Einsiedler Brauhaus

Tratto da La birra nel mondo, Volume II, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Chemnitz-Einsiedel/Germania
Fu fondata nel 1885, nel sud-ovest della Sassonia, dal costruttore di macchinari Emil Schwalbe come fabbrica di birra privata, Privatbrauerei Einsielder Brauhaus, E. Schwalbe.
Dieci anni dopo lo stabilimento non era più in grado di soddisfare la richiesta del mercato. Fu quindi ampliato e, nel 1901, “sfornò” 37 mila ettolitri di birra. Intanto era entrato in azienda, a dare una mano al padre, il figlio Charles. Nel 1903 la ditta fu convertita in società per azioni, Einsiedler Brauhaus Aktiengesellschaft.
Nel 1910, alla morte del padre, il figlio prese il suo posto.
La grande guerra mise in ginocchio l’azienda. Nel 1920 gli azionisti decisero di venderla alla Deutsche Bierbrauerei di Berlino. Nel 1925 la Einsiedler Brauhaus diventò un ramo della Radeberger Exportbierbrauerei.
Nel 1937 il ramo Einsiedler Brauhaus fu venduto ai fratelli bavaresi Winterling che fondarono la società in nome collettivo Einsiedler Brauhaus Winterling & Co.
Nel 1945 la fabbrica fu gravemente danneggiata da un raid aereo; ma in breve tempo fu rimessa in efficienza dalla sua forza stessa di lavoro.
Nel 1948 il Consiglio comunale di Chemnitz-Einsiedel divenne amministratore fiduciario delle società ancora private. Nel 1972 infine la Einsiedler Brauhaus Winterling & Co. fu espropriata dallo Stato e divenne parte operativa del VEB Vereinigte Brauereien Karl-Marx-Stadt (poi VEB Braustolz).
Con la privatizzazione del 1990 poi, la Einsiedler Brauhaus fu rilevata da Frau Leutheusser (nipote di Hermann Winterling) e divenne società a responsabilità limitata. Fu modernizzata la fabbrica e, nel 1998, venne addirittura lanciata la prima weissbier sassone. Da annotare però che già negli anni ‘20 del 1900 la weissbier era una specialità della Einsiedler. Nello stesso anno fu istituito un museo della birra all’interno della fabbrica.
Einsiedler Landbier, zwickelbier di colore dorato chiaro (g.a. 5%); conosciuta anche come Ensiedler Sächsisch Landbier Klassisch. Con una morbida carbonazione media, la schiuma si leva densa, cremosa, duratura. L’olfatto floreale non soffoca i tenui sentori di cereali, burro, caramello, biscotto, agrumi. Il corpo è abbastanza leggero, in una consistenza tra grassa e oleosa. Il gusto, delicatamente orientato all’amaro, defluisce secco, fresco, appagante, con una nota piccante che emerge verso il traguardo. Uno stuzzicante finale erbaceo introduce il breve retrolfatto dalla leggera astringenza.
Einsiedler Schwarzbier, schwarzbier di colore marrone scuro quasi nero (g.a. 5%). L’effervescenza è piuttosto bassa; la schiuma beige, ricca e cremosa. L’aroma si libera fresco e leggermente amaro di tostature, cioccolato fondente, e con un lontano richiamo di pane acido. Il corpo medio tende al sottile, in una consistenza tra grassa e oleosa. Il gusto è ricco di malto, con una nota acida rinfrescante che compare verso il traguardo a contrastare in extremis la dolcezza del cereale. Il finale appare più stanco che sterile; ma scompare in fretta. Subentra un lungo retrolfatto, secco e amarognolo.
Einsiedler Pilsener, pilsener di colore oro pallido (g.a. 4,9%). Con una morbida carbonazione, la spuma si leva abbondante e di buona durata. Il profumo di cereali è delizioso; non da meno, spirano, in secondo piano, sentori floreali, di erbe aromatiche, luppolo fruttato. Il corpo medio ha una trama alquanto acquosa. Il sapore si esprime asciutto e leggermente amaro, con un tocco di dolcezza fruttata a ingentilire la fine del percorso gustativo. Anche il discreto retrolfatto è improntato a un certo amarore; ma non è più il luppolo l’artefice, bensì una miscellania vegetale di rara aromaticità.
Einsiedler Doppel Bock, doppelbock di colore rossastro scuro (g.a. 7,8%). La spuma bassa e di moderata ritenzione è dovuta a una carbonazione piuttosto contenuta. L’aroma si apre con la dolcezza del pane scuro, dell’uva passa, della liquirizia, di una buona dose di alcol. Più in là, emergono sentori di caramello, frutta matura, foglie di tabacco, sciroppo d’acero. Il corpo, da medio a pieno, si presenta con una tessitura quasi oleosa. Il gusto amabile avvolge con le sue note dolci il malto torrefatto in un rigido rivestimento asciutto, quasi astringente. Il finale accusa qualche tono metallico: una sensazione di brevissima durata, perché è in arrivo la lunga persistenza del retrolfatto dalle suggestive sensazioni di cioccolato fondente, liquirizia, tostatura con un rinfrescante accento acidulo.