Brasserie de Saint-Omer

Tratto da La birra nel mondo, Volume IV, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Saint-Omer/Francia
Birreria dell’Alta Francia, nell’omonima cittadina i cui abitanti hanno l’abitudine, d’estate, di ammirare il tramonto sorseggiando l’ottima birra locale.
La fondazione avvenne nel 1866 come Sion Avot, in onore del proprietario. In seguito a riacquisti e fusioni, nel 1950 prese il nome di Brasserie Artésienne.
La denominazione attuale risale invece al 1985, quando avvenne l’ingresso nel Groupe Saint-Arnould di Saint-Omer.
Nel 1995 la Brasserie de Saint-Omer si fuse con la Brasserie Facon, di Pont-de-Briques, e la Brasserie Semeuse, di Lille: e nacque la nuova società GSA Brasseries.
Nel 1996 la famiglia Pecqueur vendette il Groupe Saint-Arnould alla Heineken International.
Nel 2008 la Brasserie de Saint-Omer ritornò indipendente, in quanto, scorporatala dal Groupe Saint-Arnould, la Heineken la vendette al suo ex amministratore delegato André Pecqueur.
Nel 2010 André Pecqueur rilevò anche la Brasserie de Gayant e, per avvicinare il suo sito produttivo a Saint-Omer, da Douai, nel 1917 lo trasferì a Arques, mentre la stessa Brasserie de Gayant prendeva il nome di Brassserie Goudale.
Con una produzione annua di ben 2 milioni di ettolitri, dei quali esporta il 40%, la Saint-Omer risulta il principale produttore di birra indipendente della Francia.
Saint-Omer Facon, lager di colore dorato (g.a. 4,9%). Con una media effervescenza, la schiuma bianca, fine e densa, non si rivela di particolare tenacia, anche se abbastanza aderente. L’aroma è fresco, delicato di luppolo floreale, con qualche accenno di malto, fieno, agrumi, lievito. Quantunque più sullo scarno, e di trama acquosa, il corpo regge bene un morbido gusto di malto che si districa abilmente tra ruvide note di luppolo ed erbe aromatiche. Il finale appare secco e di un fruttato amarognolo. Il retrolfatto è sfuggente, ma lascia al palato un’impressione di morbida freschezza.
Saint-Omer Epi d Or Blonde, premium lager di colore biondo dorato (g.a. 5,9%). Viene elaborata con una percentuale di frumento sottoposto a maltaggio. Benché sostenuta da una vivace carbonazione, la schiuma, minuta e fitta, accusa scarsa persistenza. L’aroma sa tanto di malto granuloso, cereali, nocciola, luppolo polveroso, lievito fruttato. Il corpo, da leggero a medio, presenta una tessitura un po’ grassa. Il gusto propende decisamente per il dolce, ma risulta piacevole, rinfrescante, con un’opportuna punta amarognola che s’insinua con intermittenza quasi cadenzata. La sensazione di asciuttezza che resta nel sottofondo del finale apre le porte a un discreto retrolfatto il quale, sotto l’influenza del rampicante, emana impressioni di un mite quanto piacevole amarore.