Tratto da La birra nel mondo, Volume I, di Antonio Mennella-Meligrana Editore
Tokyo/Giappone
Fondata a Osaka nel 1889, la Osaka Beer Brewing Company nel 1893 prese il nome di Osaka Breweries e nel 1906 entrò a far parte della Dai Nippon, il primo colosso giapponese. Dopo la seconda guerra mondiale la Dai Nippon vennne scissa nella Nippon, successivamente ribattezzata Sapporo, e nella Asahi (la più piccola delle due), che nel 1949 costituì a Tokyo la Asahi Breweries.
Nel 1958 l’azienda nipponica introdusse per prima nel Paese la birra in lattina e, nel 1979, propose l’alluminio per i fustini da 3 e 7 litri. Verso la metà degli anni Ottanta però i cali di vendita e la riduzione della quota di mercato provocarono una crisi profonda. La Asahi non disarmò e si mise subito all’opera per superare il momento difficile. Correva l’anno 1985, quando venne condotta accuratamente una ricerca di mercato su un campione di 5 mila consumatori, con la domanda: “Qual è la birra ideale che soddisfa pienamente il cliente?”.
Due anni dopo vide la luce un prodotto rivoluzionario, la Asahi Super Dry, la birra che il mercato aveva indicato: leggera, nitida, quasi neutra… che lasciasse un appagamento “non appagato”. Il successo fu tanto e tale che presto si estese nel mondo la moda della dry beer. Era nata una nuova tipologia, in origine chiamata karakuchi e prodotta con un particolare ceppo di lievito indicato come “Asahi N° 318”. Il lungo periodo di fermentazione permetteva di trasformare quasi tutto lo zucchero in alcol. Insomma una lager altamente attenuata, senza il pesante sapore di malto dei prodotti concorrenti, con un gusto fresco e asciutto a ricordo di alcune birre tedesche del Nord.
Le mode, si sa, vengono e vanno. Già nei primi anni Novanta la Super Dry accusava vistosi segni di cedimento, soprattutto negli Stati Uniti che pure, dal 1988, le avevano tributato un alto indice di gradimento. Non in patria però, dove era sempre rimasta sulla cresta dell’onda. Nel 1995 infatti la sua vendita superò i 121 milioni di esemplari. Seconda solo alla Kirin Beer, portò la quota di mercato della Asahi, dall’iniziale 10, al 28%.
Le idee sono state la linfa vitale di questa società fin dall’inizio. Nel 1996 varò la strategia di marketing che collega la produzione di certe birre a determinate occasioni. E, constatata la stagnazione del mercato interno, cominciò, prima che finisse il secolo, ad allungare gli artigli all’estero.
Nel 1996 “approdò” in Europa per stringere relazioni commerciali con il gruppo inglese Bass, con le tedesche Binding e Löwenbräu; addirittura, su licenza di quest’ultima, iniziò a produrre la Löwenbräu Premium Pils.
Due anni dopo intraprese rapporti di collaborazione con la Miller, proprietaria della Molson, per la fabbricazione della Super Dry in Canada e la distribuzione negli Stati Uniti tramite la Molson USA, riscuotendo un immediato gradimento. Inaugurò una joint venture con la Tsingtao per la costruzione di un nuovo stabilimento in Cina gestito da maestranze locali.
Nel 2009 acquistò il 19,9% della Tsingtao dalla Anheuser-Busch InBev, diventando così il secondo maggiore azionista, dietro solo al gruppo della Tsingtao. La stessa quota. l’aveva acquistata nel 1990 nel gigante australiano Elders IXL.
L’ultimo colpo di scena è del 2016. Con l’acquisto della SABMiller, l’Anheuser-Busch InBev, per non finire tra le grinfie dell’Antitrust europeo, decise di sacrificare due grosse aziende, l’italiana Peroni e l’olandese Grolsch. Ovviamente l’Asahi non si lasciò sfuggire l’occasione per accaparrarsi due marchi di cotanta importanza.
Oggi la Asahi, con nove stabilimenti, detiene la leadership delle vendite in patria; la sua produzione annua rasenta i 24 milioni di ettolitri (con una quota di mercato del 38%). Mentre non manca mai di stupire con trovate geniali. Ha inventato cioè un piccolo robot che, oltre a contenenere e rinfrescare sei lattine e due boccali, è in grado, se si preme un bottone, di aprire le lattine e versare la birra nel bicchiere a regola d’arte, con la creazione insomma di un perfetto “cappello” di schiuma.
A Tokyo, l’imponente stabilimento progettato da Philippe Stark ospita diversi ristoranti e birrerie. Del tutto singolare si presenta la costruzione cilindrica del Sumida River Brewery Pub, un locale che elabora e serve tre tipi di birra alla spina in stile tedesco. Azuma Bridge, altbier, e River Beer, kölsch, sono a basso contenuto di luppolo e dall’aspetto solo velato, in quanto una parte di lievito viene eliminata tramite centrifugazione. La Zwickelbier invece è decisamente torbida, piena e piuttosto aspra. Solo al terzo piano è disponibile l’intera gamma dell’azienda, spillata da serbatoi rossi esposti nelle vetrine.
Asahi Super Dry, dry beer di colore giallo vivido con sfumature dorate (g.a. 5%); filtrata a freddo. La birra di punta, venduta in oltre 30 paesi, è particolarmente adatta in abbinamento col norimachi sushi, il piatto più famoso della gastronomia giapponese. Viene commercializzata in un’originalissima bottiglia (steiny) rivestita di una pellicola argentata, con particolare tappo a occhiello e apertura a strappo. La schiuma, fine e aderente, si rivela anche di buona persistenza. Il Saaz, l’unico luppolo impiegato, conferisce il suo tipico bouquet floreale. Nel corpo pieno e armonioso, il gusto appena amaro mette subito in bella mostra una fresca raffinatezza. È praticamente assente il retrolfatto. Si tratta, in definitiva, di un prodotto aromatico, misurato, morbido che si fa apprezzare come ottimo dissetante.
Asahi Draft Beer, lager di colore giallo chiaro (g.a. 3,6%); in stile più o meno americano. Presenta un’effervescenza moderata; schiuma scarsa ma di buona tenuta; aroma di caramello e lievito, con qualche sentore di riso e di alcol; corpo molto leggero; gusto un po’ dolce di malto, con rifinitura liscia e amarognola; finale fruttato; retrolfatto che richiama decisamente il malto.
Asahi Stout, extra stout di colore marrone scuro tendente al nero (g.a. 8%). Viene fabbricata, secondo tradizione, in stile inglese. Classica spuma cremosa, aroma di whisky e sherry, ricco sapore tostato: sono, queste, le caratteristiche di una potente ale che, come le prime porter e stout inglesi, evidenzia l’immancabile sfumatura di acido.
Asahi Super Zero, lager di colore oro pallido: effervescenza piuttosto vivace; schiuma scarsa ed evanescente; aroma di malto con forti sentori di caramello e vaniglia; corpo medio tendente al leggero, e di consistenza acquosa; gusto inizialmente aspro a base di erbe, quindi amarognolo, infine acidulo (g.a. 5,5%).
Asahi Black (Kuronama), dunkel di colore marrone scuro (g.a. 5%). All’olfatto si sprigiona una stuzzicante fragranza di caramello. Il corpo appare pieno, intenso. Il sapore è permeato da lievi note secche di cioccolato amaro.
Asahi Blue Label, lager di colore giallo dorato chiaro: effervescenza decisa; schiuma minuta e appiccicosa; aroma leggermente pungente di malto, con un accenno di limone; corpo sottile di consistenza acquosa; gusto sciropposo, a base di malto dolce, pane, luppolo erbaceo (g.a. 4%).
Asahi Brewmaster Select, premium lager di colore rosso bruno: morbida effervescenza; spuma biancastra che scompare rapidamente; aroma piuttosto debole e granuloso, con sentori di malto, caramello, pane, fieno, e un pizzico di luppolo; corpo medio di consistenza acquosa; gusto con buon equilibrio tra la dolcezza e l’amarore, con note di malto tostato, carote cotte, pane, e una rifinitura liscia di miele; finale amabile; retrolfatto sfuggente (g.a. 5%).
Asahi Clear, lager di colore giallo paglierino: effervescenza abbastanza bassa; spuma di medie dimensioni che scompare presto lasciando i segni di una modesta allacciatura; aroma fruttato, con qualche accenno di malto, paglia, riso, luppolo erbaceo; corpo leggero; gusto abboccato, con note di malto, mais, fieno, e una rifinitura luppolizzata; finale secco e amaro; retrolfatto dalle suggestioni di frutta (g.a. 5%).
Asahi Clear Prime Rich, lager dorata: effervescenza media; schiuma non abbondante, tanto meno duratura, e piuttosto appiccicosa; aroma di malto con sentori floreali e di limone; corpo medio di consistenza acquosa; gusto abbastanza dolce, con note di malto, pane, biscotti, e brusca finituta a base di un amaro erbaceo; discreto retrolfatto secco (g.a. 6%).
Asahi Clear Toushitsu Zero, lager di colore paglierino: effervescenza decisa; schiuma sottile che lascia un apprezzabile pizzo; aroma di malto, mais, paglia, luppolo, con un richiamo di verdure cotte; corpo tendente al leggero, di consistenza acquosa; gusto dolce, con note di malto, erbe, fieno, e un’astringente rifinitura di luppolo; finale breve e secco; retrolfatto amarognolo con una punta di acido (g.a. 6%).
Asahi Craftmanship Dry Saison, saison di colore giallo dorato: effervescenza pittosto alta ma piacevole; schiuma bianca con pregevole allacciatura; aroma di frutta esotica (ananas, banana, mango), con qualche persistente sentore di pepe; corpo denso e asciutto; gusto ricco di caramello, melassa, burro, che sfocia in una consistenza floreale moderatamente amara; finale liscio e sottile; corto retrolfatto dalle sensazioni tostate (g.a. 5,5%).
Asahi Creamy Premium, premium lager di colore paglierino (g.a. 6%). La carbonazione media sviluppa una schiuma fine, densa e stabile. L’aroma si esprime con delicatezza, proponendo odori erbacei e di luppolo. Dal corpo medio defluisce un gusto vivace, di un piacevole malto. La corta persistenza retrolfattiva è all’insegna di suggestioni amarognole.
Asahi Dry Premium, lager di colore giallo chiaro: effervescenza vivace; schiuma abbondante ma di rapida dissoluzione; aroma moderatamente dolce, con sentori di malto, erba appena tagliata, cereali, lievito, e un tocco di luppolo; corpo medio tendente al leggero, di consistenza oleosa; gusto amaro e secco con rivestimento di grano e chiusura, dopo una corsa di media durata, dolcemente alcolica (g.a. 6%).
Asahi Honnama, lager di colore giallo dorato (g.a. 5,5%); conosciuta anche come Asahi Honnama Draft. Ha una notevole effervescenza; schiuma non ricca né durevole ma appiccicaticcia; aroma dolce e leggermente pungente, a base di malto, riso, sciroppo di mais, limone, erba; corpo sottile piuttosto acquoso; gusto secco, rinfrescante, piacevole, con note di sciroppo, soda, pane; retrolfatto all’insegna del malto, con un pizzico di erba e di limone.
Asahi Premium Draft Beer Jukusen, lager di colore dorato (g.a. 5,5%); conosciuta anche come Asahi Jukusen. Presenta un’effervescenza vivace; spuma spessa, cremosa; aroma improntato al malto con lieve luppolizzazione; corpo medio di consistenza acquosa; gusto leggermente amaro e moderatamente dolce, insieme, con note di malto e di luppolo erbaceo; finale un po’ dolce e retrolfatto un po’ amaro.
Asahi Super Dry Black, schwarzbier di colore marrone scuro: effervescenza media; schiuma beige alta e sottile; aroma di malto tostato, torba, terriccio, in un denso alone di fumo; corpo molto leggero, di consistenza abbastanza acquosa; gusto moderatamente amaro con lunghe note di caffè, pane tostato, zucchero di canna, gusci di noce, e con una liscia finitura asciutta astringente (g.a. 5,5%).
Asahi The Extra, imperial pils di colore giallo dorato chiaro: effervescenza che aumenta a ritmo moderato; schiuma di medie dimensioni con sufficiente allacciatura; aroma granuloso, di malto, pane, banana, pepe e luppolo; corpo da leggero a medio, di consistenza appiccicaticcia; morbido gusto di caramello tenuto ben in equilibrio da un luppolo terroso, con breve finitura agrodolce (g.a. 6,5%).
Asahi The Master, pilsner di colore paglierino tenue: effervescenza molto attiva; schiuma alta, sottile, di buona durata; aroma di malto, grano, paglia, con deboli sentori erbacei; corpo medio di consistenza oleosa; gusto che inizia con un malto piuttosto dolce per chiudere la corsa con un amarore da luppolo erbaceo, dopo un breve passaggio tra note di agrumi; finale astringente; retrolfatto abbastanza asciutto e croccante (g.a. 5,5%).
Stagionali
Asahi Cola & Malt, spiced beer estiva di colore marrone tendente al nero (g.a. 3,5%); cocktail di birra e cola con lo 0,1% di succo di limonne. Ha un’effervescenza leggera; schiuma beige piuttosto appiccicosa; aroma di cola, zucchero e limone, con un tocco di alcol; corpo sottile di consistenza tra l’oleosa e l’acquosa; gusto dolce di cola con qualche nota di erba e vaniglia; finale con un’impressione acidula; retrolfatto amaricante di limone e cola.
Asahi Fukairi no Aki, oktoberfest/märzen autunnale di colore oro ambrato: effervescenza tagliente; spuma alta di media durata; aroma piuttosto intenso e persistente, con sentori di malto, caramello, zucchero, grano, erba, non senza un alone di etanolo; corpo sottile di consistenza acquosa; gusto granuloso, con note di malto torrefatto, pane, zucchero, melassa, e una dolce finitura di caramello; retrolfatto piuttosto asciutto e pulito (g.a. 6%).
Asahi Craftmanship Christmas Beer Eve Amber, dunkel bock autunnale di colore mogano con sfumature rossastre: effervescenza alta; schiuma di un beige sporco con un minimo di allacciatura; aroma abbastanza dolce e lievemente acido, con sentori di malto tostato, caramello, pane, luppolo terroso; corpo leggero; gusto anch’esso dolce con note fruttate e una delicata finitura di bacche (g.a. 6%).
Asahi Craftmanship Christmas Beer Merry Gold, helles bock autunnale di colore oro intenso: effervescenza alquanto bassa; spuma soffice di sufficiente tenuta; aroma dolce e granuloso, con malto, mais, amido di riso, erba, limone; corpo medio di consistenza oleosa; gusto di tendenza amabile, con buon apporto equilibratore di amaro da parte di erbe aromatiche e luppolo un po’ aspro; finale moderatamente amaro e astringente; discreto retrolfatto dalle dolci suggestioni alcoliche (g.a. 6,5%).
Asahi Clear Aki no Kohaku, oktoberfest/märzen autunnale di colore ambra chiaro: effervescenza piuttosto vivace; schiuma con buona allacciatura e un po’ appiccicosa; aroma pungente di malto, con tenui sentori floreali; corpo medio tendente al leggero, alquanto liscio e acquoso; gusto con la dolcezza del caramello che si avvale anche di note erbacee e burrose; brusco finale di malto, che introduce un sufficiente retrolfatto abbastanza asciutto (g.a. 6%).
Asahi Dry Premium Kaori no Kohaku, amber lager/vienna invernale di colore ambrato: effervescenza media; schiuma alta e sottile; aroma con predisposizione per la dolcezza, tra sentori persistenti di caramello, mais, grano, zucchero di canna; corpo medio; gusto di caramello e mais dolce con una sottile rifinitura amara; finale all’insegna dell’alcol (g.a. 5,5%).
Asahi Fuyu no Kanpai (Party & Winter), lager invernale di colore oro scuro: effervescenza quasi piatta; schiuma con sufficiente allacciatura e piuttosto appiccicosa; aroma con una certa acquosità, a base di malto, caramello, zucchero, limone; corpo medio; gusto dolciastro di malto, caramello, melassa, toffee, che però passa presto a una consistenza amarognola per terminare la corsa con un’opportuna nota acida; retrolfatto un po’ secco e astringente (g.a. 6%).
Asahi Fuyu no Okurimono (Winter’s Gift), lager invernale di colore paglierino medio: effervescenza alquanto decisa; schiuma di medie dimensioni sufficientemente durevole; aroma pungente di malto, con richiami di mais, biscotti, bucce di grano; corpo medio tendente al sottile; gusto secco e dolce, di malto, caramello, pane bianco, in un rivestimento aspro di agrumi e amaro di luppolo floreale; finale asciutto e pulito; retrolfatto un po’ burroso (g.a. 5%).