Tratto da La birra nel mondo, Volume III, di Antonio Mennella-Meligrana Editore
Utica, New York/USA
Giovane e promettente mastro birraio presso il birrificio del duca di Baden, Francis Xavier Matt nel 1880 emigrò negli Stati Uniti, a Utica, dove trovò lavoro nella Charles Bierbauer Brewery, nata nel 1853 ai piedi del gruppo montuoso Adirondack.
Nel 1885, in grosse difficoltà, la birreria chiuse. Matt capì subito che era arrivato il suo momento. Poteva finalmente realizzare il sogno che lo aveva portato lontano dall’amata Foresta Nera. Rilevò la fabbrica, la ristrutturò e, nel 1888, fondò la West End Brewing Company.
Con un birraio valente quanto bravo venditore, la nuova impresa non tardò a diventare uno dei più floridi birrifici di Utica.
Poi arrivò il proibizionismo, e Matt, per rimanere a galla, si mise a produrre bevande analcoliche sotto l’etichetta Utica Club. Finito il proibizionismo, Utica Club divenne il nome della prima birra ufficialmente venduta.
Francis Xavier morì nel 1958; ma già dal 1951 il figlio, Walter, aveva preso in mano le redini dell’azienda. Nel 1980 subentrò il figlio di Walter, Francis Xavier II, che, in onore del nonno, ribattezzò il birrificio FX Matt Brewing Company.
Nel 1982 la FX Matt inaugurò, con la serie New Amsterdam (per conto della New Amsterdam di New York), la produzione di birre speciali in appalto. Tre anni dopo, avvalendosi del noto mastro birraio Joseph Owades, affiancò alla nuova formula di lavoro una gamma propria, Saranac, che pervenne subito al successo, mietendo premi al Great American Beer Festival.
Nel 2010 rilevò la Flying Bison Brewing Company di Buffalo (New York), salvandola dalla chiusura.
Rimasta a conduzione familiare, l’azienda di Utica è oggi nelle mani di Nick Matt, figlio dell’omonimo fratello di FX Matt II, morto nel 2001.
Unica birreria superstite a Utica e la quarta più antica a conduzione familiare negli Stati Uniti, è anche rimasta saldamente ancorata ai metodi di fabbricazione tradizionali.
Realizza oltre 400 mila ettolitri di birra all’anno. Il marchio più popolare è la linea Saranac. Ma la produzione contempla anche birra per almeno altre cinque o sei marche a contratto, nonché bevande analcoliche.
Il birrificio infine ospita, durante l’estate, il Saranac Thursday Night, un evento sociale settimanale con birra, cibo e musica dal vivo, che attira migliaia di persone.
Saranac High Peaks Imperial IPA, imperial IPA di colore ambrato e dall’aspetto leggermente velato (g.a. 8,5%); conosciuta anche come Saranac Imperial IPA. Richiede 10 tipi di malto e altrettante varietà di luppolo. La schiuma ocra, minuta, cremosa e stabile, è gestita da una carbonazione piuttosto bassa. L’olfatto libera subito odori di malto, agrumi, caramello, frutta secca; a seguire, sentori alquanto “stanchi” di luppolo ammuffito, resina, terra. Il corpo, medio-pieno, ha una trama relativamente cremosa. Un po’ a fatica, ma non tarda ad arrivare il buon equilibrio gustativo raggiunto da malto, lievito, caramello, frutta tropicale, da una parte e dall’altra, legno di pino, fumo, vegetali, resina, pepe nero. Il tenue calore alcolico e un moderato acido da luppolo asciugano, nel finale, il palato. Nel concitato retrolfatto, un mix di amarore untuoso, erbaceo, vegetale, resinoso, si esprime con lunghe impressioni quasi medicinali.
Saranac Adirondack Lager, amber lager/vienna di colore ambrato (g.a. 5,5%); conosciuta anche come Saranac Adirondack Amber. Viene preparata secondo la tradizione tedesca, e con aggiunta di una certa quantità di caramello. La carbonazione è alquanto moderata; la spuma, di un bianco sporco, soffice e vaporosa, ha breve durata. Nel discreto bouquet olfattivo composito, si mettono subito in evidenza profumi di luppolo floreale che non soffocano, anzi, sentori di frutta, mais dolce, pane scuro, caramello, malto tostato, agrumi, lievito. Il corpo, medio-leggero, ha una struttura quasi cremosa. Il gusto ostenta l’ottimo equilibrio tra l’amarore del luppolo e la dolcezza del malto caramellato. Nel finale emergono note a malapena amabili e piccanti con un suggerimento acido pulito e asciutto. Una scialba sensazione di terra, amara e pungente, caratterizza la corta persistenza del retrolfatto.
Saranac Golden Pilsner, pilsener di colore dorato molto chiaro, quasi giallo (g.a. 5,1%). Utilizza anche frumento sottoposto a maltaggio e il dry hopping. La carbonazione non è così decisa, rispetto allo stile, anche in considerazione della presenza di grano; la schiuma bianca, spessa e morbida, si alza velocemente e, allo stesso modo, si dilegua, lasciando comunque i segni di una decente allacciatura. L’olfatto elargisce delicati profumi di luppolo floreale; ma non mancano, benché piuttosto timidi, sentori di malto, resina, miele, erbe, cereali, lievito, cannella e noce moscata. Il corpo, da leggero a medio, ha una consistenza spiccatamente acquosa. Il gusto, orientato alla dolcezza del malto, scivola, pastoso e vivace, su fondo sufficientemte luppolizzato e opportunamente supportato da note floreali e di agrumi. Il finale si propone fresco e pulito nella sua brevità. Sfuggenti impressioni acidule di luppolo piccante compongono la ristretta ricchezza retrolfattiva.
Saranac Black and Tan, dry stout di colore marrone molto scuro, quasi nero, e dall’aspetto opaco (g.a. 5,1%); ottenuta dalla miscela di una stout speciale e di una Saranac Adirondack Lager. La carbonazione è da media a bassa; la spuma beige, sottile, non abbondante e tanto meno persistente. L’olfatto presenta un carattere di pane tostato, luppolo terroso, crema di caffè, cioccolato al latte, caramello, nocciolato, malto torrefatto. Il corpo, piuttosto pieno, ha una buona consistenza cremosa. Anche il gusto si propone decisamente tostato, con presenza anche di cacao, noci, vaniglia, more, e acidità di caffè; mentre un luppolo fruttato si limita al ruolo di “attento” equilibratore. Il finale risulta secco, ruvido, agrodolce, anche un po’ appiccicoso. Impressioni di malto bruciato, prima e poi, di luppolo piccante segnano la lunga persistenza del retrolfatto.