Celt Experience

Tratto da La birra nel mondo, Volume II, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Caerphilly/Galles
Tom Newman nacque a Caerphilly, una cittadina nel sud del Galles. Ben presto si trasferì col padre nel Somerset, dove, appena adolescente, fece qualche lavoretto presso un birrificio. La passione per la birra cresceva sempre di più, e Tom cominciò a praticare l’homebrewing nel garage del padre, a Banwell.
Quando decise di votarsi definitivamente all’arte brassicola, Tom era ormai un affermato ingegnere e microbiologo. Lasciò quindi il lavoro presso un’industria dell’acqua e, ottenuto un finanziamento di 10 mila sterline, comprò un vecchio edificio ferroviario nei pressi di Yatton, dove installò l’impianto dell’ex Smiles Brewery ottenuto a prezzo stracciato.
Aveva anche depositato il marchio Celt, quando si rese conto che non avrebbe potuto, nel Somerset, seguire la tradizione brassicola celtica. Ma non si perse d’animo: con altri finanziamenti, si trasferì nella cittadina natale e acquistò un nuovo stabile. Nacque così, nel 2007, la Celt Experience, che, nel 2014, mise su anche una creperia e un bowling.
La produzione iniziò nel 2008 con una gamma di birre esclusivamente biologiche. Alla fine però Tom si rese conto che di biologico, nelle materie prime, c’era solo il nome, per cui rivoluzionò l’offerta. Non è invece cambiata la destinazione dei prodotti, che oggi raggiungono un flusso di erogazione da 10 mila ettolitri annui. Ovvero essi finiscono principalmente in supermercati e beershop, nonché (almeno il 35%) all’estero.
Celt Experience Ogham Oak, abbazia tripel di colore ambra leggermente velato (g.a. 8,5%). La spuma biancastra, alta e sufficientemente stabile, è gestita da una carbonazione abbastanza vivace. Al naso, s’impongono caramello, malto, zucchero di canna, frutta candita, pandispagna; mentre dal sottofondo salgono aliti di cannella e chiodi di garofano. Il corpo, medio-pieno, appare in una tessitura da grassa ad acquosa. Note di caramello, scorza di arancia, luppolo fiorito, legno, vaniglia, toffee, allestiscono un sapore ricco e dolce dall’ottima integrazione con il lievito belga; zenzero, cannella, chiodi di garofano, stanno alla finestra, pronti a esplodere nel lungo finale scoppiettante. Così come si riposa il palato, in attesa di accogliere la cordiale persistenza del retrolfatto, all’insegna di secche e amare impressioni fruttate e di lievito.
Celt Experience Ogham Ash, imperial porter di colore nero (g.a. 10,5%); l’ammiraglia del birrificio. Con un’effervescenza moderata, la schiuma beige emerge minuta e cremosa. L’aroma si esprime di buona intensità, con sentori di malto tostato, caramello, caffè, liquirizia, frutta secca, miele, fumo. Il corpo medio presenta una consistenza oleosa e un po’ appiccicosa. Il gusto è letteralmente dominato dalla dolcezza e dal calore dell’etanolo, anche se non mancano, per mantenere un certo equilibrio, note di caffè tostato, cioccolato fondente, luppolo terroso. Il finale arriva secco e indugia abbastanza, per scomparire in sordina tra le amare suggestioni erbacee del retrolfatto.