Tratto da La birra nel mondo, Volume II, di Antonio Mennella-Meligrana Editore
Monterrey/Messico
Nel 1890 a Monterrey, nel Nuevo León, fu impiantata la prima fabbrica di birra messicana con le caratteristiche della grande impresa, la Cervecería Cuauhtémoc, dal nome dell’undicesimo e ultimo sovrano azteco. Fu opera delle famiglie Garza e Sada che, nel 1909, aprirono anche la Vidriera Monterrey per la produzione di bottiglie per il vino.
Nel 1936 le due famiglie, per riorganizzare le loro partecipazioni azionarie, crearono la holding Valores Industriales, dal 1974 conosciuta come FEMSA (Fomento Económico Mexicano).
Nel 1955 la Cuauhtémoc acquistò una fabbrica locale, la Tecate, nell’omonima città della Bassa California, e prese a produrre le sue birre in commercio dal 1943.
Nel 1965 rilevò la Cervecería Cruz Blanca di Juárez, nello stato di Chihuahua, sorta nel 1896, facendo sua la Chihuahua, lager leggera e dissetante, creata nel 1933, abbastanza simile alla Sol o alla Corona Extra della Modelo. Oggi non più in produzione, questa birra fino al 1981 veniva confezionata in una bottiglia trasparente di colore ambrato.
Nel 1894, a Orizaba, nel Veracruz, Enrique Mantey e William Haase fondarono la Cervecería William Haase y Cia. Due anni dopo, per consentire l’ingresso di capitali tedesco e francese, trasformarono la ditta in una società per azioni col nome di Cervecería Moctezuma.
Nel 1982 la Moctezuma assorbì la Cervecería Sonora, nata nel 1896 a Hermosillo, e ovviamente fece sua l’eccellente lager High Lif, lanciata sul mercato locale nel 1923.
Infine, nel 1988, la Cuauhtémoc si fuse con la Cervecería Moctezuma, dando vita alla Cervecería Cuauhtémoc Moctezuma.
Nel 2005 la FEMSA rilevò l’azienda messicana di Apodaca Especialidades Cerveceras, creata nel 1998 da Manuel Zambrano Villarreal (ex dipendente della Cuauhtémoc), insieme al cognato Mauricio Fernández Garza. E, in seguito alla fusione con la Cervecería Cuauhtémoc Moctezuma, finì per andare in “pensione” la famosa gamma di ale a marchio Casta, con le bottiglie rese accattivanti con etichette elaborate da famosi artisti messicani (Casta Bruna: Ismael Vargas; Casta Dorada: Rodolfo Morales; Casta Morena: Francisco Toledo; Casta Triguera: Sergio Hernández).
Nel 2006, per l’andamento insoddisfacente, la Molson Coors cedette alla FEMSA la brasiliana Kaiser Cervejarias acquistata nel 2002. La holding messicana, tramite la sua efficiente rete distributiva, riuscì in breve tempo a risollevarne le sorti. Oggi la Kaiser, col nome di FEMSA Cerveja Brasil, è il secondo produttore brasiliano.
Fino a qualche anno fa la Interbrew, proprietaria della canadese Labatt, aveva il 22% delle azioni FEMSA. Poi quest’ultima si rese indipendente, e addirittura avviò una partnership con la Heineken per l’esportazione e la distribuzione in tandem sul mercato statunitense dei propri marchi.
All’inizio del 2008 la FEMSA cedette un pacchetto azionario del 3% al magnate dell’informatica Bill Gates. Nel 2010, infine, venne acquistata dalla Heineken International. Ma non facciamo confusione! La FEMSA gestisce tante altre attività: è la seconda imbottigliatrice mondiale di Coca-Cola, possiede anche fabbriche per i prodotti di confezionamento, gestisce una delle catene di supermercati più grandi del Messico, la OXXO. Pertanto a noi interessa esclusivamente una delle sue quattro unità di business, ovvero quella della FEMSA Cerveza.
Con una produzione annua di oltre 39 milioni di ettolitri, la FEMSA Cerveza è la seconda società birraria messicana, appena dopo il Grupo Modelo. La sua sede direzionale e lo stabilimento principale sono a Monterrey. Ma, oltre all’altro originario di Orizaba, ha impianti produttivi a Toluca de Lerdo (dal 1969), a Guadalajara (dal 1970), a Navojoa (dal 1991), a Tecate (dal 1955) e, a partire dal 2007, a Meoqui.
La Cuauhtémoc e la Moctezuma continuano a operare separatamente, anche per quanto riguarda la vendita all’estero; è invece in comune la rete distributiva nazionale.
La Cuauhtémoc offre la tipica gamma messicana. I suoi prodotti tendono a un finale secco e un tantino astringente; il colore invece, per l’alta percentuale di grano impiegata, risulta più chiaro.
La Moctezuma, anche se la più piccola azienda messicana, è la maggiore esportatrice. Produce con aggiunta di una minore percentuale di altre materie prime (tra cui il riso) e ricorre con regolarità al dosage. Le birre risultano quindi abbastanza morbide e con finale effervescente.
Bohemia, lager tipo pilsner di colore paglierino chiaro (g.a. 4,7%); conosciuta anche come Bohemia Clásica. Il nome è in riferimento al luppolo utilizzato, il Saaz proveniente dalla Boemia. Proposta nel 1905, risultò subito la birra più diffusa nel Paese; e tuttora è uno dei prodotti di punta dell’azienda. Dal 1958 l’originaria bottiglia trasparente è passata a essere scura. Con una carbonazione media, la spuma fuoriesce sottile e di sufficiente durata. Al naso, un malto piuttosto debole lascia emergere ben distinti sentori floreali, di agrumi e luppolo erbaceo. Il corpo, medio-leggero, ha una trama pressoché cremosa. Il palato, in particolare, reca l’impronta decisa del luppolo di Žatec: un gusto di malto dolce che, con note di vaniglia, si snoda su fondo luppolizzato. Il finale è brusco, e quasi anonimo. Il retrolfatto, secco e amarognolo, tende un po’ all’acidulo. Nel complesso, questo prodotto può essere definito abbastanza equilibrato, pieno di malto e piacevolmente infervorato dal luppolo.
Dos Equis XX Ambar, amber lager/vienna di colore rosso ambrato (g.a. 4,7%); la versione più conosciuta. Studiata per soddisfare il gusto dei tanti immigrati austriaci in Messico, è risultata una birra di successo anche all’estero. Utilizza parte di malto cristallino, nonché una minima percentuale di malto scuro e caramello. Con una carbonazione moderata, la spuma emerge non così abbondante ma di buona tenuta. L’aroma, delicatamente fruttato, reca una punta di cioccolato. Il corpo, da leggero a medio, ha una consistenza acquosa. Il gusto è del tutto singolare: con l’amaro appena percettibile, un leggero malto defluisce pulito e fragrante, rievocando in modo vago il malto torrefatto. Il brusco finale apporta una secca ventata di luppolo. Da parte sua, lo sfuggente retrolfatto appare a malapena piccante. Si tratta di un’ottima interpretazione della compianta wiener lager.
Dos Equis XX Special Lager, premium lager di colore dorato brillante (g.a. 4,2%). Si è imposta sui più importanti mercati del mondo. L’effervescenza appare piuttosto vivace; la spuma sbocca fine, spessa, resistente. L’aroma è floreale e di luppolo, con qualche accenno di malto, lievito, mais. Il corpo leggero presenta una trama lievemente cremosa. Il gusto, col suo malto lieve, ha quel sottile orientamento all’amaro che rende il prodotto appetitoso e dissetante. Il finale, tutto del luppolo, lascia nel retrolfatto uno squisito amarognolo.
Sol, lager di colore dorato brillante (g.a. 4,5%); risalente al 1899. Concepita come bevanda economica e dissetante per le classi lavoratrici, negli anni ‘80 del secolo XX invece si sostituì alla Corona Extra nel ruolo di birra messicana alla moda. Prodotta con un’alta percentuale di ingredienti aggiunti, viene commercializzata in una caratteristica bottiglia di vetro chiaro dalla colorata etichetta serigrafata. Con una carbonazione media, la schiuma abbonda, sottile e duratura. Il tenue aroma di cereali porta un accenno di luppolo molto gradevole. Il corpo, di trama acquosa, scivola in bocca leggero, soffice, brioso. Il gusto, di straordinaria delicatezza, è quasi neutro, e senza ombra di amaro. Il finale, lievemente asciutto e sciropposo, introduce un corto retrolfatto aspro con una punta di acidità. Ben freddo, questo prodotto risulta un ottimo dissetante. Tradizionalmente si beve dalla bottiglia, con una fetta di lime inserita nel collo.
Superior Rubia, lager di colore oro chiaro (g.a. 4,5%). L’effervescenza è media; la schiuma, di grana molto minuta, prorompe densa e stabile. L’olfatto appare molto elegante, floreale e di luppolo. Il corpo sottile ha una consistenza acquosa. Il gusto, fresco e frizzante, fluisce all’insegna di un luppolo moderato, offrendo delicate sensazioni amarognole che portano a un gradevole e dissetante finale secco. Il palaro rimane del tutto pulito, e con una stuzzicante impressione di erbe aromatiche.
Tecate, lager di colore oro paglierino chiaro (g.a. 4,55%); in lattina. È una delle migliori birre messicane e tra le più vendute nel Paese, senz’altro al di sopra, anche se non di molto, della più famosa Corona Extra. Sia negli Stati Uniti che in Messico, veniva spesso servita con sale e limone. Probabilmente si è ispirata a tale consuetudine la recente moda di gustare le lager messicane con una fettina di lime o di limone. L’effervescenza è media; la schiuma, scarsa e di breve durata. Luppolo e malto s’impongono, ma tenuemente, all’olfatto. Il corpo, orientato allo scarno e in una consistenza acquosa, nutre un fine gusto, quasi neutro, ringalluzzito da secche e dissetanti note di agrumi. L’asciuttezza si accentua nel retrolfatto, con l’emersione del rampicante.
Noche Buena, amber lager/vienna di colore ambrato brunastro (g.a. 5,9%); una delle migliori birre messicane. È un prodotto natalizio, identificato sia dalla poinsettia sull’etichetta sia dal nome (ovvero “notte buona”), riferito alla vigilia di Natale con il tradizionale cenone messicano. La schiuma scompare rapidamente, lasciando però i segni di una carbonazione quasi frenetica e alquanto pungente. L’aroma libera delicati profumi di luppolo e di esteri del malto. Il corpo, rotondo, vellutato, regala al palato una sensazione sottilmente accattivante. Nel gusto, malto e luppolo realizzano un ottimo equilibrio, con note di malto, caramello, grano, luppolo speziato. Il lungo finale, asciutto e pulito, apporta una rinfrescante punta di acidità, che si stempera lentamente in sensazioni di dolcezza nel retrolfatto.