Brouwerij Sterkens

Tratto da La birra nel mondo, Volume IV, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Meer/Belgio
Piccola azienda di famiglia, in un villaggio nei pressi del confine con i Paesi Bassi. Fondata nel 1651 dagli Sterkens, è tuttora nelle mani della loro 14a generazione.
Fino al 1990 la birra veniva distribuita principalmente in ristoranti e caffè del Belgio. Poi l’azienda cominciò a concentrarsi sempre più sull’esportazione, e oggi il 95% del prodotto lascia il Paese.
La produzione, completamente artigianale, comprende, in particolare, birre d’abbazia con rifermentazione costante in bottiglia e il mantenimento inalterato delle antiche ricette monastiche.
La Sterkens inoltre cura molto il confezionamento, in bottiglie eleganti che, per i prodotti più pregiati, sono di ceramica smaltata con chiusura a clip. In tal modo, oltre che a rimanere preservato il contenuto da deterioramenti per sbalzi di temperatura e luce, viene consentito un consumo progressivo.
St. Denise Grand Cru, belgian strong dark ale di colore ambrato intenso e dall’aspetto velato (g.a. 7,6%); conosciuta anche come St. Sebastiaan Golden. La carbonazione è molto spinta, quasi aggressiva; la schiuma bianca, copiosa, minuta, fitta, tenace e aderente. L’aroma si apre intenso ed elegante, floreale e fruttato; seguono sentori di malto, passito, caramello, lievito, nocciola; mentre si alzano dal sottofondo suggerimenti di coriandolo, chiodi di garofano, mela acida. Il corpo medio ha una consistenza alquanto cremosa. Il gusto, morbido e caldo, si snoda sotto l’egida di una certa dolcezza proveniente dalla frutta gialla matura e dal miele millefiori. La stucchevolezza è praticamente inibita dalla solida luppolizzazione di base: e, nel finale, il rampicante si sbriglia senza remore, apportando una ventata di freschezza, mista di amaro e acidità. Le lunghe impressioni retrolfattive sanno tanto di esteri fruttati e piccantezza generica.
St. Denise Réserve de l’Abbesse, belgian strong golden ale di colore giallo dorato e dall’aspetto nebuloso (g.a. 7,6%); conosciuta anche come Sterkens Smokkelaar. È l’orgoglio dell’azienda, con una produzione in quantità limitate destinate all’estero: la ricevono solo i clienti più qualificati. Con un’effervescenza abbastanza sostenuta, la schiuma bianca erompe alta e fine, compatta e cremosa, stabile e aderente. L’aroma si apre delicatamente maltato e fruttato con sentori, in secondo piano, di menta, semi di coriandolo, luppolo, anche alcol. Il corpo medio ha una trama con tendenza alla grassa. Il gusto si snoda deciso e secco, di cereali, frutta dolce e lievito, che si mescolano armonicamente con “belle” note speziate e luppolizzate, nonché intiepidite e rinfrescate, rispettivamente, da un discreto etanolo e da una delicata acidità. Il finale si dilunga nella sua consistenza dolceamara, per poi dileguarsi languidamente tra le blande suggestioni affumicate del retrolfatto.
St. Laurent Triple, tripel di colore giallo dorato e dall’aspetto intorbidato dalla presenta di lieviti (g.a. 7,6%); conosciuta anche come St. Paul Triple. Viene rigorosamente prodotta, a tripla fermentazione, secondo un’antica ricetta. La carbonazione è abbastanza vivace; la schiuma bianca, di grana molto minuta, generosa, fitta, resistente. L’aroma si libera intenso e complesso: i profumi fruttati iniziali si arricchiscono presto di sentori vegetali, floreali, speziati; nonché, in seconda battuta, di malto, luppolo erbaceo, vaniglia, lievito, pane raffermo. Il corpo medio tende al pieno, in una consistenza cremosa leggermente appiccicosa. E, mentre la forza alcolica attacca delicatamente il palato, il cereale, dopo un morbido impatto dolce, si limita al ruolo di sottofondo, agevolando l’ingresso di note vieppiù luppolizzate. Il finale sopraggiunge pulito, asciutto, e lascia nella discreta persistenza retrolfattiva una deliziosa sensazione amara e calda.
St. Paul Double, dubbel di colore marrone con riflessi rosso rubino e dall’aspetto opaco (g.a. 6,9%). La carbonazione è abbastanza alta; la schiuma beige, abbondante, sottile, cremosa, di buona durata ma scarsa allacciatura. Malto torrefatto e zucchero candito, caffè e cioccolato al latte, uva rossa e mirtilli, mandorla e pasta, melassa e liquirizia, unitamente a un soffio di cannella, allestiscono un bouquet olfattivo di attraente finezza. Il corpo medio ha una consistenza piuttosto cremosa. Nel gusto, morbido, vibrante, la dolcezza del malto scuro e l’amaro di un luppolo terroso ed erbaceo realizzano invece un equilibrio eccellente. Anche nel finale agrodolce, cereale e rampicante si ritrovano a confronto e raggiungono presto un compromesso. Nella discreta persistenza retrolfattiva l’alcol esalta le secche e piccanti suggestioni.
St. Sebastiaan Grand Cru, tripel di colore biondo oro e dall’aspetto leggermente velato (g.a. 7,6%). Conosciuta anche come St. Sebastiaan Golden, viene prodotta secondo la legge sulla purezza del 1516. La carbonazione è parecchio vivace; la schiuma bianca, abbondante, minuta, compatta, cremosa, tenace. Coriandolo, chiodi di garofano, lievito belga ed erbe speziate infervorano il ricco bouquet olfattivo costituito da malto, passito, nocciola, biscotti, pane tostato, luppolo floreale, mela, pera, arancia. Nella sua consistenza cremosa, il corpo supporta un gusto pieno e rotondo in cui la base maltata e il rivestimento luppolizzato si fondono alla perfezione, regalando un morbido dolceamaro. La lunga corsa si chiude tra calde e asciutte note di alcol. Le impressioni retrolfattive risultano di un maltato che strizza l’occhio a sfuggenti esteri fruttati e a uno stuzzicante piccantino.
Oregon White Bier, witbier di colore giallo paglierino intenso e dall’aspetto opalescente (g.a. 5,5%). Prende il nome dallo stato americano da cui proviene il luppolo utilizzato. Con una forte effervescenza, la schiuma bianca, ampia, minuta, soffice, non ha lunga durata. L’aroma è intenso, ricco di frutta fresca, cui tengono dietro sentori di frumento, agrumi, miele, fiori, lievito: il tutto infervorato da spifferi di coriandolo, scorza di arancia amara, chiodi di garofano. Il corpo medio ha la tipica consistenza acquosa. Il gusto si snoda molto secco e rinfrescante, con l’immancabile nota di acidità; mentre si rendono facilmente riconoscibili malto, lievito, frumento, agrumi e, in particolare, la speziatura dell’arancia amara e dei semi di coriandolo. L’asprezza del finale nasconde una certa dolcezza. Le impressioni del retrolfatto accennano invece a un piacevole amarognolo erbaceo.