore marrone scuro tendente al nero (g.a. 6%). La sua produzione, sospesa tra il 2005 e il 2006, fu ripresa a dicembre del 2012. La carbonazione è mediobassa; la spuma beige, alta, pannosa e di buona allacciatura. L’aroma si apre con intensi profumi di malto, caramello, frutti, scuri; consente, in secondo piano, il libero ingresso di tenui sentori erbacei, di lievito e luppolo. Benché pieno, il corpo si rivela leggero, scorrevole, in una consistenza grassa alquanto appiccicosa. Il gusto sembra piuttosto soffocato, tra le pesanti note di frutta secca, zucchero di canna, fieno, caramello, noci, liquirizia; ma la dolcezza non arriva a essere stucchevole, tenuta bene a bada da un fieno secco, quasi pungente. Anche il finale mostra una certa propensione per il dolce; il tempo però che subentri la discreta, incisiva, persistenza di un retrolfatto dalle sensazioni tostate e leggermente amare.