Tratto da La birra nel mondo, Volume V, di Antonio Mennella-Meligrana Editore
Chişinău/Repubblica di Moldavia
Vitanta, la prima fabbrica di birra nell’attuale territorio della Moldavia, nacque nel 1873, e il primo birraio, di nome Rap, fu un bessarabiano di origine tedesca.
Inizialmente la birra riforniva pub, ristoranti, negozi, e veniva anche consegnata a domicilio.
Successivamente, il birrificio fu dato in affitto ai fratelli Kempe e Ioan Curtz che alla fine lo acquistarono.
Con un impianto di origine europea, nel 1919 la fabbrica produceva diversi tipi di birra per un totale di 60 ettolitri al mese.
La produzione calò parecchio dopo la guerra. Infine, nel 1940, arrivò l’occupazione sovietica, e Vitanta prese il nome di Birrificio Chişinău. Nel 1963 ebbe inizio la costruzione di una nuova fabbrica, completata quattro anni dopo. A quel punto fu richiesto a Mosca del personale qualificato. Arrivò Mihail Buromskii, laureato all’Istituto di Kiev e con esperienza in un birrificio russo di Morshaenske.
Nel 1972 cominciò la costruzione di un nuovo birrificio nella zona industriale di Chişinău e, nel 1985, cessò la produzione della vecchia fabbrica.
A poco a poco, il Birrificio Chişinău divenne il più grande della Repubblica Sovietica Socialista Moldovenească (RSSM), con una capacità produttiva annua di 500 mila ettolitri.
Nel 1995 la birreria fu privatizzata e riorganizzata nella società per azioni Vitanta-Intravest.
Nel 2003 il turco Efes Beverage Group comprò la maggioranza delle azioni e diede all’azienda il nome attuale. Mentre la fabbrica veniva completamente ricostruita e automatizzata.
Infine, nel 2012, con l’accordo di alleanza tra Anadolu Efes e SABMiller, Efes Vitanta Moldova Brewery diventava distributore esclusivo dei marchi della società britannica.
Il più grande produttore di birra del Paese, oggi la Efes Vitanta Moldova Brewery ha una quota di mercato interno che va oltre il 70 %.
Chișinău Aurie Originală, lager di un brillante colore tra giallo chiaro e oro (g.a. 5%). Con una media effervescenza, la schiuma bianca sbocca minuta ma non così ricca, compatta, cremosa, di pregevole tenuta e allacciamento al vetro. Al naso si mettono subito in evidenza i malti pilsner in sinergia con la dolcezza accattivante del mais, della paglia, dello sciroppo, del biscotto, della pasta di pane bianco; mentre, dal sottofondo, un luppolo floreale comincia a emergere vieppiù distinto man mano che si alza la temperatura della birra. Il corpo medio e vellutato si avvale di una scorrevolissima tessitura leggermente oleosa ma con tendenza all’acquosa. È ancora il malto pale a farsi paladino dell’amabilità in un sapore alquanto granuloso e arrotondato dalle note di miele, sciroppo, mais, mela gialla. L’erbaceo del rampicante si limita a tenere sotto controllo l’equilibrio gustativo, insufflando la dose di amarore indispoensabile e facendosi anche carico di una rinfrescante punta di acidità agrumata. La secchezza ripulente del corto finale si rivela estremamente delicata. L’erbaceo della “sapiente” luppolizzazione ritorna fugacemente nel retrolfatto, ad apportare una non certo sgradevole sensazione amarognola.
Chișinău Brună, dunkel di un suggestivo colore tonaca di frate con qualche venatura rossastra e dall’aspetto assolutamente limpido (g.a. 4%). La carbonazione è croccante ma delicata; la schiuma beige presenta caratteristiche di base davvero notevoli, vuoi per la finezza, vuoi per la densità e vuoi per l’aderenza e la durata. Tanto ampia quanto gradevole, l’intensità olfattiva propone subito profumi di malto tostato, caramella mou, uva passa, cereali bruciati, carruba, pane nero; e, man mano che la birra si riscalda, aggiunge tante e tante virate di stuzzicanti sentori, in particolare, di nocciola, caffè, vaniglia, albicocca secca, crostata scura, cioccolato, liquirizia. Il corpo tende decisamente al leggero, in una briosa consistenza acquosa. Nel gusto, si fa la parte del leone il malto, in sinergia con la noce e sottili note di luppolo speziato. Il basso contenuto alcolico sprona la bevuta, e il sapore si fa sempre più morbido, avvincente. Quel po’ di amaro percepibile va addebitato alle tostature, ben diverso peraltro da quello degli acidi alfa della luppolina: e l’equilibrio si rivela deliziosamente orientato al dolce, senza comunque minimamente sfiorare la stucchevolezza. Ricchi e teneri toni maltati s’impadroniscono del corto finale. Il retrolfatto se la cava discretamente con le sue sensazioni di caffè e caramello, benché minacciato da qualche spunto metallico e gommoso.
Chișinău Red Ale, american red ale di colore ambra lievemente opaco (g.a. 5%); realizzata con quattrro tipi di malto e due varietà di luppolo. Con una carbonazione da moderata a elevata, la spuma, di un bianco sporco, sbocca non così generosa, ma sottile, densa, cremosa, sufficientemente stabile e aderente. L’aroma risulta gradevole nella sua dolcezza: malto caramellato, biscotti, frutta (in particolare banana matura), miele, noci, polpa di arancia, pane nero, vaniglia. Non trascurando ovviamente il sottofondo, che consente, sì, l’amabilità, ma nel pieno rispetto delle regole del gioco; e qui troviamo sentori di luppolo floreale, scorza di pompelmo, erbe, terra e lievito speziato. Il corpo, medio-leggero, si propone in una tessitura squisitamente acquosa. Nel gusto, ritorna la dolcezza, ma è principalmente dei frutti di bosco, che vengono in soccorso di un caramello “stanco”. Anche il malto tostato e il miele si “afflosciano” pian piano, consapevoli di dover presto far largo alle note amare e piccanti del luppolo, che spuntano con discrezione e diventano vieppiù decise, come ostinate. Il percorso, di media durata, termina così, in una pulita secchezza amaricante. Impressioni maltate, tostate e fruttate originano frettolosamente una miscellanea organica in cui si esalta con cordialità il commiato del retrolfatto.