Freiberger Brauhaus

Tratto da La birra nel mondo, Volume II, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Freiberg/Germania
La Freiberger Brauhaus, la prima fabbrica di birra in Sassonia e una delle prime società di capitali in Germania, fu fondata nel 1850.
Trovandosi nella zona di occupazione sovietica, nel 1946 perse lo status giuridico di società a responsabilità limitata. Due anni dopo passò allo Stato e, più tardi, fu incorporata nella VEB Getränkekombinat Karl-Marx-Stadt. Nel 1991 era della Eichbaum Verger Brauereien di Mannheim, che nel 1999 divenne di proprietà della ACTRIS.
Nel 2006 la Freiberger Brauhaus fu venduta al Radeberger Gruppe. Nel 2009 la Eichbaum Verger Brauereien diventava invece Eichbaum Privatbrauerei.
Oggi la Freiberger Brauhaus ha una produzione annua di 810 mila ettolitri, distribuita in una vasta gamma di birre a bassa fermentazione.
Freiberger Pils, pilsener di colore giallo pallido (g.a. 4,9%); il prodotto di punta dell’azienda. Con una vivace carbonazione, la spuma erompe alta, cremosa, duratura. Un luppolo croccante allieta l’olfatto, supportato da tenui sentori di fieno, erbe, grani. Il corpo tende al medio, in una decisa trama acquosa. Il gusto, morbido, leggero, pulito, dopo l’attacco fruttato, si evolve in un finale molto secco. Il retrolfatto amarognolo reca qualche suggestione metallica.
Freiberger Freibergisch Export Spezial, export spezial di colore oro chiaro (g.a. 5,5%). L’effervescenza è abbastanza sostenuta; la schiuma bianca, ariosa ma di rapida dissoluzione. Il bouquet, in cui spadroneggia il malto, si apre con straordinaria finezza. Avvalendosi di una consistenza piuttosto oleosa, il corpo, benché sul pieno, attacca con garbo disinvolto il palato. L’equilibrio gustativo è orientato al dolce, che però viene “sapientemente” contenuto dall’amarore di un luppolo pregiato. La finitura appare resinosa, acidula, amara; il corto retrolfatto, asciutto e luppolizzato.
Freiberger Freibergisch Schwarzbier, schwarzbier di colore marrone scuro, quasi nero (g.a. 4,9%). La spuma beige, cremosa e abbastanza tenace, è gestita da una carbonazione tipicamente piatta. L’aroma, ostinato, penetrante, propone con eleganza il caramello impiegato, nonché accenni di torrefazione. Il corpo medio, e di tessitura piuttosto oleosa, estrinseca un sapore di malto bello pieno che, nel lungo finale, si scioglie in caratteristiche note di liquirizia e cacao amaro. Il retrolfatto caramellato sa tanto di aspre tostature.