Tratto da La birra nel mondo, Volume I, di Antonio Mennella-Meligrana Editore
Seattle, Washington/USA
Brewpub aperto nel 1988 in un vecchio edificio di mattoni gialli con soffitti alti e tanto legno tinto. Dispone di un bar d’epoca con ricca collezione di bottiglie e lattine, nonché foto storiche del birrificio.
È un’azienda che non si dà tante arie ma, sotto sotto, si sente orgogliosa dei tanti mastri birrai formatisi alla sua scuola per poi figurare tra i migliori microbirrifici di Seattle. È anche rinomata per la stravaganza dei nomi e dei gusti di birre che hanno saputo fare di tale stravaganza appunto la classica punta di diamante.
Una sola cosa accomuna i suoi prodotti e quelli delle altre fabbriche del Nord-Ovest: l’aroma caratteristicamente di agrume del luppolo americano.
Big Time Bhagwans Best IPA, india pale ale di colore arancio dorato con lieve velatura (g.a. 6,2%). Il nome vuol essere un omaggio a Bhagwan Shree Rajneesh (meglio noto come Osho) che negli anni Ottanta del secolo scorso fondò in Oregon una Comune la quale finì, purtroppo, per sgretolarsi a causa di attività illegali dei suoi esponenti di spicco, peraltro denunciate pubblicamente da Osho stesso. Costituisce sicuramente una discreta imitazione della versione inglese originale: carbonazione decisa; schiuma bianco sporco bassa e cremosa; aroma di agrumi, a malapena dolce; corpo leggero e soffice di consistenza un po’ appiccicosa; sapore con prevalenza di amaro, con ben “attente” note di caramello a mantenere l’equilibrio gustativo; finale dall’asprezza del vino giovane; lungo retrolfatto che ricorda la scorza di pompelmo.
Big Time Old Wooly Barleywine, barley wine di colore ambrato intenso dalle tonalità arancione (g.a. 9%). Con un’effervescenza quasi piana, la schiuma fuoriesce bassa, cremosa, ma di rapida dissoluzione. Luppolo e malto si equilibrano nella fragranza dell’olfatto, non certo soffocando i tenui sentori di caramello, pane dolce, toffee, agrumi, resina di pino. Il corpo consistente imbriglia bene la scalpitante forza alcolica che accarezza il palato languidamente. A sua volta, l’accento deciso del luppolo cozza contro la struttura asciutta e succosa del malto; ma riemerge nel finale, tra sensazioni floreali. Con il gusto che continua a maturare, il prodotto si presta a una lunga conservazione.