Fuller’s Brewery

Tratto da La birra nel mondo, Volume II, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Londra/Inghilterra
A Chiswick, West London, la Griffin Brewery produceva birra dal 1816, quando Douglas Thompson acquisì il nome, Griffin (“Grifone”), da una fabbrica di birra fallita, Meux & Reid.
Nel 1829, in difficoltà finanziarie, la Griffin Brewery si rivolse a un ricco gentiluomo di campagna, John Fuller, che non esitò a entrare in società soprattutto per il figlio, John Bird che, alla morte del padre, nel 1839, prese il suo posto.
La collaborazione tra Douglas e John Bird era diventata impossibile. Ne 1841 Thompson fuggì in Francia. Rimasto solo, Fuller si associò con Henry Smith della Romford Brewery of Ind & Smith e con suo genero, il mastro birraio John Turner, costituendo nel 1845 la Fuller, Smith & Turner.
Nel 1929 la Fuller’s Brewery divenne società per azioni. I discendenti delle tre famiglie fondatrici comunque vi hanno tuttora incarichi e azioni; come lo stabilimento è sempre rimasto nel sobborgo di Chiswick, sulle rive del Tamigi. Nel 2005 assorbì la Gerge Gale & Co.
La Fuller, Smith & Turner deve la notorietà al Great British Beer Festival della CAMRA. E, dopo aver vinto per cinque volte, tra il 1979 e il 1993, il titolo di Champion Beer of Britain, si dovette seriamente impegnare per tener testa alla crescente domanda di mercato.
Le sue, sono autentiche ale inglesi, prodotte sfruttando la più avanzata tecnologia, però sempre con gli identici metodi e le stesse materie prime. Perfino il ceppo di lievito è quello del 1845. Anche se più nota per le bitter ambrate, l’azienda ha arricchito nel tempo la gamma di prodotti. Ma non facendosi minimamente influenzare dalla Craft Beer Revolution, come la maggior parte dei birrai inglesi (anche se è importatore ufficiale per il Regno Unito di Sierra Nevada). Ha ovvero continuato ad andare dritta per la propria strada aggiungendo di tanto in tanto un nuovo prodotto resuscitato dal suo straordinario passato.
La produzione annua arriva a 300 mila ettolitri, di cui l’8% viene esportato in circa 70 paesi di tutto il mondo, in particolare in Svezia.
L’azienda inoltre possiede più di 200 pub affittati e gestisce oltre 180 pub e alberghi in tutto il Sud dell’Inghilterra. A questi, bisogna aggiungere i 111 pub della Gales Brewery.
Fuller’s Chiswick Bitter, ordinary bitter ale di colore ambra (g.a. 3,5%); in botte, barile e bottiglia. Porta il nome del quartiere dove ha sede la fabbrica. È la classica birra comune inglese dal carattere delicato che, localmente, si trova come real ale. Per il basso contenuto alcolico non crea eccessivi problemi da consumo nella stessa serata. Con una carbonazione mediobassa, la spuma biancastra fuoriesce piatta e di appena sufficiente ritenzione. L’aroma si schiude fresco e fruttato, con accenni anche di malto, caramello, erbe, luppolo terroso. Il corpo, medio-leggero, ha una consistenza liscia e acquosa. Il sapore, squisitamente dissetante, è ricco, di malto e di luppolo in giusto equilibrio tra loro. Il finale si presenta secco e con una nota floreale, Nella discreta persistenza retrolfattiva si esibisce, in tutta la sua morbidezza, l’amarore del rampicante.
Fuller’s London Pride, premium bitter ale color rame e dall’aspetto limpido (g.a. 4,1% in botte, 4,7% in bottiglia). Un classico, alla spina, nei pub; la versione in bottiglia, benché pastorizzata, è ugualmente gustosa. La tipica “bitter da conforto”, il cui nome vuol dire “l’orgoglio di Londra”. Una delle birre inglesi più famose nel mondo, rappresenta l’80% della produzione aziendale. Alla spina è relativamente più leggera. Viene preparata con particolari malti torrefatti e aromatizzata con luppolo delle varietà Challenger e Northdown. Con un’effervescenza quasi piana, la schiuma non abbonda, risulta però compatta e stabile. Nell’elegante finezza olfattiva si esalta un profumo di luppolo fresco e puro, perfettamente bilanciato. Il corpo, medio-leggero, ha una singolare pastosità, anche un po’ appiccicosa. Nel sapore, leggere e briose note di malto si insinuano nella densa tessitura amara di luppolo, portando a un finale che indugia parecchio nella preparazione del lungo retrolfatto amarognolo improntato alle erbe e alla massima pulizia.
Fuller’s ESB, extra special bitter ale di colore ambrato (g.a. 5,5% in botte, 5,9% in barile e bottiglia pastorizzata). La versione in botte è di maggior carattere. Nacque nel 1969 come birra invernale, Winter Bitter. Due anni dopo, con la decisione di produrla regolarmente, le fu data la denominazione attuale. Da ricordare inoltre che per un certo periodo sul mercato inglese circolava un’altra ESB; ma la Fuller riuscì infine ad assicurarsi l’esclusiva del marchio. Con una scarsa carbonazione, la cremosa spuma biancastra si dissipa rapidamente. L’aroma fruttato, di malto e fiori di luppolo si apre molto acuto, e persiste fino al completo svuotamento della bottiglia. Il corpo strutturato, rotondo, mostra una forza e un carattere non riscontrabili nella maggior parte delle bitter. Anche l’equilibrio gustativo, tra l’intenso dolce del malto, l’invitante freschezza fruttata e il morbido amarore del luppolo, si rivela straordinario. Verso il termine della corsa ritornano le note aromatiche, che finiscono per evolversi in una vera e propria selezione lasciando il retrolfatto avvolto nell’atmosfera dell’amaricante.
Fuller’s 1845, english strong ale di colore rame intenso (g.a. 6,3%); rifermentata in bottiglia con aggiunta di lievito. La versione in botte compare di tanto in tanto. Fu creata nel 1995, in occasione del 150° anniversario della fondazione, in base a un’antica ricetta della Griffin Brewery. L’effervescenza è alquanto bassa; la schiuma, minuta, pannosa e di sufficiente allacciatura. All’aroma fruttato, si accompagna un gusto ancora fruttato e di malto che, nel corpo strutturato, croccante e cremoso, scivola su fondo completamente secco. Il finale è lento, penetrante, e con deliziosa suggestione dolceamara. Il retrolfatto combina un mix equilibrato di frutta secca, caffè, pane nero, noci, caramello, vaniglia.
Fuller’s Vintage Ale 2016, english stron ale di colore rame chiaro (g.a. 8,5%). Dal 1997, nel mese di settembre di ogni anno, la Fuller’s brassa questa strong ale degustata verticalmente per compararne le annate. Con una carbonazione piuttosto bassa, la spuma beige fuoriesce ricca, cremosa e duratura. L’elevata intensità olfattiva regala profumi di malto, caramello, frutta secca scura, tè verde, buccia d’arancia, uva bianca, spezie leggere: il tutto, di una finezza a dir poco attraente. Il corpo, medio-pieno, presenta una tessituta tra cremosa e oleosa. Il gusto, che nasconde bene l’alcol, propone deliziose note di caramello, frutta matura, uva sultanina, frutti di bosco, zucchero di canna, melassa; man mano però che volge al termine della lunga e concitata corsa, diventa sempre più secco, fino a prendere una decisa consistenza amarognola di luppolo verde. Il retrolfatto risulta un piacevole mix di dolce e amaro avvolto in un intenso, caldo, alone alcolico.
Stagionali
Fuller’s Golden Pride, english strong ale di colore ambrato carico con riflessi oro antico (g.a. 8,5%). La prima versione, commercializzata nel 1967 come barley wine, aveva la gradazione alcolica del 9%. Con la perdita poi del prodotto nel tempo della denominazione di barley wine, l’ABV scese all’attuale 8,5%. La versione in bottiglia è pastorizzata; quella in barile, destinata all’esportazione; quella in botte, occasionale e disponibile solo nel Regno Unito. Si tratta di un’eccezionale strong ale natalizia, moderatamente luppolizzata e ricca di malto, prodotta secondo la più rigorosa tradizione inglese. Con un’effervescenza quasi piana, la schiuma ocra si alza compatta, cremosa, anche se poco durevole. L’olfatto, di elegante finezza, esibisce pure un’intensità elevata e persistente: sotto le inconfondibili note fresche di luppolo alitano pregevoli odori diversi (cereale, chiodi di garofano, miele, canditi, bergamotto). Il corpo consistente possiede una forza alcolica che anima l’intera corsa, riscaldando soavemente la bocca. Il gusto pieno, vigoroso defluisce all’insegna del malto, col supporto di un luppolo speziato. Il finale, intenso di alcol, lascia un lungo retrolfatto, caldo, dolce, liquoroso.
Fuller’s Summer Ale, golden ale di colore dorato (g.a. 3,9%); ale estiva in botte e in bottiglia, lanciata nel 1996. È realizzata con il 15% di frumento sottoposto a maltaggio. La bianca corona di spuma appare sottile, densa, duratura. Il tipico bouquet floreale del Saaz impiegato si mette subito in bella mostra. Il corpo è quello di una bevanda estiva: leggero, fresco, pulito, in una consistenza acquosa. Il gusto, dolce di miele e di frutta gialla, prende, a metà corsa, note aspre di agrumi per sfociare in un esuberante finale di luppolo amaro. Anche il retrolfatto, non certo così lungo, intende regalare qualche impressione di agrume, piacevolmente amarognola.
Gales Brewery (Gerge Gale & Co.)/Horndean
Nel 1847 Richard Gale acquistò lo Ship & Bell Hotel e il birrificio associato, nei pressi del canale della Manica. Nel 1869 lo Ship & Bell Hotel fu distrutto da un incendio e al suo posto venne costruita un’imponente fabbrica vittoriana, rilevata nel 1896 dalla famiglia Bowyer.
Quello stabilimento, il più grande dell’Hampshire, era rimasto a conduzione familiare e continuava a produrre birre tradizionali che negli ultimi tempi avevano meritatamente ottenuto numerosi premi. Ale ovvero lasciate fermentare all’aperto, in vasche rotonde di legno, e che si distinguevano per il dominante gusto di malto, mentre il luppolo rivestiva un ruolo secondario.
Poi, nel 2005, la Gales Brewery fu acquistata dalla Fuller’s. La CAMRA fece di tutto perché il nuovo proprietario continuasse la produzione della linea completa Gales a Horndean. Purtroppo, l’anno successivo, la Fuller’s chiuse la fabbrica di Horndean e trasferì la produzione a Chiswick, con l’inevitabile eliminazione di varie birre.
Gales HSB, extra special bitter ale di colore mogano con riflessi dorati (g.a. 4,8%). È la birra più nota dell’azienda, e anche la più luppolizzata. HSB è l’acronimo di Horndean Special Bitter. Con un’effervescenza piuttosto bassa, la spuma non abbonda ma dura abbastanza. L’olfatto, attraente nella sua finezza, ostenta un’intensità elevata: morbido malto e luppolo asciutto e speziato con sensazioni fruttate dolci e fresche. Il corpo, di pienezza armonica e trama molto liscia, regge un eccellente equilibrio tra cereale e amaricante. Il finale è secco, e luppolizzato. Dal lungo retralfatto esalano deliziose suggestioni di malto e frutta secca.
Gales Prize Old Ale, old ale color tonaca di frate (g.a. 9%); una delle più famose ale forti condizionate in bottiglia. Matura da sei mesi a un anno prima di essere imbottigliata a mano, con tappo di sughero ed etichetta. Per l’elevato contenuto di alcol e le proprietà riscaldanti, si rivela un prodotto tipicamente invernale. Con una carbonazione quasi piatta, la schiuma, fine e scarsa, ha invece ottima resistenza. L’aroma si apre spiccatamente di malto, con sottili sentori di toffee, frutta scura, legno vecchio. Il corpo consistente, e di tessitura tra cremosa e oleosa, sprigiona una forza alcolica che riempie la bocca di sensuale dolcezza. Il gusto attacca il palato con amabili impressioni fruttate; ma si evolve presto in vibranti e asciutte note affumicate, vinose e acide. Nel finale esplode il calore dell’etanolo e, nella persistenza retrolfattiva, rimane una lunga suggestione aromatica e succosa. È un prodotto che si può conservare in cantina fino a 20 anni; nel versarlo, la decantazione dei sedimenti deve avvenire molto lentamente.