Brauerei Spezial

Tratto da La birra nel mondo, Volume IV, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Bamberga/Germania
Bamberga è una città extraterritoriale dell’Alta Franconia che, con appena 70 mila abitanti, conta ben nove birrifici e due malterie. Del resto la Franconia, di birrifici, ne annovera più di 200, un sesto delle Brauerei tedesche. E la specialità di Bamberga è la rauchbier (“birra affumicata”), così come il più noto produttore di questa specialità è il piccolo birrificio Schlenkerla.
Ma non è poi da meno il birrificio/brewpub Spezial. Fu fondato nel 1536 da Linhard Grosskopf, di una famosa famiglia di birrai di Bamberga. Dal 1898 invece appartiene alla famiglia Merz, giunta alla quarta generazione, con Christian.
Dispone di una piccola fabbrica di malto; e, con una produzione di circa 6 mila ettolitri annui, offre soltanto birre affumicate, di cui risulta il più antico produttore di Bamberga.
Superfluo sottolineare che la Brauerei Spezial continua a essiccare il malto su fuoco alimentato dal legno di faggio per ottenere la caratteristica affumicatura dell’aroma e del gusto. Così come, da birreria bavarese, si attiene rigorosamente al Reinheitsgebot.
Spezial Rauchbier Märzen, smoked di colore ambrato molto scuro con riflessi ramati (g.a. 5,3%). Come tutte le märzen, viene solitamente prodotta alla fine della stagione brassicola tedesca, cioè a marzo. La carbonazione è bassa; la schiuma beige, fine, compatta, cremosa, abbastanza persistente. Il bouquet olfattico si apre subito con carbonella, fumo, cenere, legna bruciata, castagne, speck, cuoio; seguono, più tenui, frutta scura (prugne e mirtilli) e rossa (fragoline di bosco e ribes); e, man mano che la birra si riscalda, si leva un timido alone etilico-floreale. Il corpo medio ha una consistenza alquanto acquosa. Anche nel gusto l’affumicatura parte in tromba, potendo contare su malto caramellato, biscotto, pane nero, legno, un po’ meno sullo speck; poi comincia a farsi strada una debole acidità che finisce presto tra le fauci di un amarore terroso. Il finale, lungo e asciutto, scivola anch’esso in una lieve amaritudine di mandorla. L’affumicato ritorna procacemente nel corto retrolfatto, a chiudere definitivamente la partita.