Tratto da La birra nel mondo, Volume I, di Antonio Mennella-Meligrana Editore
Boston, Massachusetts/USA
Raffinato brewpub, vicino a Fenway Park, con un vero e proprio impianto industriale. Propone, a rotazione, una vastissima gamma di specialità.
Beer Works Beantown Nut Brown Ale, nut brown ale color tonaca di frate (g.a. 5%). È un’eccellente versione americana della brown ale inglese. Beantown, che vuol dire “città dei fagioli”, allude a Boston, sede di produzione della bevanda e famosa per lo stufato di fagioli, il piatto tradizionale. Con una morbida carbonazione, la schiuma beige si alza sottile, densa, abbastanza stabile. L’aroma tende verso i toni caldi, con qualche accenno di frutti rossi, banana matura, melassa, e non senza un pizzico di chiodi di garofano. Il corpo è morbido e leggero, ma sicuramente non insignificante. Il caramello utilizzato conferisce un abboccato dolce. Note di cannella caratterizzano il finale asciutto. Il retrolfatto sa tanto di zucchero bruciato.
Beer Works Back Bay IPA, india pale ale di colore arancione chiaro nebuloso (g.a. 6,8%). Il nome è quello di una famosa zona di Boston. Come in tutte le india pale ale, il contenuto alcolico e l’amaro del luppolo sono molto accentuati. L’effervescenza medioalta determina una spuma bassa, duratura e un po’ appiccicosa. L’aroma, fresco e fruttato, presenta una venatura di agrume. Nel gusto il malto rimane in fondo, per far emergere la secchezza dell’amaricante sino al finale deliziosamente amaro. Anche il retrolfatto intende dire la sua, in termini di amarore, ma erbaceo.
Particolarmente interessante è la nutrita gamma di porter e stout, tra le quali spicca:
Beer Works Buckeye Oatmeal Stout, oatmeal stout di colore nero profondo (g.a. 5%). La carbonazione è bassa; la schiuma, di un bianco sporco, ricca, minuta, cremosa. La scarsa luppolizzazione, si avverte sia al naso che al palato. Sentori di torrefatto, cioccolato e frutta secca imbaldanziscono l’aroma. Il corpo è rotondo, denso, vellutato. Il gusto dolciastro evidenzia una certa secchezza. Anche il retrolfatto, nella sua discreta persistenza, tende piuttosto al dolce.