DUB – Dortmunder Union Brauerei

Tratto da La birra nel mondo, Volume II, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Dortmund/Germania
Più comunemente nota con l’acronimo DUB, la Dortmunder Union Brauerei sorse nel 1873 dall’unificazione di una decina di piccoli birrifici di Dortmund. Col tempo si aggregarono diverse altre aziende del settore.
Nel 1939 la Dortmunder Union Brauerei figurava tra le prime 10 birrerie della Germania. Durante la seconda guerra mondiale la sua fabbrica subì i pesanti bombardamenti che si accanirono sulla regione industriale della Ruhr. Ricostruiti gli impianti, la società ricominciò a espandersi.
Principale rivale della DAB, la DUB nel 1972 si associò con la Schultheiss Brauerei di Berlino formando la Dortmunder Union-Schultheiss Brauerei, ribattezzata nel 1988 Brau und Brunnen. Sicché, mentre la Scultheiss era il ramo berlinese, la DUB costituiva quello di Dortmund del gruppo nazionale.
Nel 1994, con l’acquisizione della Dortmunder Ritter Brauerei (sorta nel 1889), si ebbe la Dortmunder Union-Ritter Brauerei e il trasferimento della produzione presso la fabbrica costruita dalla Ritter nel 1969. Fabbrica, che nel 2002, in onore del primo mastro birraio della Dortmunder Union (dal 1873 al 1923), Fritz Brinkhoff, fu rinominata Brauerei Brinkhoff. Mentre l’imponente fabbrica originaria della DUB, sulla cui sommità spiccava l’enorme U del logo illuminata di notte, al centro della città, nel 2004 veniva demolita ricavandone appartamenti e negozi.
Sempre nel 2004 la Dortmunder Union-Ritter Brauerei entrò a far parte del Radeberger Gruppe e, due anni dopo, la sua produzione venne concentrata presso la DAB. Mentre nel 2011 iniziarono i lavori di demolizione anche della Brauerei Brinkhoff.
Le birre della DUB, tutte kräusen, hanno in genere il palato morbido e delicato con una punta dolce di malto.
Dortmunder Union Export, dortmunder export di colore oro chiaro (g.a. 5,3%); versione dello stile molto diffusa in Europa, e anche la marca più nota dell’azienda. La bottiglia è dotata del pratico tappo twist-off. L’effervescenza è media; la spuma, sottile e aderente. L’aroma di malto evidenzia una vaga sensazione di luppolo. Il corpo, di media pienezza, ha una tessitura tra oleosa e acquosa. Il gusto delicato, asciutto, non nasconde le tenui note di un amabile malto. Il retrolfatto, ugualmente secco, risente invece della buona luppolizzazione. Impressione, che ha avuto inizio già nel corto finale.
Brinkhoff’s N° 1 Premium Pilsener, premium pils di colore giallo paglierino (g.a. 5%). Viene ancora prodotta secondo la ricetta di Fritz Brinkhoff. La carbonazione elevata genera una spuma copiosa e di buona tenuta. I profumi del luppolo erbaceo si spandono con estrema delicatezza. Il corpo, da leggero a medio, presenta una consistenza tra cremosa e acquosa. Il sapore, quantunque amaro, scorre piacevole in bocca con la propria leggerezza. Il finale apporta un’asciuttezza ripulente. Nel retrolfatto, fanno capolino indistinte suggestioni di malto.
Dortmunder Union Siegel Pils, pilsener di colore giallo chiaro con sfumature verdastre (g.a. 4,8%). Con una media effervescenza, la schiuma, di grana molto minuta, sgorga spessa e tenace. L’aroma esala aspramente luppolizzato. Il corpo leggero tende al medio, in una trama pressoché oleosa. Il gusto si snoda pieno, determinato, di luppolo amaro non certo sgradevole. Il finale arriva debole, secco. La freschezza del retrolfatto sa di un pungente malto bruciacchiato.
Ritter Export, dortmunder export di colore biondo dorato (g.a. 5,3%); simile alla Dortmunder Union Export, ma leggermente più morbida. La spuma, con una media carbonazione, sbocca sottile e duratura. Un pregevole malto caratterizza l’olfatto, con qualche accenno di luppolo erbaceo. Il corpo, da leggero a medio, e di consistenza alquanto grassa, sostiene un armonioso gusto ancora di malto e a malapena fruttato con sfuggenti note amare di luppolo. Al finale asciutto, tiene dietro un retrolfatto non così lungo, ma intensamente improntato a un sottile amarore.
Ritter First Premium-Pils, pilsener di colore biondo chiaro (g.a. 4,8%); un prodotto di larga diffusione. Con una media carbonazione, la spuma, minuta e cremosa, si abbassa lentamente, fino a lasciare un pizzo alquanto appiccicoso. Al naso, il luppolo presenta una consistenza nettamente aspra. Il corpo è tra il medio e il leggero, con trama da acquosa a oleosa, comunque scorrevole, effervescente. Nel gusto, l’amabilità del cereale riceve dall’amaricante una “sapiente” punta di acido che conferisce equilibrio e piacevolezza. Il finale arriva abbastanza amaro, e lascia nel retrolfatto una suggestione di secca pulizia.