Tratto da La birra nel mondo, Volume IV, di Antonio Mennella-Meligrana Editore
New Ulm, Minnesota/USA
Il secondo più antico birrificio americano a conduzione familiare.
Arrivato dalla Germania nel 1848 con l’intenzione di aprire un birrificio, l’agricoltore August Schell cominciò subito a valutare la situazione. Viveva in una grande comunità tedesca e il poter offrire lager elaborate come nella sua patria senz’altro si sarebbe rivelato un buon affare. Ma… eh, sì! Proprio tra i produttori di birra esisteva una concorrenza a dir poco feroce. Tentennò quindi un poco, e infine decise di “buttarsi”. Correva l’anno 1860.
Ben presto venne a contatto con la dura realtà, che peraltro non era una sorpresa. Bisognava davvero sudare le proverbiali sette camicie per tenersi a galla. August non si scoraggiò, e anche in questo caso la fortuna aiutò l’audacia.
Nel 1862, durante la rivolta dei Sioux, dati i buoni rapporti della famiglia Schell con la tribù, la fabbriva venne risparmiata. Sicché dal 1880 l’azienda poté conquistare il dominio del mercato regionale della birra. Mentre il suo vero investimento avvenne nel 2002, allorché rilevò il marchio Grain Belt della Minnesota Brewing che chiudeva definitivamente i battenti.
Ai nostri giorni, la Schell, rimasta nelle mani dei discendenti del fondatore e sopravvissuta al predominio dei “giganti” birrari, si presenta come una delle fabbriche regionali più importanti del Paese. Ha la sede nella tenuta di famiglia del secolo XIX, tra boschi pieni di cervi. Dispone di un attiguo spazio aperto per la degustazione, di un museo della birra e di una riserva di caccia. Ogni anno celebra le tradizionali feste tedesche con Bock Fest e Oktoberfest.
Quanto alla produzione, di 170 mila ettolitri annui, continua a offrire una vasta e variegata gamma di birre elaborate artigianalmente, così come avveniva prima del proibizionismo. E, di conseguenza, non sono mancati gli ambiti riconoscimenti del Great American Beer Festival.
Schell Pils, pilsener di colore paglierino chiaro (g.a. 5,6%); di puro malto. Realizzata secondo la tradizione tedesca, viene aromatizzata con luppolo locale (Cascade) e Hallertau. La carbonazione è decisa; la schiuma bianca che si forma, minuta, alta, soffice, di pregevole tenuta. Il bouque olfattivo propone freschi profumi di luppolo con sfumature erbacee iniziali che vanno svanendo poco a poco per cedere il campo a sottili sentori di malto fruttato con accenni di pane, grano tostato, cereali dolci. Il corpo, medio-leggero, ha una spiccata consistenza acquosa. Il gusto è anch’esso nelle mani dell’amaricante; ma, qui, subito contrastato dal fondo morbido, cremoso, di malto. Un po’ prima del traguardo si leva una sottile croccantezza acida di limone. Ed ecco arrivare il corto finale, asciutto, pulito, precorrendo languidamente la fievole asprezza dello sfuggente retrolfatto.
Schell Oktoberfest, oktoberfest/märzen di colore arancione intenso con sfumature ramate e dall’aspetto confuso (g.a. 5,5%); di rigorosa tradizione bavarese. Prodotta una sola volta all’anno, per celebrare il raccolto autunale, è disponibile da settembre a ottobre. La carbonazione è moderata; la schiuma beige, di consistenza soffice e cremosa, si dissolve lentamente lasciando un bel pizzo nel bicchiere. L’aroma si libera con estrema delicatezza, in un concitato mix di malto leggermente tostato, caramello, lievito, frutta, erba, grano, toffee, pane, miele, zucchero di canna, luppolo appena accennato. Il corpo, più pieno che medio, ha una trama abbastanza acquosa. Nel gusto, i malti Monaco e Vienna allestiscono una spina dorsale tostata e croccante, con stuzzicanti note speziate che coprono quasi del tutto il labile luppolo terroso il quale finisce per cedere completamente il campo a una piacevole dolcezza. Il finale si rivela pulito, fresco, asciutto, anche un po’ aspro. Rimangono le suggestioni retrolfattive, non così lunghe, ma cariche di nocciola, caramello, malto, e con un remoto suggerimento di luppolo amaro.
Schell Doppel Bock, doppelbock di colore marrone rossastro profondo e dall’aspetto leggermente velato (g.a. 6,9%). È una stagionale, commercializzata da gennaio a marzo. Con una buona carbonazione, la schiuma beige ampia, pannosa, si dissolve abbastanza lentamente lasciando un bel pizzo al bicchiere. L’aroma è ricco di malto, caramello, pane nero tostato, cioccolato, prugna secca, con, in secondo piano, un luppolo floreale asprigno e, a corollario, sfumature di prosciutto affumicato. Il corpo, medio-pieno, ha una consistenza alquanto sciropposa. Il gusto fresco, soave di malto, porta all’eccitante finale secco di luppolo fruttato. Il retrolfatto ha discreta persistenza e, dall’articolata ricchezza, libera calde suggestioni nelle quali sono ben distinguibili quelle di toffee, caramella al miele e zucchero bruciato.