Kaiserdom Privatbrauerei

Tratto da La birra nel mondo, Volume II, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Bamberga/Germania
Fabbrica di birra nel quartiere Gaustadt di Bamberga, in Alta Franconia. Fu fondato, come Bürgerbräu, nel 1718 da Georg Morg nell’ex monastero benedettino di St. Michelsberg.
Agli inizi del 1900 il birrificio, passato di proprietà a Anton Müller, prese il nome di Müller’sche Brauerei zu Gaustadt. Nel 1910, una delle quattro figlie di Müller sposò Georg Wörner, che diventò comproprietario del birrificio. Più tardi si ebbe il cambio del nome in Brauerei Wörner e, in seguito, in BürgerBräu Gaustadt.
Nel 1976 fu lanciata la Kaiderdom Pilsener, dedicata al duomo di Bamberga. Due anni dopo, la morte improvvisa di Ludwig Wörner costrinse il figlio Georg ad abbandonare gli studi all’Università di Weihenstephan. Mentre il successo ottenuto con l’utilizzo del simbolo della città portò, nel 1983, all’ultimo cambio di nome del birrificio, Kaiserdom Privatbrauerei.
Oggi la Kaiserdom risulta il birrificio più grande di Bamberga e zona circostante. La produzione è arrivata a 320 mila ettolitri annui, con esportazione in 65 paesi. Si tratta di una vasta gamma di proposte rispettosa della tradizione tedesca e caratterizzata dal malto secco della regione. In particolare, le birre di frumento, oltre all’intenso sentore di lievito con gradevoli note fruttate, presentano un sapore molto delicato e rinfrescante. C’è però da annotare che non è più in produzione la Rauchbier, la tipica “birra affumicata” di Bamberga: un vero peccato!
Bürgerbräu Bamberg Weissbier, hefe weizen di colore dorato pallido e dall’aspetto abbastanza velato (g.a. 5,3%). L’effervescenza è parecchio contenuta; la spuma bianca, ampia, densa, compatta. L’aroma si libera tenue ma persistente, con sentori di cereali, banana, malto, buccia d’arancia, caramello, luppolo floreale, mandorle; non si espongono più di tanto nemmeno i chiodi di garofano, la vaniglia, un lievito piccante. Il corpo tende al sottile, in una tessitura acquosa. Anche il gusto appare piuttosto sottotono, accennando languidamente a note di frumento, lievito, paglia, banana matura, chiodi di garofano. Il finale si presenta carico di esteri fruttati. Il retrolfatto eroga suggestioni secche, pulite, acidule, rinfrescanti.
Kaiserdom Kellerbier, kellerbier di colore dorato e dall’aspetto naturalmente torbido (g.a. 4,7%); offerta in una bellissima latta da litro. Con una morbida carbonazione, la schiuma bianca, soffice, cremosa, accusa scarsa persistenza. L’aroma si apre con sentori di malto, pane bianco a malapena tostato, nocciola, grano, biscotti, lievito, fieno, limone. Il corpo medio tende al leggero, in una trama alquanto oleosa. Nel gusto, un lievito fruttato è accarezzato dall’elegante dolcezza del malto per sfociare in una consistenza amara di luppolo erbaceo. Il finale asciutto e acidulo, quasi astringente, prepara un breve retrolfatto tostato, dolciastro, caramellato, con un lontano richiamo di vaniglia.
Kaiserdom Pilsener, pilsener di colore giallo paglierino e dall’aspetto cristallino (g.a. 4,8%). Con un’effervescenza abbastanza alta, la spuma bianca erompe sottile, cremosa e di moderata allacciatura. L’aroma non è così forte ma persistente, a base malto, fieno, grano, erbe fresche, luppolo floreale. Il corpo, relativamente sottile, presenta una trama pressoché acquosa. Un dosato amaro di luppolo caratterizza il sapore, che si snoda morbido e fresco tra note di frutta matura, limone e malto. Al corto finale leggermente abboccato, tiene dietro un discreto retrolfatto agrodolce, con impressioni di resina alquanto astringenti.
Kaiserdom German Dark Lager, schwarzbier di un ebano scuro con lucenti riflessi rossi (g.a. 4,7%). L’effervescenza è piuttosto bassa; la spuma color cappuccino, minuta, cremosa, di buona durata. L’aroma propone malto torrefatto, caffè fresco, pane nero, caramello, arachidi, cioccolato, melassa, liquirizia. Il corpo appare pressoché leggero, e di consistenza acquosa. Pane appena tostato, caramello, lievito, mais, fieno, malto, vaniglia, sostengono un gusto vellutato e rotondo, con una punta di acidità da yogurt poco prima che termini la corsa di media durata. Il finale brusco, secco e pulito, accenna al caffè amaro. La corta persistenza retrolfattiva è ispirata, una sorta di richiamo, a delicate sensazioni di pane tostato.