Tratto da La birra nel mondo, Volume II, di Antonio Mennella-Meligrana Editore
Wiveliscombe/Inghilterra
Nel 1807 William Hancock fondò a Wiveliscombe, un paese del Somerset, la Hancock’s Brewery. Alla sua morte, nel 1845, prese in mano le redini dell’azienda, proprietaria peraltro di 20 pub vincolati, il figlio William, che aprì anche una fabbrica di birra a Cardiff.
William jr., nel 1891, prese tre dei suoi figli in società; nel 1919, acquistò la vecchia fabbrica di birra a Tiverton da Devonport and Riverton Brerwery Co.; nel 1927, si fuse con SW Arnold and Sons di Taunton, formando la Arnold e Hancock che andò in liquidazione nel 1934.
Rilevata nel 1955, la fabbrica di Wiveliscombe prese il nome di Golden Hill Brewery; ma chiuse quattro anni dopo. Fu riaperta nel 1980 con la denominazione attuale.
Nel primo anno di attività la Exmoor Ale fu riconosciuta “migliore bitter inglese” al Great British Beer Festival. Nel 1986, per celebrare la millesima fermentazione della stessa birra, fu elaborata una delle prime golden ale inglesi, la Exmoor Gold, destinata a rimanere la punta di diamante in una gamma di prodotti sicuramente più ricchi di malto, ma di ottimo equilibrio, rispetto alla concorrenza.
Exmoor Ale, ordinary bitter ale di colore marrone chiaro (g.a. 3,8%); considerata un classico in tutto il Paese. Con una carbonazione abbastanza contenuta, la schiuma beige emerge bassa e cremosa. L’aroma è a base di malto, con lievi sentori anche di biscotto, caramello, toffee, fieno appena falciato, luppolo leggermente speziato. Il corpo, relativamente sottile, ha una consistenza cremosa. Il gusto si snoda pieno, asciutto: dopo l’inizio molto equilibrato tra malto e luppolo, arrivano note di biscotto e burro; mentre l’amarore del finale reca una sfumatura di nocciola. Il retrolfatto mostra ottima lunghezza, con suggestioni resinose dall’accento piccante.
Exmoor Gold, golden ale di colore oro pallido lievemente velato (g.a. 5%, in botte 4,5%); non condizionata in bottiglia. Viene lavorata con una sola varietà di orzo, il Pipkin, sottoposto a maltaggio a Newton Abbot, nel vicino Devon. Nonostante un’effervescenza quasi piana, la spuma si rivela compatta e stabile. L’aroma fine, delicato, è tipico del malto utilizzato, con gradevoli accenni fruttati. Il corpo medio, tendente al leggero, presenta una trama da grassa ad acquosa. Il malto, intenso, cremoso e fresco, si distende in scioltezza, alimentando un gusto dolce sorretto dal sottofondo di luppolo amaro. Il finale, asciutto e pulito, introduce un piacevole retrolfatto amarognolo.