Brasserie de Brunehaut

Tratto da La birra nel mondo, Volume I, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Rongy/Belgio
Nel 1890, nel villaggio di Guignies (ora parte del comune di Brunehaut, nella provincia dell’Hainaut) nacque una fabbrica di birra poi chiamata Brasserie St Joseph. Qui si producevano, per dissetare i contadini e gli operai delle cave, le birre dell’ex abbazia di Saint-Martin nella vicina Doornik (Tournai).
L’abbazia di Sain-Martin risaliva al secolo XI e nel 1096 era stata autorizzata a produrre birra dal vescovo Radbot per cercare di rimediare alla piaga del colera determinata dall’acqua. E, come tante altre abbazie belghe, era arrivata alla rivoluzione francese senza interruzioni significative a causa di guerre e ribellioni. Ma nel 1793 fu distrutta in gran parte, la birreria del tutto; mentre parecchi documenti importanti nascosti sopravvissero al saccheggio. Tra questi documenti, si trovavano le ricette segrete delle birre, che rimarranno tali anche in seguito.
Ritorniamo alla Brasserie St Joseph che, successivamente, divenne Brasserie Allard et Groetenbril, dal cognome dei nuovi proprietari. Nel 1989 la fabbrica chiuse i battenti. L’anno successivo gli impianti furono trasferiti a Rongy (dove si trova attualmente la Brasserie de Brunehaut) in un’ex fabbrica di tegole. Qui altri nuovi proprietari, Guy e Marie-Christine Valschaert (al ritorno dall’Africa dove lui aveva fatto appunto il mastro birraio), ripresero la produzione di birre fino al 2007, quando l’azienda fu rilevata da un economista di Bruxelles, responsabile di Meura (negozio di attrezzature per la produzione di birra), Marc-Antoine de Mees, e prese il nome definitivo di Brasserie de Brunehaut.
La produzione, sui 1500 ettolitri l’anno, comprende anche birre monastiche (delle ex abbazie di Saint-Martin e di Saint-Amand), con rifermentazione in bottiglia; nonché una gamma di biologiche e senza glutine realizzate con orzo coltivato in proprio.
Brunehaut Abbaye de Saint-Martin Ambrée, ale belga di colore ambrato nebuloso (g.a. 6,5%). Con una carbonazione piana, la spuma ocra, minuta e cremosa, non dura tanto. L’aroma è abbastanza complesso da poter offrire, oltre all’intrigante profumo, un’impressione di agrume, al termine della corsa scoppiettante eppure equilibrata. Il corpo medio-leggero presenta una consistenza lievemente sciropposa. Il finale secco introduce un retrolfatto dalla lunga persistenza di spezie e scorza d’arancia. Un vero prodotto artigianale insomma, frutto di amore e maestria.
Brunehaut Abbaye de Saint-Martin Blonde, ale belga di colore biondo vivo e dall’aspetto un po’ intorbidato dai sedimenti di lievito (g.a. 7%). L’effervescenza è contenuta; la schiuma, fine, densa, e di buona ritenzione. Anche se l’olfatto appare molto sottile, di una delicatezza estrema, il sapore si rivela sufficientemente pieno, rotondo, voluttuoso. Il corpo ha una consistenza media e cremosa. Il finale indugia pochissimo nella sua secchezza speziata. Più lungo, iI retrolfatto esala impressioni acidule e fruttate di lievito.
Brunehaut Blanche, witbier di colore giallo paglierino chiaro con riflessi dorati (g.a. 5%). L’aspetto è quello classico, di una torbidità opalescente stabile nel tempo. Con un’effervescenza moderata, la spuma si alza fine, compatta, e abbastanza aderente. Gli aromi spirano eleganti, in un’intensità elevata: dall’agrume alla banana e alle più svariate note di spezie. Il corpo scorre con leggerezza, regalando un fresco sapore fruttato a malapena pungente. Il finale, a malapena segnato dal malto, prelude a un discreto retrolfatto in cui compaiono piacevoli richiami di amarore.
Brunehaut Villages Blonde, ale belga di colore ambra chiaro intorbidito (g.a. 6,5%). L’effervescenza medioalta sviluppa una schiuma sottile e fitta, di pregevole tenuta e aderenza. Al naso si offrono attraenti profumi di lievito, di luppolo e di malto. Dal corpo medio, di consistenza molto liscia, emerge un gusto fresco ed estremamente soffice: l’amaro a malapena percettibile sembra quasi esaltare l’abboccato. Dopo un finale amarognolo di luppolo, resta una ricchezza retrolfattiva articolata, che palesa discreta persistenza.
Brunehaut Blonde, blond ale di colore giallo dorato e dall’aspetto alquanto torbido (g.a. 6,5%); prodotta secondo la più rigorosa tradizione belga. L’effervescenza si rivela piuttosto pesante. La spuma emana un prelibato profumo di luppolo. L’intensità olfattiva è abbastanza elevata, e mette in particolare evidenza penetranti sentori fruttati. Anche l’assaggio, con un corpo medio e dalla trama cremosa, si rivela fruttato; poi subentrano, in buon equilibrio tra loro, ondate alterne di luppolo e di malto. Il finale amaro cede presto il campo a un discreto retrolfatto morbidamente impresso da frutta dolce e asprezza di agrumi.