Tratto da La birra nel mondo, Volume II, di Antonio Mennella-Meligrana Editore
Framingam, Massachusetts/USA
Microbirrificio aperto nel 2011 dai giovani fratelli Jack, Eric e Sam Hendler, di lontane origini tedesche, dopo che i gentitori avevano venduto la Saxony Ice Company di Marmatoneck, impresa di produzione del ghiaccio.
Nell’intento di trovare un punto d’incontro ideale fra la tradizione tedesca e l’innovazione della Craft Beer Revolution americana, la Jack’s Abby Brewing decise di praticare da subito esclusivamente la fermentazione bassa. E, ai tradizionali prodotti tedeschi, seguirono nel tempo anche invecchiamenti in botte e birre acide, sempre però a bassa fermentazione.
Nel 2016 avvenne il trasferimento in una sede più ampia, e il volume produttico annuo salì a 150 mila ettolitri. In contemporanea, le lattine affiancarono le bottiglie.
Jack’s Abby Framinghammer Baltic Porter, baltic porter di colore ebano molto scuro (g.a. 10%); con utilizzo di avena e zucchero di canna. Con una carbonazione abbastanza contenuta, la schiuma di un bel nocciola emerge fine, compatta, durevole. L’olfatto si propone ricco e intenso, a base di caramello, malto tostato, fumo, legno bruciato, terra, caffè, cioccolato, biscotti, pane nero, uva passa: il tutto supportato da una vigorosa forza alcolica. Il corpo, da medio a pieno, ha una consistenza tra cremosa e oleosa. Il gusto inizia con la dolcezza del malto, del caramello, del cioccolato; scivola tra note fruttate, e chiude la lunga corsa amaro, secco, acidulo. Anche il retrolfatto indugia parecchio nelle sue impressioni di caffè tostato, cioccolato fondente, ciliege sotto spirito.